Loretto Rafanelli
“Esercizi di distanza” di Roberto Veracini

La luce dentro

Si espone alle più dure verità il poeta di Volterra. Tra ricordi, confronti con la realtà, dubbi, sensazioni sospese, mancanze, danni del tempo. Versi sintetici, senza lamenti, pieni di tenerezza e della stessa luminosità di cui scintilla il luogo natio

«Quattro versi e un titolo», possono raccontare in modo adeguato i segni del tempo e le vicende di una vita, dice Roberto Veracini nella premessa a Esercizi di distanza (ETS Edizioni). Poesie in estrema sintesi, dunque. Un versificare, dolce e tremendo, che intende essere il resoconto dei respiri di un passaggio esistenziale. Il poeta di Volterra che […]

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Claudio Pasi
A proposito di "Animadaria"

Poesia del giardino

Ritorna libro che Gianfranco Maretti Tregiardini dedicò alla «giardineria», una attività che coniuga la natura alle parole. Il rigore botanico si mescola a una lenta e profonda capacità di riflettere sulle cose della vita

Chi nei decenni appena trascorsi si fosse trovato ad assistere a qualche evento letterario o artistico –  presentazioni di libri o vernici di mostre – tra Emilia, Lombardia orientale e basso Veneto, avrà magari avuto occasione di imbattersi, vista la sua assidua e coinvolta partecipazione a tali incontri, nella figura svettante e allampanata di Gianfranco […]

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Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Cosmica fraternità

Non si tratta di “buonismo”. Qui, in questi versi del bengalese Tagore, «uno dei fari del Novecento», Bontà e Bellezza appartengono all’origine, quella che avvicina a Dio, alla sua luce, alla sua gloria destinate a riflettersi sugli “uomini di buona volontà”

Con la magnifica naturalezza che incantò Yeats, il grande poeta bengalese Tagore attraversa il cosmo interamente, dal divino all’eros, dalla beatitudine alla visione, dai torrenti alle acque, agli spazi del cielo, dal corpo della donna al corpo mistico dell’universo.E il suo soffio è mosso da compassione, una fraternità cosmica, naturale, nulla di volontaristicamente “buono”.Tutto è […]

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Raoul Precht
Periscopio (globale)

Le ferite di Pizarnik

A cinquant'anni dalla tragica morte, è il momento di rileggere i versi dell'argentina Alejandra Pizarnik: «Scrivere poesie significa riparare la ferita fondamentale, lo squarcio di cui tutti soffriamo, eliminando innanzitutto le parole superflue»

Certi poeti sono come meteore. Vengono, sparigliano, vanno – e poi si scopre che qualcosa è cambiato. Uno di questi è senz’ombra di dubbio Alejandra Pizarnik, poetessa argentina amica fra gli altri di Cortázar, Paz, Pieyre de Mandiargues e Silvina Ocampo, morta cinquant’anni fa, il 25 settembre 1972, a Buenos Aires. Da poco aveva compiuto […]

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Roberto Mussapi
Every beat of my life

La notte di Shelley

Il poeta delle odi al vento occidentale, sommo autore di liriche brevi (come il suo amico John Keats, secondo solo a Shakespeare), svela la banalità della “buona notte”: nel silenzio e nel buio, nasconde «avventure e sventure dell’anima»

Ho consegnato a Feltrinelli, il mio Shelley. Il poeta delle odi al vento occidentale, alla bellezza intellettuale, all’anima del mondo. Straordinario, quanto nelle elegie e nei drammi in versi, pensiamo al suo Prometeo inspirato al capolavoro di Eschilo.Ma accanto alle elegie, ai poemi, ai drammi incantano, come nel suo amico John Keats (il massimo autore inglese di […]

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Marco Vitale
“Botanico brogliaccio” di Rosa Pierno

Fu per errore che nacque la rosa?

«Allegorico e sorprendente» il poema in prosa dell’autrice napoletana, un teatro botanico dove scienza e arte «fanno corpo» mentre con lucentezza si susseguono le immagini di un erbario che nasce dalla realtà distanziandosene sempre

Il poème en prose, che ha come atto di nascita a metà Ottocento le fantasie fiamminghe di Aloysius Bertrand raccolte nel delizioso Gaspard de la Nuit, è un genere frequentatissimo della poesia francese, fino a divenirne per larghi tratti egemone. La cultura poetica italiana se ne è tenuta invece sostanzialmente distante, salvo aderirvi in rari e felici […]

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Giuseppe Grattacaso
A proposito di “Camera sul vuoto"

Versi sul vuoto

La nuova raccolta di poesie di Bruno Galluccio disegna un percorso alla ricerca dell'origine della vita: una ricerca senza fine perché ha la consapevolezza di non avere senso. Ma proprio in questa ricerca c'è il valore dell'esistenza

La “camera sul vuoto” che dà il titolo alla più recente, preziosa raccolta di poesie di Bruno Galluccio, è quella dalla quale il genere umano guarda verso il mondo. A chi si affaccia “sul vuoto”, il mondo si manifesta con le sue rappresentazioni più vicine e familiari, delle quali comunque spesso sfugge il senso, e […]

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Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Lucrezio e la poesia di Milo De Angelis

“De rerum natura”, capolavoro universale amato dai maggiori lungo i secoli, tradotto da uno dei nostri maggiori di oggi. Che ricrea il poema, «tragico, con lampeggiamenti di vita felice», con lo stile «duro e alto» che gli si addice

Versi sulla materia, sulla natura, versi di meraviglia. Nel 1417 avviene una scoperta che cambierà la nostra visione del mondo. L’umanista toscano Poggio Bracciolini trova nell’abbazia di San Gallo, vicina al lago di Costanza, il manoscritto del De rerum natura, in italiano Della natura, o La natura delle cose, che sembrava perduto per sempre. Lucrezio, uno dei massimi poeti […]

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Roberto Mussapi
Every beat of my life

Il Leone nero e il Principe dei dubbi

Amleto secondo Wole Soyinka, grande drammaturgo e «scrittore in toto». Il suo teatro segna «il ritorno di un genere poetico delle origini greche» e riporta «la poesia al suo originario connubio con il teatro»

Quando vinse il premio Nobel per la letteratura nel 1986, il primo conquistato da un africano, il cinquantaduenne Wole Soyinka era rappresentato come una rivelazione sulle scene londinesi. Grande drammaturgo, Soyinka è scrittore in toto: poesie sui miti universali, come Ulisse, romanzi che fondano un’epopea. Da Gli interpreti, ad Aké,romanzo di formazione, a L’uomo è morto, scritto durante la prigionia e la […]

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Giuseppe Grattacaso
A proposito di "Insonnia"

La logica della notte

Andrea Manzi esplora, tra poesia e prosa, le insidie dell’insonnia. Fino a concludere che, forse, il prolungarsi della veglia oltre il suo tempo è un’occasione di conoscenza. Tutto sta a riempire quel nuovo spazio

L’insonnia è condanna, ma in qualche modo anche strumento di conoscenza, scandaglio per indagare la realtà da un punto di osservazione diverso, in parte diametralmente opposto, rispetto a quello abituale. Può darsi, anzi, che la condanna consista proprio nell’essere costretti a penetrare e a permanere nella zona buia delle ore notturne, animata da presenze invisibili […]

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