Contro i comici

Antonio Gramsci
Contro i comici, a cura di Nicola Fano
104 pagine, 12 Euro
ISBN  9788899467036

«Non è vero che il pubblico diserti i teatri; abbiamo visto dei teatri, vuoti per una lunga serie di rappresentazioni, riempirsi, affollarsi all’improvviso per una serata straordinaria in cui si esumava un capolavoro, o anche più modestamente un’opera tipica di una moda passata, ma che avesse un suo particolare cachet. Bisogna che ciò che ora il teatro dà come straordinario diventi invece abituale».

Antonio Gramsci ha esercitato la critica teatrale in un periodo cruciale per la scena italiana: tra il 1916 e il 1920 iniziò a imporsi il genio di Pirandello; con Virgilio Talli si consolidò la nuova figura del regista; esplose definitivamente il fenomeno della comicità popolare con Fregoli, Petrolini e Viviani. Da buon cronista dell’edizione torinese de l’Avanti!, Gramsci testimoniò in diretta questi fenomeni. Fu tra i primi a sottolineare la genialità dell’autore di Liolà e Il giuoco delle parti, fu tra i più lucidi a tessere l’elogio di Virgilio Talli ma non capì la comicità popolare che bollò come volgare, commerciale e diseducativa. E fu un peccato perché invece Petrolini e gli altri erano proprio gli interpreti di quel proletariato al quale Gramsci stesso aveva dato piena cittadinanza politica.

Curato dallo storico del teatro Nicola Fano, questo libro per la prima volta raggruppa per temi i più importanti interventi in materia di Antonio Gramsci. E, se da un lato l’autore si scaglia contro la gestione commerciale dei teatri torinesi, colpevoli di puntare solo sui comici, dall’altra egli teorizza la necessità di un nuovo teatro etico che aiuti l’uomo a definire se stesso e la propria identità in relazione alla società.

Ma in queste pagine c’è anche il ritratto di un teatro in fermento come quello del primo Novecento, che faticosamente cerca le strade di una nuova arte dell’attore che cancelli un passato di mattatori gigioni e manierati. Ecco allora che brillano i ritratti di grandi interpreti come Ruggero Ruggeri o Angelo Musco; mentre all’elogio di Emma Gramatica si contrappone una geniale, argomentatissima stroncatura del mito di Lyda Borelli.

Antonio Gramsci (1891-1937) si è occupato principalmente di politica, giornalismo e letteratura. Ma in realtà è stato forse uno dei più importanti filosofi del primo Novecento, nonché fra i più significativi interpreti del pensiero marxista. Padre eretico del comunismo italiano, fu segregato dal 1926 fino alla morte dal fascismo che ne temeva il genio e il carisma.

Nicola Fano insegna Letteratura e Filosofia del Teatro all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.