Su “Se solo il mio cuore fosse pietra”
La giornalista e scrittrice Titti Marrone racconte le storie terribili di quei bambini che, conosciuto l'inferno di Auschwitz e altri lager nazisti, furono lentamente recuperati alla vita grazie a un progetto voluto (e gestito dietro le quinte) da Anna Freud
Certi romanzi mettono in cammino la nostra realtà immaginativa. Ma ci pongono anche di fronte alla necessità di guardarci dentro. Osservare con coraggio il mondo oscuro nel quale la Grande Storia sommerge le piccole storie alle quali invece è fortemente connessa. Nel romanzo di Titti Marrone, Se solo il mio cuore fosse pietra (Feltrinelli, pagine […]
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Nella Giornata della memoria
C'è sempre più bisogno di "capire" la Shoah. Due libri ne descrivono aspetti nuovi e inquietanti. Robert Waisman (alias Romek Wajsman) racconta la sua esperienza di bambino nel lager. La storica Lucy Adlington, invece, rievoca le recluse costrette a cucire abiti per le mogli delle Ss
«Sei ebreo, devi morire al forno». Lo hanno urlato due ragazze quindicenni a uno che di anni ne ha tredici e che stava giocando in un parco pubblico di Campiglia Marittima. È successo domenica scorsa, ed è di quelle notizie “impossibili” eppure reali. Che ne sanno, quelle adolescenti, dei crematori nazisti? Che cosa hanno visto, […]
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Lo scaffale degli editori
“I libri sono la luce” ricorda la protagonista de “La biblioteca di Parigi”. Uno dei titoli in uscita per il Giorno della Memoria. Alcuni necessari, come il dialogo tra Liliana Segre e Gherardo Colombo, insieme ad altri destinati a suscitare polemiche, come quello che accende dubbi su Bartali eroe
«Auschwitz? Quando, anni dopo, studiai Dante mi resi conto che eravamo delle dannate, condannate con delle pene. Entrando lì, pensai di essere impazzita. Era un luogo progettato a tavolino da persone stimate nel loro mondo, un luogo che avevano pensato per l’“altro”…». Liliana Segre, la senatrice novantenne, dialoga con Gherardo Colombo, il magistrato del caso […]
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Il giorno della memoria/2
Stefano Massini ricostruisce il dialogo tra il boia nazista Adolf Eichmann e la filosofa Hannah Arendt che portò alla genesi de "La banalità del male". Una scena teatrale sulla terribile idiozia della sopraffazione
«Il linguaggio, Herr Eichmann, il linguaggio è lo specchio, sempre, di cosa sentiamo davvero», precisa la filosofa e storica ebrea tedesca Hannah Arendt in un colloquio, immaginato da Stefano Massini, col gerarca delle SS responsabile della organizzazione e pianificazione dello sterminio di milioni di ebrei. Le parole rivelano la realtà dei fatti e se si […]
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Le memorie di un "tätowierer"
Ludwig “Lale” Eisenberg era costretto a tatuare i numeri sull'avambraccio dei prigionieri di Auschwitz. Per oltre mezzo secolo ha mantenuto il suo segreto. Solo prima di morire lo ha rivelato in una lunga intervista appena uscita in Gran Bretagna
Ha trascorso tre anni nell’inferno di Auschwitz, dove era stato deportato nell’aprile del 1942, all’età di 26 anni. La storia di Ludwig “Lale” Eisenberg, nato in Slovacchia nel 1916 da genitori ebrei, inizia proprio nel campo di sterminio che più di ogni altro è il simbolo dell’Olocausto. Lale era il “tätowierer”, il tatuatore di Auschwitz, […]
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Incontro con il regista ucraino
Sergei Loznitsa parla del suo “Austerlitz” che segue un'indolente comitiva di turisti nella memoria dell'olocausto. Tra un selfie, un panino e uno sbadiglio annoiato
«Si può trasmettere la memoria attraverso i luoghi? E i luoghi possono essere preservati insieme alla memoria stessa?». Questi gli interrogativi di Sergei Loznitsa al momento di girare il suo ultimo film, Austerlitz (2016), presentato fuori concorso a Venezia 73 e da poco passato nelle sale italiane. Il titolo non si riferisce, come si potrebbe […]
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Memoria e memorie/1
Il nazismo visto da Tadeusz Pankiewicz, farmacista "ariano" che scelse di restare fino alla fine nel Ghetto di Cracovia per cercare di aiutare in qualche modo gli ebrei
I nazisti non parlavano in modo normale. Urlavano. È questa una delle tante cose osservate e poi descritte dal polacco Tadeusz Pankiewicz, il farmacista ariano che volle rimanere nel ghetto di Cracovia, città che, assieme a Varsavia, fu il teatro della grande prova generale della reclusione, della deportazione degli ebrei da parte dei tedeschi invasori, […]
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“Io non mi chiamo Miriam”
La letteratura dell’Olocausto si arricchisce dell’avvincente romanzo di Majgull Axelsson. Dove tra presente e memorie si racconta la vicenda di una ragazzina rom che pensando di salvarsi si spaccia per ebrea, andando così incontro a un tragico destino
Io non mi chiamo Miriam (Iperborea, 2016) di Majgull Axelsson è innanzi tutto un romanzo, un romanzo avvincente che ti prende dalla prima all’ultima pagina. Al di là del discorso che viene spontaneo – come sottolinea nella postfazione Bjorn Larsson, che comunque evidenzia anche la “narratività” che distingue questo da molti scritti-documento sull’olocausto – a […]
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A proposito di "Orgoglio e genocidio"
Alberto Burgio e Marina Lalatta Costerbosa, dati alla mano, hanno ricostruito l'agghiacciante storia dell'adesione popolare al nazismo e ai suoi orrori. Per non dimenticare
Avere a capo Hitler ed essere tedeschi felici. Anzi, orgogliosi. Anzi, sentirsi eticamente corretti. Anzi, socialmente proficui. Addirittura privilegiati (come, ad esempio, quell’indimenticabile «professore di anatomia Johann Paul Kremer che, comandato ad Auschwitz, nel suo diario si compiace dell’opportunità di prelevare materiale freschissimo di fegato, milza e pancreas dai cadaveri dei deportati uccisi con iniezioni […]
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Analisi di un classico da rileggere
«Lettera alla madre» di Edith Bruck è un capolavoro sull'assenza di senso della vita. Il romanzo di una “reduce“ sull’impossibilità di vivere davvero dopo Auschwitz
Edith Bruck – scrittrice ungherese, ma italiana d’adozione – ha scritto molti libri importanti. Ma io voglio parlare qui solo di un suo lungo racconto, o breve romanzo, Lettera alla madre (si trova in Privato, Garzanti, fra gli altri). Sono emerso dalla lettura di Lettera alla madre di Edith Bruck con il nodo alla gola. […]
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