Paola Benadusi Marzocca
A proposito di "Se scorre il sangue"

I mostri di King

I quattro nuovi racconti di Stephen King galleggiano tra l'orrore e la dolcezza. E rappresentano un catalogo della doppiezza tutta statunitense caratterizzata da solitudini infinite, panico e spietatezza disumana

Il nome di Stephen King è decisamente popolare, i suoi racconti e romanzi corrono per il mondo; piacciano ai giovanissimi come agli adulti perché riflettono la realtà della vita con occhio scanzonato, ma con intima partecipazione perché lo scrittore sembra vivere i dolori dei suoi personaggi, i compromessi cui sono costretti per sopravvivere, i rari […]

continua »
Delia Morea
Su “Lettere d’amore di un eccentrico”

Un amore di Fusco

Dario Biagi racconta la relazione di Gian Carlo Fusco con Floriana Maudente attraverso le lettere. Una storia straordinariamente rappresentativa dell'Italia del secondo Novecento. Un Paese che univa sogni provinciali e meraviglie metropolitane

Genio e sregolatezza, personaggio vulcanico, giornalista di “penna” – come si diceva una volta – scrittore ironico e di contenuti, questo e molto altro si potrebbe raccontare di Giancarlo Fusco, giornalista e scrittore spezzino. Fusco ha segnato, a cavallo dei mirabolanti anni ’60, un certo tipo di narrazione italiana attraversando una carriera eclettica, con ogni […]

continua »
Pier Mario Fasanotti
Su “Breve storia della risata”

A che serve ridere

La studiosa inglese Terry Eagleton riassume in un saggio sospeso tra antropologia e psicoanalisi il significato della risata nella vita come nella letteratura. Che non sempre è un atto liberatorio: può anche essere un modo per nascondere i problemi

Viviamo tempi cupi, serpeggia l’incertezza; oltre all’indigenza che rischia di abbattersi pesantemente su un’economia già sfibrata. E invece radio, televisione e annunci pubblicitari inducono al sorriso e alla fiducia. Se ci fate caso, sul piccolo schermo, votato all’entusiasmo tricolore (non più appannaggio del calcio), non scoppia mai una risata. A eccezione, ovviamente, di spettacolini (solitamente […]

continua »
Nicola Fano
Omaggio a Roberto Mussapi/1

Teatro è una parola

La raccolta "I nomi e le voci" propone una serie di testi teatrali che mettono in chiaro quale sia il rapporto tra la poesia e la scena. Una relazione che va dal mito alla quotidianità, dai classici ai sotterranei di un autogrill

Molti studiosi di Shakespeare si sono chiesti spesso perché scrivesse teatro in versi (quei suoi versi così ostici, da comporre, dalla metrica quasi intraducibile): posto che le sue storie sono ovviamente importanti, ma che ancora più importanti sono i sentimenti dei personaggi che le abitano (possiamo dimenticare gli incastri della successione di Danimarca, non lo […]

continua »
Ettore Canepa
Omaggio a Roberto Mussapi /2

Un erede di Yeats

“I nomi e le voci” afferma con chiarezza l’organica continuità di Mussapi con il poeta irlandese. Nella forma, nei contenuti e nella capacità di estrarre il magico dal dramma della vita, ristabilendo l’armonia e l’equilibrio che sono il segreto della creatività

Sotto molti aspetti Mussapi è erede di Yeats, al quale lo legano vere affinità elettive. In questo libro di monologhi in versi, un palese riferimento alla poesia di W. B. Yeats balza immediatamente agli occhi nel titolo della sezione centrale, Verso Bisanzio, che posto così, nel cuore dell’opera, sembra preservarne il significato più intimo. Non si […]

continua »
Giulio Guidorizzi
Omaggio a Roberto Mussapi /3

Un filo e la memoria

La nuova antologia di monologhi in versi di Roberto Mussapi si apre con l'ispirato racconto di Arianna sul suo risveglio e sulla scoperta della solitudine dopo l’abbandono di Teseo. Anche quando sperimenterà l’eterno, continuerà a rimpiangere “quel vuoto/ tra dito e dito dove passava un filo”

Il giorno in cui finì il lockdown, il 3 di maggio, mi arrivò un plico: conteneva una copia dell’ultimo libro di Roberto Mussapi, I nomi e le voci (Mondadori, Lo Specchio). Mi parve un evento fortemente simbolico, e anche gioioso: la vita riprendeva con la poesia! Faticosamente, in quel giorno, la gente stava uscendo dalle case […]

continua »
Riccardo Bravi
A proposito de “Le Tiers temps”

L’incubo di Beckett

Maylis Besserie ha trasformato in un romanzo l'ultimo, difficile anno di vita di Samuel Beckett. Quei mesi nei quali, costretto in clinica per una caduta, tradusse in francese il suo ultimo testo, Stirrings Still: la storia di un uomo che cerca di sfuggire al suo incubo

Le Tiers temps di Maylis Besserie – da poco uscito per Gallimard, pp. 155, euro 18,00 – narra con ineluttabile dovizia di particolari e con una vasta dose di humour le ultime peripezie del drammaturgo irlandese Samuel Beckett, Premio Nobel per la letteratura 1969, durante i suoi trascorsi parigini nella residenza per anziani Le Tiers […]

continua »
Lidia Lombardi
Lo scaffale degli editori

Noi e il Novecento

In “Us” adolescenti incollati a realtà virtuali fanno riflettere sulla nostra storia recente. “Anna di Ingleside”, eroina d’antan, torna in libreria e diventa star di Netflix. “La bambina senza il sorriso” svela misteri napoletani e l’anima partenopea nascosta

I ragazzi reclusi in casa nel lockdown, la sindrome della grotta. Non si può non collegare alla “rivoluzione” nelle nostre vite causata dal coronavirus l’esemplare romanzo di Michele Cocchi, Us (Fandango, 319 pagine, 17 euro). Ma non è un instant book, l’autore lo ha scritto in tempi non sospetti, poi il caso ha voluto che fosse […]

continua »
Pier Mario Fasanotti
Consigli per gli acquisti

Sostiene Mishima

Le sentenze (tra pessimismo e esaltazione) di Yukio Mishima, le solitudini (tra cinema e letteratura) di Gianni Di Gregorio e la quotidianità (tra Est e Ovest d'Europa) di Georgi Gospodinov

Il samurai. Spesso facciamo fatica a comprendere lo spirito profondo della letteratura giapponese. Ancora di più capire appieno Yukio Mishima, candidato per tre volte al premio Nobel. La sua esistenza, intrisa di contrasti ed eccessi, presenta un doppio risvolto (come annota Alex Pietrogiacomi nella prefazione). Educato dalla nonna (che risultò essere un giogo emotivamente malato) […]

continua »
Pier Mario Fasanotti
A proposito di “Tre vivi, tre morti”

Firenze georgiana

Trentacinquenne georgiana, Ruska Jorjoliani ha scritto un romanzo ironico e amaro sull'incomunicabilità. Ne è protagonista una improbabile coppia di professori sbadati nella Firenze degli anni Cinquanta. Un libro tutto da scoprire

Dopo un sogno in cui vide suo padre, di spalle, mentre scalfiva la corteccia di un salice, si svegliò bruscamente. Modesto Pacini, docente in un liceo di Firenze, si mise a esaminare la posta. Era ancora l’alba, sua moglie Aurora, preside nella stessa città, russava. Era una busta gialla, anonima. Il prenderla in mano lo […]

continua »