A proposito de “I sentieri delle Ninfe”
Il critico Fabrizio Coscia ricostruisce un paesaggio di donne-muse-amanti tra i classici della letteratura. Da Petrarca a Nabokov, passando per Ariosto e Proust (ma senza dimenticare Elena di Troia)
Il tipo di personal-essay che pratica Fabrizio Coscia – precisatosi in alcune significative pubblicazioni negli ultimi quattro anni – La bellezza che resta (Melville), Soli eravamo (ad est dell’equatore), dipingere l’invisibile – sulle tracce di Francis Bacon (Sillabe), quest’ultimo I sentieri delle Ninfe (Exorma) – è particolarmente congeniale al mio gusto, alle mie aspettative di […]
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A proposito di “Dipingere l'invisibile”
Fabrizio Coscia, in un piccolo e prezioso libro, insegue il segno e l'ossessione del grande Francis Bacon, cercando di anlizzare perché il pittore irlandese riusciva sempre a giungere all'essenza dell'umano
Fin dagli exerga il libro di Fabrizio Coscia su Francis Bacon (Dipingere l’invisibile, sulle tracce di Francis Bacon, Sillabe, 80 pagine, 10 euro) dichiara le due anime del discorso: rendere visibile ciò che è invisibile ai più e che solo l’artista sa vedere, risultandone ossessionato/a, e la natura convulsa della bellezza – tra Eschilo e Bréton. […]
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La parola e il “vizio assurdo”
Negli ultimi anni di vita, il grande scrittore tentò ripetutamente la carriera di autore cinematografico per cercare di riallacciare il rapporto con l'attrice americana Constance Dowling. Quelle pagine sono l'annuncio della sua fine
«Roma è un crocchio di giovanotti che attendono per farti lustrare le scarpe». È il I° gennaio 1950 quando Cesare Pavese annota sul diario questa frase tagliente e liquidatoria, che è soprattutto il segno del suo scoramento. «Roma tace – scrive –. Né le pietre né le piante dicono più gran che». Passeggia in una […]
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Un piccola scoperta di Adelphi
Pubblicato per la prima volta un frammento dei diari di Walser nei quali disperazione e svagatezza assumo il tono di una digressione sugli "incidenti" della vita
Poco prima della sua reclusione in manicomio, a Berna nel 1929 e poi a Herisau per gli ultimi ventitré anni della sua vita, durante i quali smise di scrivere definitivamente, Robert Walser aveva cominciato a compilare i suoi microgrammi. Con una grafia illeggibile e a matita, talmente piccola che per anni, prima di essere decifrata, […]
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Un delizioso libro della Italosvevo
Marco Rossari analizza il male di leggere, dal flagello di Céline alla sindrome di Salinger giù giù fino al tic di Baricco. Un catalogo comico dei vezzi di chi scrive a orecchio
La letteratura, si sa, è una malattia che si contrae nell’infanzia: il suo primo sintomo è la lettura, poi, il più delle volte, se non curato adeguatamente, il malessere prende piede con un desiderio di leggere sempre di più e infine degenera con un’insana voglia di provare a scrivere. A quel punto, nulla potrà più […]
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Letture vagabonde
Come è potuto succedere che il genio del cantautore inglese Nick Drake non sia stato riconosciuto, all'epoca, tanto da causare l'auto-annullamento del grande artista?
Era schivo, taciturno, terrorizzato dal pubblico. Ma la sua voce dall’incrinatura malinconica aveva una tonalità inconfondibile, la melodia delle sue canzoni non era mai banale, la sua tecnica alla chitarra, suonata quasi come un pianoforte, era insolita, originale, piena di inventiva, e alcuni suoi testi possedevano il dono di una poesia allo stesso tempo arcana e semplice. […]
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Letture vagabonde
Viaggio al termine della notte di Pinocchio, lì dove il capolavoro di Collodi, usando uno scenario violento e perfetto, cattura l'immaginario occidentale. Sospeso tra sogno e paure
Nel cuore della notte, smarrito in un bosco, inseguito dagli «assassini», quando ormai sta per darsi per vinto, vede finalmente nel verde cupo degli alberi «biancheggiare una casina in lontananza». Siamo, lo si sarà capito, al capitolo XV delle Avventure di Pinocchio, quando il burattino, dopo la serata all’Osteria del Gambero Rosso passata con il […]
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A proposito di "Tumbas”
Cees Nooteboom ha visitato le tombe di poeti e scrittori per cercarne il mito e la memoria. Ne è nato un libro da non perdere, con le immagini di Simone Sassen
«La maggior parte dei morti tace. Per i poeti non è così. I poeti continuano a parlare». Nasce da questo assunto fideistico il libro di Cees Nooteboom, Tumbas. Tombe di poeti e pensatori (Iperborea, pagg. 375, euro 20, traduzione di Fulvio Ferrari), che raccoglie trent’anni di pellegrinaggio laico sulle «urne dei forti», con documentazione fotografica […]
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A proposito del "Figlio di Saul"
Il film, terribile e (molto) interessante, di László Nemes sulla Shoah, propone una chiave di lettura inedita sull'Olocausto: il rispetto della morte, dove la vita è negata
Gli eroi omerici, si sa, non temevano la morte. Anzi essa era per loro foriera di gloria eterna, soprattutto se li coglieva giovani. Ciò che invece temevano più di ogni altra cosa era che il loro corpo, da morti, restasse in pasto ai cani e agli uccelli, privato di onoranze funebri. Per i Greci antichi, […]
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Letture vagabonde
L'amore, la morte, la musica: nella parabola meravigliosa e tragica del grande compositore Enrique Granados e nella sua opera “Goyescas” c'è una metafora del Novecento
Morì per una banale catena di coincidenze, come forse tutti si muore. Ma in più, a differenza di tutti, Enrique Granados, pianista e compositore spagnolo, morì anche e soprattutto per amore. Forse, segretamente, nel tentativo di rendere la sua suite per pianoforte «El amor y la muerte» (ispirata al decimo Capriccio di Goya) una perfetta […]
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