Manuela Guarnieri
Una storia napoletana

La foresta di penna nera

«“Ma quale primavera, Munaciè, questa sta così da quella notte”, continuò Nunzia abbassando il tono della voce, fino a bisbigliare, sul finire della frase. Munaciello si poggiò la matita ormai ridotta a mozzicone sull’orecchio peloso e continuò a battere le sue dita tozze e grassocce sulla calcolatrice»

“Oggi ti prendi nu’schiaffone”. Nunzia non si fidava più di guardarla, sua figlia, mentre occhi scuri e sguardo perso nel vuoto girava e rigirava il cucchiaino mezzo arrugginito nel caffellatte. Una lenza di sole entrava pigra dalla finestra e illuminava di taglio lo zigomo di Tania. “Non ti capisco più figlia mia, pare sempre che […]

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Manuela Guarnieri
Un racconto di amore e dolore

Punto e virgola

«Lo chiamavano Gabibbo perché non indossava altro colore che il rosso. Al suo balcone penzolavano solo enormi e slabbrate mutande e deformi calzini, fantasmini e calze di spugna di ogni tonalità vermiglia, in gran parte bucati sull’alluce»

“Verso la quinta settimana di gravidanza, a formarsi per primo è il cuore. E lo fa molto prima di occhi, braccia, gambe e cervello. Lo sapevi, Mia?”. Gabibbo era così: grosso come un bue, con una cicatrice che gli apriva un solco rosa in mezzo a una testa bianca coperta da radi, lunghi e unti […]

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