Cronache infedeli
Gli scontri di Zvecan al confine tra Serbia e Kosovo non si spiegano con i conflitti secolari, ma con la nuova strategia di Putin. In questo senso vanno letti i "miti" esposti: da Ratko Mladic, il massacratore di Srebrenica, e di Slobodan Milosevic, il duce serbo delle guerre balcaniche
Guardate ai simboli. Nelle vetrine dei bar e sulle facciate delle case di Zvecan campeggiano trionfanti i profili di Ratko Mladic, il massacratore di Srebrenica, e di Slobodan Milosevic, il duce serbo delle guerre balcaniche. Non manca nemmeno la firma del campione di tennis e no vax Novak Diokovic. Ma il vero mito dei graffitari, […]
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Srebrenica ventidue anni dopo
È una ferita ancora aperta quel massacro di musulmani bosniaci, iniziato l’11 luglio 1995, che è «uno dei peggiori tradimenti del genere umano». Una ferita acuita dalle condanne poco adeguate di Karadžić e dei caschi blu olandesi. E intanto il Tribunale dell’Aja non ha ancora emesso il verdetto contro Mladić, “il boia dei Balcani”
«E anche questo è stato uno dei luoghi di tenebra della terra…». (Joseph Conrad, Cuore di tenebra). Era l’11 luglio 1995 quando Ratko Mladić, generalissimo della repubblica separatista Srpska, entrava a Srebrenica con le sue truppe coadiuvate dai feroci gruppi paramilitari (quegli stessi che a Vukovar avevano sparato sui civili, malati e personale dell’ospedale compresi) […]
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