Alla riscoperta di un grande
Sono passati trent'anni dai “Sillabari“. Fu una piccola grande rivoluzione tra poesia e narrativa: un azzardo subito cancellato dalla routine editoriale. Un motivo in più per tornare a parlarne
Nel 1984, il primo si unì al secondo e furono i Sillabari, finalmente: l’opera di Parise accedeva alla discussione critica, perché il suo era un libro vero e proprio, e quelle prose difficilmente etichettabili che era stato possibile apprezzare, sulle pagine del Corriere della Sera, erano letteratura, nonostante la via per raggiungere quell’altitudine, per guadagnarsi […]
continua »
Tra cinema e letteratura
Rapidità, leggerezza, esattezza, visibilità, molteplicità: ecco gli elementi che rendono "Smetto quando voglio" un prodotto perfettamente italiano e pienamente in linea con le leggi del mercato internazionale. Seguendo la lezione di Calvino...
In un film italiano in circolazione – Smetto quando voglio, di Sydney Sibilia – c’è una istantanea della crisi più fulminante di tanti libri di sociologia. Quando il proprietario di un’autodemolizione chiede a un giovane in cerca di impiego alcune informazioni su esperienze precedenti, lui risponde: «Beh, ho avuto un’aspra diatriba legale…». Da una frase […]
continua »
Una (bella) disputa critica
Oggi il romanziere di "Memoriale" avrebbe compiuto novant'anni. Ci piace ricordarlo come un nevrotico calviniano. Tutto il contrario di come lo ha letto il grande critico Alfonso Berardinelli. Sbagliando di grosso, per una volta...
Capace, a ogni sua prova, di rivoltare tutto, forzare al limite (come in un esperimento) le condizioni di un serrato corpo a corpo con se stesso e con il proprio tempo, Paolo Volponi, avrebbe compiuto novant’anni il 6 febbraio. Stupisce quanto poco adesso sia letto: forse perché lo si considera, a torto, imbozzolato in una […]
continua »
Tempo di partire
Vivere è come attraversare un ponte, che sia quello di Brooklyn o quello sull'Oreto a Palermo: occorre andare, rischiando anche di cadere. La riflessione di un critico letterario sui rapporti tra viaggio e scrittura
I rapporti tra il viaggio e la scrittura? È un tema ampio, se non lo si circoscrive si rischia di essere generici. Conviene dunque partire da se stessi, dalle proprie esperienze. Posso dire di essere un viaggiatore? In parte sì, perché sono attratto dal movimento e non mi scarseggia quella che potremmo chiamare la curiosità di […]
continua »
Il nuovo libro di Antonio Moresco
Ne "La lucina", lo scrittore racconta il peso insostenibile della solitudine prima della morte. Così, come all'eroe di Calvino, al protagonista di questo racconto non resta che assistere alla violenza cieca della natura
Non si fa fatica a comprendere perché Antonio Moresco consideri La lucina (Mondadori, 2013), come scrive nella Lettera all’editore, non il suo libro più significativo, ma senza dubbio quello dal sapore più inequivocabilmente testamentario, come si trattasse della «scatola nera» di tutta la sua esistenza che, nel suo caso, equivale a dire della sua letteratura; […]
continua »
Pensieri (a freddo) su un grande artista
Le sue canzoni raccontavano storie e hanno coltivato l'immaginario popolare del secondo Novecento così come la letturara aveva fatto nell'Ottocento e la poesia nel primo Novecento. Un autore tra Calvino e García Márquez. Ecco che cosa abbiamo perso davvero
In morte di Enzo Jannacci è stato scritto di tutto, tranne la cosa più “scandalosa” per la cultura italiana: che era un romanziere. Forse uno dei nostri maggiori romanzieri del dopoguerra. Nel secondo Novecento il romanzo ha perso i connotati del canone ottocentesco ed è diventato un’altra cosa. È diventato un contenitore di storie slegato, […]
continua »