Vista al Macro di Roma
Luca Lo Pinto apre la sua stagione al museo capitolino con una mostra che ripercorre in modo orizzontale (rimanendo sempre sulla superficie delle cose) l'arte romana dell'inizio degli anni Settanta. Come se il tempo (e le due problematiche) si fosse fermato allora
Ad accogliere chi entra e chi esce, una risata. O meglio la registrazione di una risata. Metallica, fastidiosa, stridente. Due volte finta. Come può essere il fantasma di una citazione ripescata nelle nebbie del tempo. Cinquanta anni fa per l’esattezza. Una risata storica, quella con cui nel 1970 Gino De Dominicis si fece beffa dei […]
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Il dibattito su arte e conservazione
La ristrutturazione del Macro e le celebrazioni per i dieci anni del Maxxi ripropongono un grande tema: a che cosa serve un museo? A capire e ad entrare nelle ragioni dell'estetica oppure a guardare (come facciamo con i social)?
Su Repubblica Francesco Bonami, un divulgatore e curatore titolato e smagato, tra i pochi capaci sulla piazza di maneggiare un linguaggio per non iniziati, ha pubblicato un articolo che offre molti spunti di riflessione a chi segue le vicende dell’arte e del mondo di oggi e non riesce a raccapezzarsi. Riflessioni che si intrecciano con […]
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Piccola rivoluzione nell'istituzione romana
Chiusa rapidamente l'esperienza di Giorgio De Finis, il Macro si affida a un curatore trendy e in carriera: Luca Lo Pinto. Riapertura ad aprile, nel segno di una vecchia avanguardia: quella dell'immaginazione preventiva
Archiviato, con molti ipocriti complimenti ma probabilmente nessun rimpianto, l’esperimento di Giorgio De Finis, il Macro di Roma, passato sotto la direzione di Luca Lo Pinto, presenta ufficialmente quello che dovrebbe essere il proprio futuro per i prossimi tre anni. La prima novità, di sostanza, è l’aumento del budget a disposizione: dai 400 mila euro […]
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Quattro studiosi, Laura Barreca, Andrea Lissoni, Luca Lo Pinto e Costanza Paissan, hanno tracciato nel saggio “Terrazza" il ritratto dell'arte italiana degli Anni Zero. Con molte pretese e troppi vuoti di memoria
Si può sventolare come biglietto di presentazione di un saggio a più mani sui territori fluttuanti dell’arte di oggi in Italia il titolo: «La terrazza»? Evocando un luogo simbolico, quello delle terrazze romane dove piccoli gruppi di intellettuali noiosi e annoiati, come il Jep Gambardella di Sorrentino, si ergevano a custodi e promotori del gusto […]
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