Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Se aver vissuto è stare vivendo

L’agone drammatico dell'esistenza nei potenti versi di Davide Rondoni su «lo strazio del dolore e la ricerca affranta e infocata della luce». Poeta «ispirato da Luzi e Dylan Thomas, pare qui più prossimo al toccante versificare del gallese che alla pienezza vitale del grande italiano»

«Aver vissuto così/ con l’inimicizia del sangue, il capo/ battuto da desideri morti…». Così inizia una potente poesia della forte poesia di Davide Rondoni: lo strazio del dolore e la ricerca affranta e infocata della luce… Un lupo nel ventre e la mente che non svanisce, ma vanisce,diventa follemente vana come luce su un video […]

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Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Scavare nel cielo

Poesia lirica sapienziale quella di Edoardo Callegari, che evoca «l’ermetismo delle origini, anticamente magico, legato all’alchimia e al pensiero spirituale». Come in questi versi intitolati a due cigni «che nella loro bianchezza vaporosa sono anche volute d’incenso»

Poesia ermetica, non in riferimento all’Ermetismo storico, dei primi decenni italiani del Novecento, ma all’ermetismo delle origini, anticamente magico, legato all’alchimia e al pensiero spirituale. Due cigni, che nella loro bianchezza vaporosa sono anche volute d’incenso, in un’urna di luce. Caligine, spazio chiuso, ombra. Il desiderio dell’anima di uscire, Chi ha per le mani qualcosa […]

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Roberto Mussapi
Every beat of my heart

L’origine, il mare

Reduce dal Festival Internazionale di Poesia di Genova “Parole spalancate”, dove con i suoi versi ha celebrato la città-mito della sua poesia, ne “La storia e il mare” Roberto Mussapi rivive «la nostra nascita di umani, dall’acqua, e la ricerca della riva»

Ieri sera ho recitato al Festival di Poesia di Genova il mio Genoa concert, in cui leggo versi legati alla città che è divenuta un mito della mia poesia. Il filo drammatico e narrativo, l’anima, è il mare: il mare originario, ma qui specificamente ligure, con al centro, dalla riva scogliosa, la città della Lanterna, […]

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Roberto Mussapi
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Religione della terra

Nei versi di Simon Ortiz, poeta nativo americano contemporaneo, i fondamenti spirituali di tutte le nazioni indiane d’America, di un popolo generato dalla terra che vuole ascendere all’aria, perché naturalmente tende dal suolo al volo

Simon Ortiz è considerato, dei poeti nativi americani contemporanei, quello che più limpidamente difende i fondamenti del pensiero, della visione del mondo di quelli che fino a ieri, efficacemente, venivano definiti: Indiani d’America. Definizione più avventurosa e fascinosa della “politicamente corretta” Nativi. Come se non fossimo tutti nativi, da qualche parte. E qui, scherzando, cerco […]

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Roberto Mussapi
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Nel cuore del poeta

Già William Blake (XVII secolo) annuncia «la crisi dell’uomo che sta dimenticando la poesia»… E così rivolge un’invocazione alle Muse perché ritornino ad abitare gli animi e a far vibrare quelle corde da cui scaturiscono i versi che esse ispirano

Poeta sapienziale, visionario, nutrito di conoscenza magica, il preromantico inglese William Blake esprime questa complessa sua anima in versi di semplicità a volte incantevole. Nei canti dell’Innocenza e dell’Esperienza fonde le due realtà mirabilmente: innocenza e esperienza non si contrappongono, ma si alimentano reciprocamente. E qui, con un’apparente semplicità che in realtà è voce che […]

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Roberto Mussapi
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Felicità sospesa

Né desolazione del gelo né incanto della neve. Per il poeta Hölderin l’inverno – che descrive in questi versi inconsueti nella loro distanza – induce a un letargo protettivo, in cui il senso di benessere più consono ad altre stagioni è tenuto “sotto custodia”

Una visione strana, inconsueta dell’inverno. Inconsueta in particolare in un poeta romantico, quale è il tedesco Hölderlin. Il topos poetico dell’inverno, accentuato dalla sensibilità di quel movimento spirituale, accentua, di questa stagione, o gli aspetti tragici, freddo, gelo, e poi solitudine, natura spenta e a volte morta, o quelli opposti ma ultrainvernali dell’incanto: la neve, […]

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Roberto Mussapi
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La luce ferma di Stefano Bortolussi

Versi “narranti e visionari” dell’autore milanese, tratti dalla sua recente raccolta “Esilienze”. Un’opera di «epica contemporanea, necessaria e nutrente in questi tempi», una voce tra le più significative della generazione dei poeti nati negli anni Sessanta

Una lirica fuori dal comune, oltre che fuori dalla consuetudine lirica. John Donne, fondendola con il sermone, rende la lirica metafisica, Eliot santifica magnificamente questo genere di poesia che si basa sul correlativo oggettivo, immagini e parole concrete che esprimono la realtà segreta e atemporale. E Whitman sconvolge benignamente la lirica riportandola al brivido delle […]

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Roberto Mussapi
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Il canto dei marinai

Senso di inutilità della vita. La conoscenza e la bellezza della natura non bastano a lenire. La noia non svanisce e Mallarmé in “Brezza marina” pensa alla fuga, il suo spirito vuole salpare, ma anche il viaggio è prospettiva angosciosa. Finché irrompe una speranza…

La carne è triste, e anche l’aver letto tutti i libri e la conoscenza non servono a vincere il senso di inutilità della vita, la noia. Se il viaggiatore di Baudelaire «parte per partire», spinto da un ignoto e a suo modo meraviglioso desiderio di viaggio senza meta, l’uomo che qui mette in scena Mallarmé […]

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Roberto Mussapi
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Sete (proibita) di Sole

Sono dolenti i versi in cui Gérard de Nerval rivela come dalla luce assoluta possa scaturire un buio che ti segna per sempre. Come un lutto. Una sfida giovanile e temeraria alla stella madre, non concessa agli umani, che rievoca Icaro e Fetonte...

Vista e visione in poesia possono coincidere. Molto più di frequente di quanto si possa pensare. Sappiamo che la visione del poeta avviene in un buio improvviso, che corrisponde a un’interruzione del tempo fenomenico. Ma questo buio non sempre vanifica le immagini presenti, a volte le vede semplicemente in modo più profondo. Così l’osservazione accanita […]

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Roberto Mussapi
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Dopo l’apocalisse

Non una nube in cielo, nessuna vela in mare, silenzio e infinite legioni di stelle d’oro che annunciano in questa “estasi” la manifestazione di Dio. Così Victor Hugo immagina la quiete dopo la tempesta, la pace dopo la devastazione…

Estasi assoluta, in pace, da solo, in riva al mare, nessuna vela, silenzio, quiete, notte stellata senza una sola nuvola. E infinite legioni di stelle, che in armonia con lo spirito del cielo e del mare, dicevano semplicemente che questo quadro è opera, manifestazione del signore nostro Dio. Interessante che dalla citazione dell’Apocalisse, che è […]

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