22
novembre
2024

racconti

Attilio Del Giudice
Un racconto di memorie antiche

Il bandito e le stelle

«Finalmente scorse la vecchia che arrancava, aiutandosi con un bastone. L’affiancava, imbacuccata in uno scialle nero, una giovane. Gli sembrò alta e robusta. Pregustò il piacere, ma rifletté che era costretto a non abbandonare la guardia...»

Pioveva ininterrottamente da quarantotto ore. Tommaso si sentiva l’umido nelle ossa. Fascine nella grotta ce n’erano per accendere un fuoco, ma il fumo si sarebbe visto. La vecchia aveva detto che il paese era infestato da carabinieri. Tommaso guardò nella scarpata, sperando di vedere la vecchia che gli portava latte di capra e pane di […]

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Michela Di Renzo
Una storia "sanitaria"

Il professor Grifanti

«“Non ho chiesto la diagnosi, ma i sintomi”. La voce del Grifanti si alzava di un paio di decibel. “Viene per dispnea, professore”. Era impossibile indovinare la risposta giusta perché se si nominava per prima la sintomatologia, il Grifanti voleva la diagnosi»

L’agitazione cominciava una mezz’ora prima: specializzandi e strutturati iniziavano ad accelerare il passo lungo il corridoio, mentre andavano a prendere i fogli della diaria in cima alla corsia e cercavano di accaparrarsi per primi l’apparecchio della pressione. “Io non l’ho ancora presa ai miei pazienti” “Ti potevi alzare prima stamani” “Se me lo presti, dopo […]

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Alessandro Macchi
Verso il cent'anni dello scrittore

Il ponte di Calvino

Storia di un incontro casuale - nella Liguria degli anni Sessanta - tra Italo Calvino e un ingegnere per parlare dell'arco di un ponte tra culture e tradizioni diverse; un arco che lega scrittori, progettisti e imperatori

In occasione del centenario della nascita di Italo Calvino ho pensato che possa essere di qualche interesse condividere con i lettori un episodio legato al mio incontro col grande scrittore.  Con lui in una giornata serena in Liguria, abbiamo parlato di ponti, quelle strutture che appartengono a tutti perché su di esse si incrocia una […]

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Leopoldo Carlesimo
L'ultima puntata di "Storie di Nina"

Nina e la madre

«Come segretaria, ebbe un successone. Talmente bella per quel lavoro che quasi tutti gli avvocati dello studio – dai giovani procuratori rampanti ai fascinosi soci anziani della lawfirm – le facevano una corte spietata. Per un certo tempo, lei resistette»

Quando raggiunse l’ospedale, lui ormai non c’era più. Lo avevano portato via quelli in divisa. La bambina era intubata, le fu concesso di vederla al di là di un vetro. Dovette subire una sorta di vestizione, prima. Camice e guanti sterili, copriscarpe in plastica con elastico alla caviglia, cuffia per i capelli, mascherina chirurgica. Stella […]

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Leopoldo Carlesimo
La seconda puntata di "Storie di Nina"

Nina e il padre

«E adesso, che ci tornava a fare a casa? Ma dove andare, se no? Quindi, finiti i tonnarelli cacio e pepe e la coratella coi carciofi che aveva ordinato dopo, scolato quel mezzo litro, s’incamminò. Arrivò a casa sudato, faceva già caldo ed era in digestione...»

Quando tentò di prenderla, lei resistette. Cercò timidamente di sottrarsi al suo abbraccio, ma era piccola e magra e leggera e lui ebbe facilmente la meglio. La sollevò tra le braccia e la avvolse in un plaid e la trasportò fino all’auto parcheggiata nel vialetto. Tutto questo lo fece mormorando parole. Nessun interesse per il […]

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Leopoldo Carlesimo
La prima parte di un romanzo a puntate

Storie di Nina

«A tenerla d’occhio, piccoli infortuni a parte, Nina non pareva così diversa dalle altre. Solo, un po’ migliore: un’alunna esemplare. Molto seria per la sua età, studiosa, educata. Magari un tantino taciturna. Profitto superiore alla media, composta a lezione, condotta irreprensibile»

Che quell’alunna, quella Nina, arrivasse ogni tanto a scuola con dei segni addosso, Elsa fu la prima a notarlo. Era una volta un gonfiore su una guancia o dietro un orecchio. Un’altra volta zoppicava. Mai nulla di grave, mai che si lamentasse. Ne parlò con Sara, la collega di lettere: “Se glielo chiedi, ha sempre […]

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Alberto Sagna
Tra giallo e memoria

Scandalo a luci blu

«Il proiettile era altrove. Qualcuno doveva averlo utilizzato, pensai dopo che quell’uomo rimasto in piedi con la divisa e il berretto blu mi chiese di andare a riconoscere la salma di mio padre. Era morto di infarto vicino al Testaccio»

Le forbici di metallo passarono davanti al mio viso e vidi la mano veloce che formava nell’aria il disegno di un numero, il sei, per poi tornare accanto alle orecchie. Lo stridio delle lame penetrò nel mio cervello. Non posso dire il mio nome, dentro la tasca della giacca ho una pistola. Chiamatemi come volete, […]

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Michela Di Renzo
Una storia senese

Paolo e il Palio

«Paolo si concentrò sui movimenti dei due sbandieratori: i ragazzi erano bravi, soprattutto quello con il pizzetto; quando arrivò il momento del salto del fiocco, una delle figure più difficili, in cui l’alfiere passa sopra la bandiera del compagno inginocchiato, il ragazzo lo fece in maniera perfetta»

Il bambino si avvicinò lentamente al televisore, succhiandosi il pollice della mano destra: i suoi occhi allungati e scuri come il carbone fissavano lo schermo, dove degli uomini con indosso dei vestiti sgargianti sfilavano a passo lento, alcuni di loro suonando il tamburo, altri facendo roteare le bandiere colorate sullo sfondo ocra della Piazza, disegnando […]

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Attilio Del Giudice
Un racconto di amore inconsueto

Talia e lo psicologo

«La ragazza entrò in macchina disinvolta. Riccardo decise che l’attacco veloce e senza fronzoli fosse il più efficace, per cui, mettendo in moto, disse subito: “Come vedi, potrei essere tuo padre… ma sono contento di fare quattro chiacchiere con te, perché mi piaci molto”»...

Una volta, nelle piccole città, nei paesi, nelle culture particolari, i rifacimenti linguistici, le invenzioni espressive erano frequenti. Per esempio, in un paesino vicino casa mia, il ritratto fotografico veniva stupendamente ribattezzato: “’u tale e quale”. La stessa locuzione veniva talvolta usata per indicare l’immagine riflessa in uno specchio. Non sempre, però, l’immagine riflessa in […]

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Michela Di Renzo
Una storia di amore e cibo

La chianina

«Quando tagliarono le bistecche, la carne era grigiastra e in bocca, anziché sciogliersi come burro, era stopposa. Fecero cena tutti e tre in silenzio. Barbara bevve diversi bicchieri di vino per aiutarsi a buttare giù quella gomma da masticare, che però, imbevuta di quel liquido acido, era ancora più disgustosa»

Barbara si girò verso suo marito e gli scosse leggermente la spalla destra. Vedendo che non si svegliava ripeté il gesto. “Ti sta suonando di nuovo il cellulare”.  Sul comodino stile Impero il Samsung emetteva una luce intensa, vibrando come una zanzara gigante. “Ancora?” sbuffò Giancarlo, allungando la mano verso il telefono. Poi con voce […]

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