Dietro le quinte d'Europa
«Non sono un eurocrate, sono un politico»: così dice di sé Michel Barnier, uomo schivo e grande mediatore. Se la Brexit non sarà un disastro (per gli inglesi e per gli europei) sarà merito suo. Vediamo chi è e quale è stata la sua strategia
Segnatevi questo nome: Michel Barnier. Alcuni sanno perfettamente chi sia, altri ne hanno sentito parlare, ma per il grande pubblico europeo è uno sconosciuto. E sta sulle scatole a un sacco di gente. Lo snobba per esempio il milieu politico parigino, per il quale è sempre stato un provinciale: arriva dalla Savoia, insomma scende dai […]
continua »
"Povertà" a cura di Silvia Zoppi Garampi
«Per fare buon cinema - diceva Zavattini - bisogna essere nella condizione mentale del povero». Oltre a questi tempi difficili, ci aiutano a farlo gli atti di un convegno tenutosi a Napoli, al Suor Orsola Benincasa. Da San Francesco a Petrarca, da Machiavelli a Leopardi, da Verdi a Bilenchi, a Pasolini
Migliaia in coda per uno sfilatino. Anziani e famiglie in fila per ricevere un pasto caldo e un pacco natalizio. Sabato scorso, a Milano, erano in quattromila ad attendere un “ristoro” immediato, quello della onlus Pane Quotidiano. Una delle tante fotografie dell’Italia azzannata dalla pandemia, leggi anche disoccupazione. Faremo un Natale confinati in zona rossa […]
continua »
Finestra sul mondo
Per una volta, la stampa internazionale loda un film italiano. Succede con “L’incredibile storia dell’isola delle rose”, girato per Netflix da Sydney Sibilia con Elio Germano. Una storia che gli Usa hanno paragonato a quella di Fitzcarraldo
“Una storia straordinaria, rimasta sconosciuta per decenni”. Fa sempre un certo effetto rileggere il nostro passato, trasposto in un film, con gli occhi della critica estera. La storia vera di cui si parla è quella di Giorgio Rosa, “il principe degli anarchici” e il film è Rose Island (L’incredibile storia dell’isola delle rose), girato in […]
continua »
Cronache infedeli
È ferocia anche negare la ferocia. Ed è proprio quello che succede spesso in queste settimane. In cui si discute del Covid in modo freddo e impersonale. Come se non ci fosse in ballo più di sessantamila vite perdute
La ferocia è un bel romanzo di Nicola Lagioia uscito nelle librerie sei anni fa. Il libro – che vinse il premio Strega – racconta una storia di ordinaria ferocia ai tempi nostri e alle nostre latitudini: una ferocia cittadina e periferica, inter-famigliare, domestica e addomesticata dalle buone maniere. La parola, e il fenomeno che […]
continua »
Every beat of my life
L’anelito del poeta che brama poesia, la lira di Orfeo e la lira di Apollo, «il conseguimento della pienezza nel mondo»… In questi versi di Rilke, a cui in italiano ha dato grandiosamente voce Giame Pintor, il canto dell’uomo fragile
Nella splendida traduzione di Giaime Pintor, morto ventiquattrenne combattendo per la Resistenza, dopo anni giovanili di adesione al fascismo, dopo una presa di coscienza strenua e coraggiosa, Rainer Maria Rilke, il massimo poeta moderno, vive tremando nella lingua italiana.Orfeo in uno dei sonetti a lui dedicati: per te, Orfeo, che riuscisti a commuovere con il […]
continua »
A proposito di “Yellow Star, Red Star”
La studiosa Jelena Subotić analizza l'uso del nazionalismo nel Novecento slavo, dal Regno di Jugoslavia alla Serbia di oggi, passando per la stagione di Tito: l'anticomunismo lo ha usato per nascondere razzismo e fascismo
Milivoje Jovanović morì nel 1984 a 79 anni, età che in vita dubitò molte volte di riuscire a raggiungere. Nel 1938 era il caposcorta di Pavle Karadordević, ovvero del principe Paolo (1893-1976), reggente del Regno di Jugoslavia. Il 6 aprile del 1941, quando era diventato capo del dipartimento di polizia generale di Belgrado, Jovanović ricevette […]
continua »
Consigli per gli acquisti
Grazia Pulvirenti racconta l'arte e gli amori di Amedeo Modigliani, Georges Simenon si perde nei misteri di una villa in Costa Azzurra, Giovanni Nucci ricostruisce la vita e il mito di Achille
Modigliani. Un amore folle con un finale tragico. Modigliani, livornese (1884, trasferitosi a Parigi nel 1929), era noto per i suoi eccessi. Non aveva un buon carattere. I parigini giocavano col suo nome chiamandolo Maudì (maledetto, in francese). Lo pagavano pochissimo, quando lo pagavano, e, appena saputo della sua morte – era tubercolotico, si drogava […]
continua »
Le Strenne per i più piccoli
Una ragazza un po' solitaria con una fervida immaginazione sognò a occhi aperti e creò un libro destinato a durare: “Frankestein”. Una storia emblematica e virtuosa, raccontata da Linda Bailey, che contribuisce allo spessore delle proposte rivolte a un pubblico di lettori finalmente numeroso
«Nulla è più potente della gentilezza» dice il cavallo al bambino nel singolare libro di Chalie Mackesy, Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo (Salani, trad. Giuseppe Iacobaci, 15,60 euro) e la gentilezza fa parte del Natale anche in momenti cupi e confusi come quello che stiamo vivendo. Il bambino fa tante domande ai suoi […]
continua »
Periscopio (globale)
Ritratto di Christopher Burney, morto giusto quarant'anni fa, reso celebre da un solo libro: quello in cui raccontò la sua terribile reclusione in una prigione tedesca nel 1942. Una pietra miliare della letteratura concentrazionaria
Quarant’anni fa non moriva solo John Lennon, ma anche – per l’esattezza dieci giorni dopo, il 18 dicembre – un suo compatriota molto meno famoso, uno scrittore autentico ma in qualche modo casuale, che non verrà troppo ricordato neanche nelle storie della letteratura. Sto parlando del britannico Christopher Burney, il quale in tutta la vita […]
continua »
A trent’anni da “Anche Dio è infelice”
Da rileggere il libro sul tema della misericordia del profetico teologo. «Che infinito ci salva?», si chiedeva. Il volto di Cristo, è la «sola risposta all’infinito silenzio di Dio» scriverà in uno dei suoi ultimi fogli. L’infinito e Leopardi, poeta che sentiva vicino
Scritto da padre Turoldo due anni prima della sua morte, nel 1990, Anche Dio è infelice (Edizioni Piemme, Casale Monferrato, 1991) risulta ancora oggi di straordinaria attualità. A un certo punto l’autore osserva: «Sono tempi, i nostri, che sembrano più leopardiani che francescani. E per assurdo ciò è tanto più vero quanto più ci confrontiamo con […]
continua »