Mario Baratto
Mondo e Teatro nella poetica di Goldoni
Prefazione di Paolo Puppa
ISBN 9788899467180
Pagine 160, 18 euro
«Prima che “amore” dell’individuo, il teatro del Goldoni è «cognizione» dell’individuo».
Nel 1957, con il saggio Mondo e Teatro nella poetica del Goldoni, Mario Baratto rivoluzionò la critica goldoniana togliendo il grande commediografo veneziano da una dimensione piatta e manieristica – nella quale era caduto fin dal primo Ottocento – per consegnarlo all’empireo della grande cultura illuminista europea. Fino a quel momento, infatti, Goldoni era considerato un gran maestro concertatore di pantomime comiche, mentre Baratto gli restituì il valore di testimone della società in piena trasformazione che gli spettava.
«Prima che amore dell’individuo, il teatro del Goldoni è cognizione dell’individuo» scrive il critico, riconoscendo nel commediografo una capacità unica e inusitata di scovare le contraddizioni della società appunto nei comportamenti quotidiani degli individui. Nulla nel suo teatro è lasciato al caso – dimostra Baratto – perché tutto va nella direzione di una rappresentazione piena della realtà. Goldoni capì che «il Mondo era divenuto più teatrabile del Teatro, che lo spettacolo vivente superava lo spettacolo inventato e ormai cristallizzato in forme immobili», scrive ancora.
Pietra miliare della critica e della storiografia teatrale, vero e proprio oggetto di culto per alcune generazioni di studiosi e studenti, il saggio di Baratto era più noto per via delle citazioni dei suoi allievi piuttosto che non nell’edizione originale; questa, infatti, risaliva alla trascrizione di un ampio intervento a un convegno di Studi goldoniani: insomma, un vero “mito” editoriale. E, dunque, questa nuova edizione in volume vuole finalmente rendere disponibile a tutti gli interessati e agli appassionati uno strumento di comprensione della duplice meraviglia del teatro e di Goldoni: proprio Baratto colse nel corpus goldoniano da un lato la prima, grande definizione della nostra identità nazionale e dall’altro il germe di solidarietà sociale tra borghesia e popolo sulla quale, tra alti e bassi, quella stessa identità si è sviluppata.
Senza contare il rigore e la passione che lo studioso dimostra nel dipingere a analizzare alcuni dei personaggi più importanti del teatro di Goldoni, dalla Donna di garbo al Bugiardo, da Locandiera a Gl’innamorati… una galleria di antenati nei quali non è difficile ritrovare i nostri pochi pregi e i nostri numerosi difetti.
Il saggio è introdotto da una prefazione scritta per l’occasione da Paolo Puppa, lo studioso che forse più di altri ha preso il testimone lasciato da Baratto.
Mario Baratto (1920/1984) è stato docente di letteratura italiana a Cagliari, a Pisa e, infine, a Venezia, sua città d’origine. Oltre al mirabile saggio su Goldoni, qui riproposto per la prima volta dopo l’edizione originale del 1957, ha fornito studi fondamentali su Boccaccio, Ruzante e la commedia del Cinquecento.
Paolo Puppa (1945) è ordinario di Storia del Teatro e dello Spettacolo all’Università di Venezia. Alla sua attività di storico (soprattutto del teatro del Novecento) affianca da anni quella di drammaturgo.