La "montagna" dello scrittore valdostano
«Neve, cane, piede» di Claudio Morandini è il romanzo di uno strano eremita che si misura sul disagio e la fuga dalla realtà. Un libro a volte amaro a volte comico: da non perdere
Per comprendere il nomadismo della scrittura di Claudio Morandini, il suo muoversi tra generi differenti e la sua eccentricità rispetto alla produzione narrativa italiana contemporanea, bisognerebbe forse partire dal dato biografico dell’autore, dalla sua regione d’origine, quella Valle d’Aosta, che è, appunto, terra di confine, all’incrocio tra culture e lingue diverse, spazio geografico come luogo […]
continua »
“Soffiati via” di Vito M. Bonito
L’infanzia e la morte sono al centro della nuova raccolta del poeta che indica come riferimenti Celan, Herzog, Kantor e Beckett. Un atto poetico versatile il suo, estraneo alle tendenze e al solco della tradizione, dove non trova posto la speranza
Mi è capitato, leggendo l’ultima raccolta poetica di Vito M. Bonito Soffiati via (Il Ponte del Sale, 120 pagine, 15 euro), di pensare all’infanzia che viene sempre più abbruttita, umiliata, degradata e la cui condizione può essere ben rappresentata dalla foto, diventata celebre, di Aylan, il bambino di tre anni annegato sulla spiaggia di Bodrum, […]
continua »
Pensieri (bui) in margine al terrorismo
Da Mishima a Jan Palach, dal giovane Werther a Pavese, dai martiri ai kamikaze: quale inversione di senso spinge certi individui a usare uno strumento di vita come strumento di morte?
Sto seguendo i drammatici avvenimenti di Parigi da una postazione privilegiata, inoltre godo di uno strumento sofisticato per analizzarli, infine ricevo soffiate segrete da una fonte autorevole che mi guida sulla giusta comprensione degli eventi. La postazione privilegiata è il divano di casa mia davanti la televisione, la strumentazione sofisticata è il mio pc e […]
continua »
Una grande mostra al Macro
Roma rende omaggio a Gillo Dorfles pittore. A quasi centocinque anni, la razionalità del critico incontra la spontaneità del pittore. Ne viene fuori un ritratto tutto da ammirare
«No non c’è un quadro che mi piace di più, che ritenga migliore di altri e neppure uno che mi piaccia di meno, che mi sembri meno riuscito. Li ho dipinti io, come posso rinnegarli. Sono la mia vita. Forse la cosa più importante della mia vita, perché nascono in libertà da un gesto creativo […]
continua »
L’elzeviro secco
In epoca di guerra nulla è più urgente per l’essere umano della coscienza identitaria. Ma la scuola e l’università che dovrebbero sovrintendere alla formazione di questa capacità, in realtà abbandonano gli studenti. E così si stringe la spirale della crisi…
L’università italiana di oggi è un liceo. Il liceo è una scuola media. La scuola media è una scuola elementare. La scuola elementare è l’asilo. L’asilo è un centro di aggregazione fetale. Le ragioni del mutuo scorrimento sono di ordine economico: l’università sembra una friendzone per paganti senza possibilità di futuro e di lavoro. La […]
continua »
Quindici giorni dopo la strage
I teatri vuoti, i Caffé pieni di giovani che ridono, la Tour Eiffel persa nella nebbia, la rissa a Les Invalides, l'uomo che scrive su whatsapp in arabo e la donna che accompagna due cani: cartolina da una Parigi ferita
Parigi, quindici giorni dopo. I teatri sono vuoti. Non è vero che la vita stia tornando lentamente alla normalità, qui. Qualcosa è cambiato. Alla Comédie ci sono posti liberi anche per stasera. Come all’Odeon, allo Châtelet: non mi era mai successo di vedere una cosa simile. Al Louvre si entra alla spicciolata: nessuna fila, pochi […]
continua »
Every beat of my heart, la poesia
È tempo di affrancare Dario Bellezza dalla damnatio memoriae. E rileggere il suo canto intriso di tormento e estasi, di trascendenza, di verità. Sulle orme di Catullo e di Baudelaire…
Dario Bellezza, nato nel 1944 a Roma, dove visse sempre, morendo ancor giovane di Aids nel 1996, è un caso su cui dobbiamo fermarci, e intervenire. È un poeta di importanza assoluta, di quella generazione che, come spesso qui ripeto, ha salvato e rifondato la poesia in Italia negli anni Settanta e Ottanta. Bellezza ottiene […]
continua »
Ricordo di Luca De Filippo
Il figlio di Eduardo ha sopportato il peso di un monumento. Lo ha fatto con dignità e con capacità. E ha avuto il merito di prolungare fino a oggi un modo di intendere il teatro. Il rischio ora è che scompaia insieme a lui
Una sera di molti anni fa all’Eliseo, il teatro romano dove Questi fantasmi aveva debuttato nel lontano 1946, ho creduto di rivedere il grande vecchio: Luca De Filippo nelle vesti di Pasquale Lojacono, il protagonista della commedia, ricordava lui, Eduardo, quando al termine del secondo atto, affacciandosi al balcone, pronuncia la battuta-chiave chiacchierando con il […]
continua »
Un saggio sui linguaggi vecchi e nuovi
Ha ancora senso difendere il teatro di fronte all'enormità sociale di Youtube o Whatsapp? Forse sì. Perché solo nel rapporto tra scena e platea scorre un flusso vitale pieno
“Cinema è Teatro” sarà il titolo di un festival che si dovrebbe svolgere tra fine Settembre e inizio Ottobre 2016 a Salerno, promosso dal Cos-Consorzio Operatori dello Spettacolo al Teatro delle Arti con le sue varie sale e spazi, ma anche aprendosi alla città o al porto, oltre a guardare, almeno in futuro, a una […]
continua »
Due Italie a confronto
Quanto contrasto tra il vuoto di idee e prospettive dei nostri tempi e le parole pronunciate dalla famiglia Solesin al funerale di Valeria. Una lezione da non dimenticare
Anche se le parole sono state riportate dai media, riproporle in Succedeoggi, testimone civile dei nostri giorni, aiuta – spero – a far sì che l’emozione del momento non lasci spazio all’oblio successivo. Custodire la memoria di ciò che è stato detto il giorno 24 novembre, protegge dagli effetti nocivi delle celebrazioni mediatiche e della […]
continua »