Gianni Cerasuolo
Italia-Germania 4-3/La partita

Quelli dell’Azteca

Un golletto di Boninsegna al 10', poi ottantadue minuti di assedio fino al pareggio assurdo di Schnellinger. Fu a quel punto che cominciò la “partita del secolo”. Con colpi di scena, drammi e braccia al cielo. Nella seconda puntata della nostra inchiesta, la cronaca di un evento che ha fatto la storia dello sport

«Ascoltatori italiani buonasera in diretta via satellite dal Messico. La nazionale italiana con le belle e precedenti prove, specialmente con la partita contro il Messico nei quarti di finale, ha conquistato il diritto di disputare allo stadio Azteca la semifinale per il campionato del mondo…». Cinquant’anni fa, Nando Martellini cominciava così nel suo stile asciutto […]

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Gianni Cerasuolo
Italia-Germania 4-3/ Il Paese

Bombe e pallone

Cinquant'anni fa la partita del secolo a Messico '70. Che Italia era, quella che scese in piazza per la prima volta per il calcio? Era appena passato il Sessantotto, la politica era incerta, Piazza Fontana era insanguinata mentre si cantava Lucio Battisti. La prima parte di un'inchiesta in tre puntate

Quel giorno un bel po’ di famiglie erano preoccupate per i loro ragazzi. Come succede oggi a causa del Covid 19, i genitori non sapevano quando e come sarebbe ripresa la scuola, c’erano di mezzo scrutini ed esami, ma allora fu per via di uno sciopero infinito di docenti e personale delle sigle sindacali autonome. […]

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Gianni Cerasuolo
In margine a un libro di Viola Ardone

I treni e la speranza

Dopo la Seconda Guerra l'Italia era un Paese solidale. Il Pci, per anni e con l'ostracismo palese dei governi e della Chiesa, organizzò un programma di ospitalità di bambini poveri che, per alcuni mesi o anni, riuscivano a mangiare e a crescere presso famiglie "ricche"

Adesso, in un Paese che si guarda con ostilità e sparge odio, sembra impossibile che sia potuto accadere questo fatto. Invece oltre settant’anni fa è successo che 70 mila bambini del Sud, poveri e devastati dalla guerra, venissero aiutati da altri italiani che li ripulirono, gli offrirono casa e un piatto di pasta, li fecero […]

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Gianni Cerasuolo
Fa male lo sport

Storia di Tortu

Allenarsi, sfidare il tempo e il vento, credere nelle proprie possibilità e spostare il limite sempre un po' più in là. Insomma: correre. È il destino di Filippo Tortu, stella bianca (italiana) dei 100 metri mondiali di atletica. Ecco la sua storia

Potrebbe essere anche lui un adolescente del Friday for future. Non avesse 21 anni. Ma con quella faccia da bravo ragazzo, i modi svelti ed educati al punto da chiedere scusa prima di dire in tv: «Bisognava tirare fuori le palle», potrebbe sfilare con i giovani che si battono per il pianeta. Lui le ha […]

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Gianni Cerasuolo
La morte del grande campione

Il pianto di Lauda

Ha resistito a uno degli incidenti più terribili della storia della Formula 1 quando sembrava ormai una cosa sola con la macchina. Ma in realtà guidava con il cuore, come quando pianse di paura, in Giappone... Omaggio a Niki Lauda

No, non era un “computer”, Niki Lauda. Il freddo, distaccato viennese che programmava ogni cosa dentro e fuori le piste, secondo la vulgata giornalistica. Era emotivo, Niki, aveva la lingua tagliente e le cose non le mandava a dire. «La Ferrari ha una macchina di merda…» resterà la sua hit, non un giro di valzer, […]

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Gianni Cerasuolo
A proposito di "Napoli velata"

Napoli senza Gomorra

Il nuovo (buon) film di Ferzan Ozpetek recupera un'immagine conturbante e barocca della città: quasi l'antagonista della prateria dei Genny. Napoli vittima e carnefice, come sempre: e poi la sua gente, il popolo vascio e i nuovi patrizi...

Quante Napoli? La Napoli di Gomorra o la Napoli tranquilla e borghese e tardoeduardiana? La Napoli raffinata, barocca e viscida che compie delitti senza sporcarsi le mani? La Napoli della bella ’mbriana o della figliata dei femmenielli? O infine la Napoli bagnata e cupa di Malacqua, straordinario scritto lasciato marcire, fino a ieri, nella dimenticanza […]

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Gianni Cerasuolo
Storie di Sport

Un derby venduto?

Accadde nel 1927: il Torino vinse lo scudetto. Ma (forse) dopo aver comprato un derby contro la Juventus. Un (presunto?) illecito per il quale pagò la persona sbagliata (Gigi Allemandi). Ricostruiamo un giallo fatto di sport, corruzione, giornalismo facilone e tanto fascismo

È come se qualcuno avesse passato sopra il bianchetto. Ci sono due spazi vuoti nel romanzo della serie A del calcio. Scudetti non assegnati, è la formula. E tutte e due le volte c’è di mezzo una squadra di Torino. 1926-1927: il Torino. 2004-2005: la Juventus. Calciopoli è vicina e dell’ultimo scandalo tutti sappiamo, più […]

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Gianni Cerasuolo
Fa male lo sport

Ciao Totti, divo in giallorosso

L’addio del Capitano della Roma, accompagnato all’uscita dalla nuova dirigenza della squadra. Inarrivabile e sublime fino a quando ha resistito, la sua uscita di scena è costellata di errori e sbavature sia da parte sua che da parte della società che non l’ha supportato a dovere. Con lui tramonta l’ultimo grande talento italiano

Se la vita non è un film, il lungo addio di Totti alla Roma sembra davvero una pellicola. Forse perché ne ricorda altre: Totti come Norma Desmond in Viale del tramonto («Questa è la mia vita e lo sarà per sempre… mi vogliono ancora»); Totti come Rhett Butler in Via col vento («Separiamoci con un […]

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Gianni Cerasuolo
Fa male lo sport

Sulla montagna sacra

Alla vigilia del centesimo Giro d’Italia, al via domani, memorie della mitica tappa del giugno 1953 sullo Stelvio. Quando imprevedibilmente Coppi l’Airone strappò la vittoria della corsa e la maglia rosa allo svizzero Hugo Koblet. Fu il suo quinto e ultimo trionfo. Un pezzo di storia del ciclismo e di un paese…

Giro d’Italia, edizione numero 100. Non poteva mancare uno dei “santuari” della corsa ciclistica: lo Stelvio, il passo più alto, 2758 metri, la Cima Coppi, un serpentone di tornanti, sono 48, che hanno fatto la storia della manifestazione. Come altri luoghi “sacri”: il Pordoi, le Tre Cime di Lavaredo, il Gavia, il Colle dell’Agnello, il […]

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Gianni Cerasuolo
Fa male lo sport

Storia di CeccoNetzer

Quarant'anni fa morì Luciano Re Cecconi, campione biondo di una Lazio violenta, poco convenzionale e vincente. Tutti dissero che morì per uno scherzo, ma davvero le cose andarono così?

A quei tempi c’erano molti ragazzi, tifosi della Lazio, che dipingevano di giallo la testa del pupazzetto del Subbuteo e gli appiccicavano il numero 8. Il numero 8 era Luciano Re Cecconi da Nerviano, vicino Milano, biondo come un tedesco, quasi albino, che aveva fatto la via degli emigrati al contrario, dal Nord al Sud, […]

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