Geno Pampaloni
Cesare Pavese
Prefazione di Raffaele Manica
ISBN 9788899467142
180 pagine, 16 Euro
«Il fascino del Pavese maggiore è molto complesso, perché nella sua pagina, anche la più perfetta ritmicamente e stilisticamente, senti sempre un’ombra segreta di confessione, una sospesa richiesta di solidarietà, che è struggente, che si appella direttamente ai momenti più veri e segreti della nostra adolescenza.»
Geno Pampaloni
Geno Pampaloni, uno dei più brillanti italianisti del secondo Novecento, inseguì per tutta la vita l’opera e il mito di Cesare Pavese nel quale egli identificò il punto di congiuntura tra la letteratura classica e quella contemporanea, in Italia. Guidato da una profonda comunanza di intenti nei confronti di Pavese, il critico traccia il ritratto dello scrittore e poeta, soffermandosi su tutte le opere. Ne viene fuori il ritratto di un uomo inquieto, perennemente insoddisfatto delle sue opere e della sua vita.
Il testo che riproponiamo conobbe la veste definitiva nel 1981, ma è il frutto di un lavoro durato un ventennio, fin da quando Pampaloni, nel 1962, confezionò per i programmi radiofonici della Rai un primo ritratto dello scrittore.
La prefazione di Raffaele Manica inquadra il rapporto critico/affettivo che legò Pampaloni e Pavese nel pieno di una stagione ricca e controversa, come è stata quella che dal dopoguerra ha condotto alla crisi degli anni Ottanta.
Geno Pampaloni, 1918-2001, è stato uno dei più fecondi studiosi di letteratura italiana, teso tanto all’approfondimento critico quanto alla divulgazione. Come animatore culturale, fu a lungo stretto collaboratore di Adriano Olivetti; come giornalista è stato storica firma del Corriere della Sera. Ha dedicato decine di monografie a tutti i grandi del Secondo Novecento.
Raffaele Manica insegna Letteratura italiana contemporanea presso l’Università di Roma Tor Vergata.