Michela Di Renzo
Una storia di amore e cibo

La chianina

«Quando tagliarono le bistecche, la carne era grigiastra e in bocca, anziché sciogliersi come burro, era stopposa. Fecero cena tutti e tre in silenzio. Barbara bevve diversi bicchieri di vino per aiutarsi a buttare giù quella gomma da masticare, che però, imbevuta di quel liquido acido, era ancora più disgustosa»

Barbara si girò verso suo marito e gli scosse leggermente la spalla destra. Vedendo che non si svegliava ripeté il gesto. “Ti sta suonando di nuovo il cellulare”.  Sul comodino stile Impero il Samsung emetteva una luce intensa, vibrando come una zanzara gigante. “Ancora?” sbuffò Giancarlo, allungando la mano verso il telefono. Poi con voce […]

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Michela Di Renzo
Una storia inedita

Il gremlin

«Si mise seduta su una sedia e tirò fuori dalla borsa il cellulare per chiamare suo marito che era di turno, ma fu più forte la curiosità di vedere cosa fosse un gremlin...»

“Ho fatto bene a venire al supermercato a quest’ora, non c’è quasi nessuno”, pensò Marina dirigendosi verso le casse. “E se prendessi una birra artigianale da abbinare alla pizza anziché la solita Peroni?” Per un attimo si vide davanti Roberto che la assaporava lentamente. Subito dopo suo marito avrebbe detto, leccandosi il labbro superiore ricoperto […]

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Michela Di Renzo
Una storia inedita

La scacchiera

«Era cominciato tutto tre mesi prima quando la nonna Meri, ovvero la mamma di Fabio, era scivolata in bagno sbattendo la testa contro il lavandino. La signora di ottanta e passa anni aveva taciuto l’accaduto al figlio finché lui non aveva notato sul suo volto due lividi neri intorno agli occhi»

Le note iniziali della toccata e fuga di Bach in Do minore stavano risuonando in tutta la casa. “Signore, ti prego, fa’ che risponda” mormorò Patrizia affondando la testa dentro al cuscino e stringendolo intorno alle orecchie. Ma la musica continuava imperterrita a martellarle i timpani. “Che sia diventato sordo improvvisamente?” pensò alzandosi dal letto. […]

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Michela Di Renzo
Una storia esemplare

L’ultima sigaretta

«All’altezza dell’edicola si era fermata improvvisamente e aveva chiesto al giovane dietro al banco: “Vorrei un pacchetto di sigarette.” Il ragazzo l’aveva guardata stupito perché in tanti anni aveva comprato da lui solo il settimanale di moda. Anna era arrossita»

Quel lunedì il programma della giornata di Anna comprendeva il solito turno di lavoro al Pronto Soccorso fino alle due e mezza, la spesa al supermercato nel primo pomeriggio e il corso di pilates alle sei. Avendo indugiato qualche minuto di troppo sotto il piumone dopo il suono della sveglia, aveva dovuto fare tutto di […]

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Michela Di Renzo
L'estate del nostro scontento?/12

La belva al sole

«Quando era tornata a casa dopo il vaccino, Mauro aveva fatto una battura per allentare le tensione che le aveva letto sul viso. “Chissà a che ora ti spuntano le ali di pipistrello.” Lei si era messa a letto, con gli occhi chiusi, ad aspettare. Le ali finora non sono comparse...»

Quando Anna arriva nello spogliatoio ha l’attaccatura dei capelli tutta bagnata di sudore. “Sembrano già sporchi anche se li ho lavati stamattina”, pensa guardandosi allo specchio del bagno; per rinfrescare il collo raccoglie le mechès sulla testa e le ferma con una pinza, in modo da formare una coda. “Speriamo che con queste temperature sahariane […]

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Michela Di Renzo
Una storia di dissimulazioni

Tordelli’s

«"Venite a New York, nel mio locale si mangia bene, facciamo la cucina tipica italiana, anzi toscana; lo sapete come si chiama?”. E con accento americano disse: “Tordelli’s”. “Ma te non ti chiamavi Mari?”»

Nel bar delle Terme c’era un tepore piacevole e rilassante. Anna si aprì la giacca azzurra della tuta di pile chiedendosi se fosse il caso di levarsela e restare in maglietta a mezze maniche. “Meglio non rischiare, in fondo siamo sempre a marzo” concluse dopo aver dato un’occhiata alle finestre enormi. Mentre si accertava che […]

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Michela Di Renzo
La storia di un'ossessione

La cartella elettronica

«Mi risveglio e mi guardo attorno: sono a letto, in una stanza di ospedale, da sola, e sento un dolore tremendo alla pancia. Sollevo piano piano il lenzuolo e vedo spuntare dal mio addome due tubicini, pieni di un liquido verdastro...»

La luce al neon del box è così forte che pur tenendo gli occhi chiusi sembra di essere in pieno giorno e la barella dura come una roccia preme fastidiosamente contro la mia schiena indolenzita. Eppure è proprio ora, nel momento in cui cerco di isolarmi il più possibile dalle voci concitate delle infermiere, dal […]

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Michela Di Renzo
Un racconto inedito

Un giorno perfetto

«Durante il rinfresco la temperatura sotto il pergolato per fortuna si rivelò tollerabile: mentre sua sorella Livia rideva e scherzava con Davide, Anna ogni tanto si alzava e andava a controllare che ai tavoli degli ospiti non mancasse niente...»

Anna si affacciò al balcone e guardò in alto, verso il cielo, dove alcuni nuvoloni grigi si stavano addensando minacciosamente. “Mi sa che stavolta le previsioni del tempo ci hanno azzeccato” pensò. “Probabilmente dopo la cerimonia inizierà a piovere”. Del resto la giornata era eccezionalmente calda per essere una domenica di metà maggio, con temperature […]

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Michela Di Renzo
Un'avventura inedita

Anna e la fitodiversità

«Durante quella passeggiata a Firenze con Claudio le era tornato in mente il borsello: la capatina dentro alla boutique per ripararlo le era parsa un’ancora di salvezza in quel pomeriggio che sembrava non passare mai...»

“Ti dispiace se entriamo un attimo?” Anna pronunciò la frase davanti alla porta della boutique collocata nell’angolo della piazza rinascimentale dopo aver guardato a lungo la vetrina del negozio, dove sugli scaffali sottili di legno bianco trafilati in oro era esposta l’ultima collezione di borse con la loro foggia a trapezio, leggermente arrotondato verso il […]

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Michela Di Renzo
Vita di pronto soccorso

L’anello di Daniela

«Sulla porta comparve un uomo di mezza età, col volto accigliato, i capelli crespi arruffati, la barba sfatta da giorni e indosso una tuta da lavoro sporca. Dietro di lui si intravedeva una donna anziana coperta da una tunica nera lunga fino ai piedi e con un velo dello stesso colore sul capo»

Il paziente dietro la tenda gialla che copriva la parete a vetri dell’ambulatorio stava imprecando da dieci minuti. “Aspetto da più di tre ore” urlava una voce maschile, giovane, sempre più alta, ogni volta che qualcuno passava lì davanti. Daniela alzò gli occhi al cielo sospirando, si rivolse a Leo e appoggiando sconsolata la fronte […]

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