Ettore Canepa
Omaggio a Roberto Mussapi /2

Un erede di Yeats

“I nomi e le voci” afferma con chiarezza l’organica continuità di Mussapi con il poeta irlandese. Nella forma, nei contenuti e nella capacità di estrarre il magico dal dramma della vita, ristabilendo l’armonia e l’equilibrio che sono il segreto della creatività

Sotto molti aspetti Mussapi è erede di Yeats, al quale lo legano vere affinità elettive. In questo libro di monologhi in versi, un palese riferimento alla poesia di W. B. Yeats balza immediatamente agli occhi nel titolo della sezione centrale, Verso Bisanzio, che posto così, nel cuore dell’opera, sembra preservarne il significato più intimo. Non si […]

continua »
Giulio Guidorizzi
Omaggio a Roberto Mussapi /3

Un filo e la memoria

La nuova antologia di monologhi in versi di Roberto Mussapi si apre con l'ispirato racconto di Arianna sul suo risveglio e sulla scoperta della solitudine dopo l’abbandono di Teseo. Anche quando sperimenterà l’eterno, continuerà a rimpiangere “quel vuoto/ tra dito e dito dove passava un filo”

Il giorno in cui finì il lockdown, il 3 di maggio, mi arrivò un plico: conteneva una copia dell’ultimo libro di Roberto Mussapi, I nomi e le voci (Mondadori, Lo Specchio). Mi parve un evento fortemente simbolico, e anche gioioso: la vita riprendeva con la poesia! Faticosamente, in quel giorno, la gente stava uscendo dalle case […]

continua »
Alberto Fraccacreta
Omaggio a Roberto Mussapi/4

Dire Poesia

Evoca miti, riannoda misteri, rivisita epoche. Circondato dall’aura di Shakespeare, Yeats, Luzi, Bonnefoy, Soyinka… Così il poeta piemontese nell'intensa e ragionata antologia di testi teatrali che ripercorre gran parte della sua produzione lirica

Una delle forme più nobili della poesia è il monologo in versi che ha illustri antenati nella letteratura classica e in essa si compenetra, anche nelle scritture moderne, proprio perché sembra trarne l’ispirazione e la resa più profonda. Il diffuso utilizzo della persona loquens ha da sempre conferito all’opera di Roberto Mussapi – per altro, stimato critico […]

continua »
Raoul Precht
Periscopio (globale)

Saramago e il vulcano

Visita guidata nella casa di José Saramago a Lanzarote. Nella derivazione vulcanica dell'isola, e negli spazi amati della residenza, ci sono i segni dell'opera fantastica e realistica allo stesso tempo del grande scrittore portoghese

In questa strana estate, in cui molti di noi per giustificato timore o prudenza non viaggeranno, o resteranno, anche se in vacanza, in patria e magari nei pressi delle loro residenze abituali, mi torna con prepotenza alla mente una scappata a Lanzarote di un paio d’anni fa. In quell’occasione, fra le curiosità ed esperienze da […]

continua »
Leopoldo Carlesimo
Una storia inedita

Anna Clara Roghùn

«I suoi sforzi erano tutti orientati a cercare una lettura egoistica, affidabile. Di chi altro avrebbe dovuto preoccuparsi, se non di se stessa? E quali orientamenti avrebbe dovuto seguire, se non i suoi desideri?»

Non ricordava più esattamente quando aveva cominciato a pensarci. Ma era persuasa che quell’idea le si fosse insinuata nel cervello fin dal primo momento. Anzi, forse le era apparsa fugacemente ancor prima che la cosa accadesse. Per cui lasciarla avvenire, poi, fu in qualche misura un atto deliberato. Tuttavia non era questo il punto. Il […]

continua »
Riccardo Bravi
A proposito de “Le Tiers temps”

L’incubo di Beckett

Maylis Besserie ha trasformato in un romanzo l'ultimo, difficile anno di vita di Samuel Beckett. Quei mesi nei quali, costretto in clinica per una caduta, tradusse in francese il suo ultimo testo, Stirrings Still: la storia di un uomo che cerca di sfuggire al suo incubo

Le Tiers temps di Maylis Besserie – da poco uscito per Gallimard, pp. 155, euro 18,00 – narra con ineluttabile dovizia di particolari e con una vasta dose di humour le ultime peripezie del drammaturgo irlandese Samuel Beckett, Premio Nobel per la letteratura 1969, durante i suoi trascorsi parigini nella residenza per anziani Le Tiers […]

continua »
Roberto Mussapi
Every beat of my life

Nascosta tra i gigli

Visioni di ragazze «bianche e lucenti» incantano il grande cinese Li Po e evocano epifanie del Dolce Stil Novo. Barche, timidi volti, cuori spezzati, immagini riflesse nell’acqua come 'frame' di pellicole celebri. Perché poesia è vita nella vita, magia in cui immergersi, fermi o in movimento

Nei versi del più grande poeta cinese di sempre, Li Po, che voi lettori avete già incontrato in questi “battiti del cuore”, la poesia mostra come può essere anche incanto assoluto: giovani donne che appaiono, meravigliosamente, acqua che specchia come se riflettesse il sorriso della Gioconda, incanto leonardesco. E l’epifanico volto di donna e il […]

continua »
Lidia Lombardi
Lo scaffale degli editori

Noi e il Novecento

In “Us” adolescenti incollati a realtà virtuali fanno riflettere sulla nostra storia recente. “Anna di Ingleside”, eroina d’antan, torna in libreria e diventa star di Netflix. “La bambina senza il sorriso” svela misteri napoletani e l’anima partenopea nascosta

I ragazzi reclusi in casa nel lockdown, la sindrome della grotta. Non si può non collegare alla “rivoluzione” nelle nostre vite causata dal coronavirus l’esemplare romanzo di Michele Cocchi, Us (Fandango, 319 pagine, 17 euro). Ma non è un instant book, l’autore lo ha scritto in tempi non sospetti, poi il caso ha voluto che fosse […]

continua »
Giuseppe Grattacaso
A proposito di "Vite di ricambio"

Un’ossessione teatrale

Nicola Fano nel suo "manuale di autodifesa di uno spettatore" cerca di spiegare a che cosa serva il teatro: a rendere viva la memoria collettiva e quella di sé. È il racconto di tanti incontri e di tante occasioni mancate, per spiegare come è andata in scena l'identità italiana

La magnifica ossessione di Nicola Fano si chiama teatro. Ne sono dimostrazione i suoi scritti, anche i più recenti, attraversati ed alimentati da questa sua passione, anzi per essere più precisi dalla sua realizzazione definitiva e, benché tale, sempre irripetibile e quindi sempre incompiuta. Per lo spettacolo teatrale Fano nutre un amore illimitato. È quel […]

continua »
Giuliana Bonanni
Finestra sul mondo

Decolonizzare Oxford

Il movimento pacifista che vuole togliere dalla facciata dell'università di Oxford la statua di Cecil Rhodes (benefattore e schiavista) ha vinto. Il board del college ha detto di sì: la memoria razzista è entrata in crisi ovunque

Il movimento pacifista che vuole togliere dalla facciata dell’università di Oxford la statua di Cecil Rhodes (benefattore e schiavista) ha vinto. Il board del college ha detto di sì: la memoria razzista è entrata in crisi ovunque

continua »