Nuove riflessioni sul caso-Valle/2
Il teatro delle regole
Anche Beppe Navello, regista e direttore della Fondazione teatro Piemonte Europa, ci ha scritto a proposito dei problemi sollevato dall'occupazione del Valle: "Per la sinistra è arrivato il momento di fare scelte impopolari!"
Caro Nicola, ho letto il tuo articolo e anche l’intervento di Massimo Monaci che è pacatamente interessante e sicuramente ha delle ragioni che si fanno ascoltare; è il problema complessivo della “stabilità” in Italia a essere nella confusione non solo lessicale: occorre riformare il sistema secondo regole finalmente moderne e civili ma sappiamo che la parola “riforma” in questo paese serve soltanto a dilazionare il tempo della soluzione.
Sicuramente, invece, è importantissimo quello che tu hai detto del Valle perché è il primo dissenso da sinistra rispetto a una situazione ridicolmente intollerabile, ammantata di retorica libertaria e di confusione progettuale e gestionale. Come al solito la sinistra ha lasciato che il problema incancrenisse senza avere il coraggio di scegliere e ha lasciato alla destra il merito di avere sollevato su Il Tempo e altre testate lo scandalo: quanto costa l’autogestione del Valle? E soprattutto quanto rispetta le regole che valgono per gli altri a costo di mettere in crisi i bilanci?
Credo che si debba cominciare a parlarne senza paura di diventare impopolari e ti ringrazio, anche a nome di tutti i lavoratori, gli scritturati e i collaboratori del mio teatro per avere buttato il sasso nello stagno. Adesso deve pronunciarsi la Città di Roma.
Aspetto che tu le racconti quello che mi hai detto sulla storica occupazione dell’Odéon nella Parigi sessantottina: un’edificante episodio di storia teatrale contemporanea che potrebbe suggerire strategie utili ai nostri incerti Re Tentenna…
Beppe Navello, direttore della Fondazione Teatro Piemonte Europa
