25
dicembre
2024

racconti

Giovanna Iorio
Racconti del peccato/19

La cena africana

Il cuoco si chiamava Ngaliema. Taciturno e altissimo, veniva dalla Guinea. Quando il proprietario del ristorante lo cedette alla moglie dell’Onorevole, lui non ebbe nessuna reazione

​La cena africana per il compleanno dell’Onorevole era stata organizzata con estrema cura sul terrazzo bianchissimo della villa di Capri: la tovaglia color glicine mossa da un lieve e innocuo scirocco, le porcellane pregiate allineate sulla tavola, i bicchieri di cristallo colmi degli ultimi raggi del sole, le posate d’argento lucidate una per una, il […]

continua »
Arturo Belluardo
Racconti del peccato/18

Morte e miracoli di Santa Passera

Nwanne si era accorta di essere morta eppure c'era. In un punto imprecisato dietro la sua nuca, Nwanne, la puttana di Santa Passera c'era ancora

Nwanne si accorse di essere morta. Il suo cuore era esploso in un ultimo battito, un tunf talmente forte che era persino riuscita a sentirlo. I suoi polmoni avevano spinto fuori un rantolo che conteneva ben più di ventuno grammi di fiato. La sua vescica si era svuotata ed il piscio le era colato lungo […]

continua »
Stefano Iucci
Racconti del peccato/17

Il pesce pietra

Lui si ammala e si sfibra. Avrebbe bisogno di lei una volta di più. Ma lei stavolta non ce la fa. Per la prima volta lo lascia solo. Non sa perché ma lo fa.

Sono due fratelli. Lei è timida e introflessa lui no. Per un lungo tratto hanno trascorso una vita tra separazioni e unioni. Sempre insieme però. Un arco di vita che si è incurvato apparentemente armonico e in cui hanno condiviso tutto ciò che tra due fratelli si può condividere. Un tempo placido anche nei drammi […]

continua »
Lucia Pappalardo
Racconti del peccato/15

Peccato!

«Per me ha detto beccato!», dice Zio seduto sul divano. Lui ride però, non ha la faccia di Mamma e Papà. «No, no, ha detto proprio peccato», fa Zia che è seduta vicino a Zio.

Mi chiamo Piero, ho un anno e mezzo e credo di avere un problema di comunicazione. I miei genitori non capiscono un ciuccio di quello che dico. Se batto le mani le cose filano lisce. Papà infatti aumenta il ritmo quando sono a galoppo della gamba, mi dà un secondo cucchiaino di miele dopo cena […]

continua »
Ilaria Palomba
Racconti del peccato/14

I foragomme

Ero smorfiosa come non mai, dimostravo almeno cinque anni in più, ero abbastanza brava, abbastanza intelligente, abbastanza di buona famiglia, abbastanza bionda ma in realtà non ero niente

Il sole raschiava l’asfalto. Fuori dal cancello i ragazzi giocavano agli indiani. Avevano la pelle più scura della mia di qualche tonalità. Mia madre mi vestiva per andare a scuola, abitino rosa, grembiule, scarpe bianche con la fibbia tipo Alice nel paese delle meraviglie. Avvertivo lo spessore delle linee dei suoi palmi stirare le pieghe […]

continua »
Danilo Parisio
Racconti del peccato/13

L’imperatrice Manciù

Si erano incamminati, senza accordi preliminari. Ovunque lei indugiasse, lui sostava sollecito, ammirato dalla sua sensibilità. Sino ad arrivare all’affaccio sui Fori

«La forma è il contenuto che affiora in superficie». Victor Hugo  Era molto tardi quando, uscendo da casa di amici, aveva visto le finestre illuminate nei Palazzi Capitolini. D’impulso aveva salito la scalinata, ma temendo di finire in mezzo alla folla della Notte dei Musei, di cui si era ricordato improvvisamente, avrebbe voluto tornare indietro. Era […]

continua »
Catia Simone
Racconti del peccato/12

La scelta

Il mio nome è Laura Lau, e ho scommesso su due settori: il sesso e la vecchiaia. Fidatevi: non conoscono crisi. Questa è la mia scelta

“Dio com’è grosso!” esclamai. E svenni. No, accidenti, ancora un black-out! Certo è anche colpa anche mia, che dimentico ogni volta di caricare la batteria del computer. Il mio nome è Laura Lau, e ho scommesso su due settori: il sesso e la vecchiaia. Fidatevi: non conoscono crisi. Dal lunedì al sabato, per diciassette mesi […]

continua »
Fabio Ciriachi
Racconti del peccato/11

Un itinerario imprevisto

Valeria si disse che probabilmente la signorina Carau stava parlando al telefono, e si augurò che non fosse un’abitudine notturna. Chiuse gli occhi mentre sentiva dire «Adesso basta, esageri, ma non ti vergogni proprio?»

Tutto le pareva instabile per la traversata che continuava a muoversi in lei anche adesso che era scesa dal traghetto e sedeva nella corriera blu delle autolinee sarde. Salito l’ultimo passeggero, l’autista si era sistemato al posto di guida e il porto di Olbia aveva preso ad allontanarsi. Il cielo volgeva a un brutto dai […]

continua »
Leo Carlesimo
Racconti del peccato/10

Silvano a Mamou

Un vecchio chiese a Silvano di raccontare come aveva ucciso il facocero. Silvano si vantò. Parlava un francese elementare, aiutandosi a gesti. Gli uomini approvavano e di quando in quando scoppiavano in fragorose risate

Silvano, l’elettricista del cantiere, rientrava da una battuta di caccia nei dintorni di Mamou, moyenne Guinée. Incrociò un gruppo di donne di Bolom, il villaggio più vicino alla diga. Offrì loro un passaggio. Lasciarono la pista per un dissestato sentiero che scendeva verso il fiume. Era quasi l’imbrunire quando raggiunsero l’ampia terrazza che digradava verso […]

continua »
Paolo Vanacore
Racconti del peccato/9

La storia di Righetto

Cammino solo sugli spazi liberi, dove non ci sono linee. C’è chi la chiama ossessione simmetrica, disturbo compulsivo o addirittura mania psicotica ma non è così.

Non calpesto le righe, le evito tutte. Qualunque intersezione che divide due o più mattonelle, una linea divisoria che separa un quadrello dall’altro non è mai stata toccata o sfiorata dai miei piedi. Assolutamente. Cammino solo sugli spazi liberi, dove non ci sono linee. C’è chi la chiama ossessione simmetrica, disturbo compulsivo o addirittura mania […]

continua »