25
dicembre
2024

racconti

Leo Carlesimo
Una storia tra arte e fantasia

I numeri di Opalka

Che ci fa un famoso artista polacco in un villaggio africano chiamato, per errore, Livingstonia? Storia di un incontro e di un equivoco chiarito: perché contare non equivale a fare operazioni matematiche

Nel 1994 fu costruita una strada tra Mchinji, Kasungu e Msulira, nel Malawi centrale. Il campo base era a Kampulu. Gli alloggi erano ancora in costruzione e per i primi mesi abitammo in un albergo nel centro di Kasungu, un’estesa costruzione d’epoca coloniale, a un solo piano, con la hall e la sala da pranzo […]

continua »
Leo Carlesimo
Un racconto sul colonialismo

Kourouma, il minatore

Alle volte, in un particolare, in una digressione della memoria c'è il senso di un fenomeno globale. Come in questa storia delle dighe, di una donna morta e dei bianchi che non volevano crederci, in Africa...

Kourouma arrivò sul suo pick-up dalla strada del campo dei neri. Saltammo a bordo, Dal Pont ed io, lui in cabina io nel cassone, e percorremmo il breve tratto di sterrato che sale in cava. Aprimmo il cancello della polveriera. Attorno, oltre la recinzione, s’alzava il terrapieno brullo e scuro e al suo interno sorgeva […]

continua »
Patrizia Valentini
Racconti del peccato/26

Piume azzurre

L’angelo si alzò e lentamente cominciò a girare per la casa. Guardava le foto nelle cornici, si rigirava tra le mani i libri. Toccava ogni cosa

Ecco un altro stormo di angeli custodi. Da settimane ormai se ne vedono passare a tutte le ore. Con il chiaro del giorno è ancora più evidente perché il cielo si oscura ed è un continuo movimento di cambi di luce, un’intermittenza senza fine. La lunga finestra verticale del mio appartamento al 10° piano mi […]

continua »
Olivia Balzar
Racconti del Peccato/25

La zuppa

Lui la guardava senza capire cosa sarebbe successo di lì a poco, senza capire a cosa sua moglie stesse pensando. Lei sorrise, perché ormai aveva deciso che sarebbe arrivata dove la zuppa aveva fallito

Il fattore scatenante fu senza dubbio la zuppa. Tutto era nato da quella maledetta zuppa di cipolle. Anche se a pensarci bene non era stata la zuppa in sé, ma il modo in cui lui la stava mangiando. Succhiava il brodo con quelle labbra screpolate e sottili e si sbrodolava come i bambini o come […]

continua »
Domenico Cacopardo
Racconti del peccato/24

Lussuria

Il tipo s’adombrò. Gli occhi lampeggiarono. Poi, seccamente, aggiunse: «Sono mastro dipintore e cavaliere del santissimo ordine di San Giovanni di Gerusalemme, ch’ora governa l’isola di Malta. Realizzo tele per chiese e nobili signori

Non erano le tre, quando due viaggiatori con un servo si presentarono alla Locanda dei Paladini di Francia. Donna Teodora li squadrò sospettosa, come sempre coi forestieri: il più anziano era sopra i quaranta, occhi lampeggianti e neri; piglio da padrone, statura media e una barba scura, irsuta e riccia. Capelli lunghi, raccolti in una […]

continua »
Vladimiro Bottone
Racconti del peccato/23

Giulio e Anna

Nella quotidianità, Giulio ed Anna erano due persone qualunque. In segreto li distingueva la necessità di erodere continuamente il limite. Quindi era scontato che approdassero alla dimensione delle gang-bang, quella più cruda

Giulio ed Anna formavano una coppia stabile e sterile. Fin dagli anni Ottanta erano stati degli antesignani dell’erotismo promiscuo: inserzionisti su riviste hard, esibizionisti su greti di torrenti segnalati dal tamtam dei confratelli. Già da fidanzati, peraltro, Giulio lasciava che Anna – minuta, ossigenata, preda naturale – venisse posseduta da certi poderosi giovanotti. Cosa li […]

continua »
Pino Forestiero
Racconti del peccato/22

Corpus Domini

Nonostante avessi lo stato di coscienza alterato per la sbornia, mi rendevo conto perfettamente dei guai in cui mi stavo cacciando. Avevo appena lasciato la mia impronta sul corpo di un cadavere

La bottiglia di Chivas Regal vuota sul comodino. Mi ero bevuto l’ultimo ricordo degli anni Ottanta. La guardavo come una vecchia casa abbandonata, e nel suo vetro scuro cercavo i segni di un’abitudine. Dalle persiane entrava una luce morbida: era il grano che profumava d’oro e d’infanzia. Gli occhi si richiudevano addormentati dentro la quiete […]

continua »
Ilaria Palomba
Un bell'esordio narrativo

L’amore di Stalin

Il venticinquenne Iacopo Barison ha scritto la storia di un adolescente inquieto (chiamato Stalin per i suoi baffoni) che sogna di girare un documentario globale e ama una poetessa non vedente

Il romanzo del venticinquenne Iacopo Barison, Stalin + Bianca (Edizioni Tunué, 175 pp., euro 9,90) è presto diventato un caso letterario. Scritto in forma di monologo, quasi flusso di coscienza, a tratti lirico, è la storia di un diciottenne soprannominato Stalin, a causa dei baffi e del temperamento collerico, e della sua amica del cuore, […]

continua »
Attilio Del Giudice
Racconti del peccato/21

Garofani

Come non pensarci, però, che il nome “Fiorellina” suonava male per una ragazzona di ottantacinque chili! Aveva gli occhi belli, neri neri come i capelli, questo sì, ma lei non li metteva nel conto

I ragazzi a scuola la chiamavano Fiorellina e talvolta anche i professori, forse senza malizia, usavano il diminutivo per aiutarla a superare la timidezza quando doveva andare alla lavagna e sentirsi addosso gli occhi ironici dei compagni. Come non pensarci, però, che “Fiorellina” suonava male per una ragazzona di ottantacinque chili! Aveva gli occhi belli, […]

continua »
Nando Vitali
Racconti del peccato/20

Per mancato recapito

La lettera anonima è un fiore nero nel giardino della vita, un crisantemo fra i rossi papaveri dell’amore. Un ricamo malefico fra i peccati che ciascuno nasconde

Mi piace scrivere lettere anonime. Non so perché lo faccio. Mi piace e basta. È un vizio che ho avuto fin da bambino. Scombinavo amicizie, mettevo zizzania, procuravo rotture, equivoci, e non sopportava quelli che ostentavano felicità e si facevano belli. Questa attività col tempo è diventata una necessità estetica. La lettera anonima è un […]

continua »