Samuel Johnson
Introduzione a Shakespeare
a cura di Nicola Fano9
2 pagine, 10 Euro
ISBN 9788899467104
«Shakespeare non ha eroi; le sue scene sono occupate solo da uomini che agiscono e parlano come il lettore pensa che egli stesso agirebbe o parlerebbe in quella occasione. Persino quando l’agente è soprannaturale il dialogo si mantiene al livello della vita. Shakespeare rende vicino il remoto, e familiare il meraviglioso; l’avvenimento che egli rappresenta non accadrà ma, se accadesse, i suoi effetti sarebbero, probabilmente, quelli stabiliti da lui»
Samuel Johnson
Nel 1765 Samuel Johnson, uno dei massimi scrittori inglesi, pubblicò un’edizione critica delle opere di William Shakespeare che aprì la strada alla moderna filologia dedicata all’autore di Amleto. A introdurre quel lavoro, egli compose un saggio ancora oggi di importanza fondamentale per godere appieno le meraviglie di Shakespeare. Johnson pose l’accento sulla modernità di Shakespeare, sulla sua capacità di inventare un genere che andava oltre i confini della tragedia e della commedia classica grazie a una geniale capacità di esprimere la realtà facendo perno sull’illusione teatrale. Perché, come dicono le streghe di Macbeth, il «bello è brutto e il brutto è bello». Un’ambiguità peculiare dell’esistenza umana, mai segnata solo da esperienze univoche. Il tutto, secondo Samuel Johnson, nel pieno rispetto della relazione emotiva che si crea a teatro fra attori e spettatori e senza che l’autore mai intervenga con giudizi o sovrapposizioni retoriche.
Samuel Johnson, 1709/1784, è stato uno dei massimi letterati inglesi. Filologo raffinatissimo, compilò il primo Dizionario della Lingua Inglese (1755), per secoli considerato un modello insuperato. Spese gran parte della sua vita a curare un’edizione critica delle opere di William Shakespeare (la cui prima edizione uscì nel 1765), pur senza riuscire a completarla.