27
dicembre
2024

racconti

Giuliano Capecelatro
Un omaggio a Carlo Emilio Gadda

L’ultima inchiesta di Don Ciccio Ingravallo

«Don Ciccio posa la tazzina sul bancone. Assorto. Il caffè come hegeliana orazione del mattino. Capace, con i suoi vapori, di insinuarsi tra le circonvoluzioni torpide, scuoterle, dare una bella scossa a tutta la complessa struttura cerebrale e farla ripartire»

Il mortaio,… Un blocco di marmo intagliato, dagli angoli aguzzi… il sangue, tanto, briciole di materia cerebrale tutt’attorno… un occhio spappolato… Il mortaio, se ne sarebbe procurato uno. Ma no. Di sicuro tra le mille carabattole, eredità di famiglia, lì al paese, uno ce n’era. Ricordava, credeva di ricordare, nonna Carmela curva nell’affondare il pestello. […]

continua »
Valentina Di Cesare
Una storia di attese

Il vero irreperibile

«Ogni volta che la vedo non so come muovermi, che parole usare. Lei è sempre così preparata su tutto, rischio sempre di dire banalità oppure, peggio ancora, affermare cose che lei sa già da un pezzo»

Il telefono aveva squillato cinque o sei volte. Sarà in metropolitana a quest’ora, non sentirà. Starà sicuramente venendo a prendermi in stazione! Così aveva pensato fissando l’orologio, per poi voltare lo sguardo in alto, nel tentativo di squadrare il cielo ma subito una galleria s’era intromessa tra gli occhi e il finestrino, inghiottendo fulmineamente il […]

continua »
Daniele Pugliese
Un racconto inedito

Il Periodo

«Lui appuntava con la sua M quelle intrusioni violente nel gioioso andamento del loro amore. Sfogliava le pagine contando, senza badare al nome dei giorni, alla data che compariva in alto, al santo consacrato»

Be’, certo, grosso modo sì. Con Giuditta ci aveva provato. Se qualcuno avesse curiosato nella sua agenda, probabilmente avrebbe anche potuto sospettare che fosse un agente segreto o, almeno, qualcuno che aveva qualcosa di losco da nascondere. Quelle M appuntate sulle pagine del diario con apparente casualità. Una moglie avrebbe pensato ad un’amante, Monica, forse. […]

continua »
Claudia Colaneri
Un storia teatrale

Mrs Robinson

«Quando Martha arrivò a Piazza del Sant’Uffizio, il portone delle suore era aperto. Quella sera non c’era molta gente in fila per un posto letto. Entrò e andò a recuperare le sue poche cose»

“Niente foto, please!” Disse vezzosamente la vecchia, “È da Natale che non lavo i capelli.” “Ma signora Robinson, Natale è domani!” Osservò Sara, la giovane operatrice sociale inviata dal Comune a verificare le condizioni di due anziane straniere. “Non sbaglio, è da Natale 2015 che non lavo i capelli!” “È una zozza lurida!” Intervenne Alma, […]

continua »
Tina Pane
Una storia di adolescenti

Un amore distratto

«Scesero tutti insieme, lei sperando che nessuno la vedesse uscire dalla casa, Guglielmo già proiettato verso la formazione: giocavano contro i paesani e temevano Luigi, il figlio del macellaio, che era uno che giocava a far male»

La prima volta che Guglielmo la vide lei stava svoltando l’angolo del senso unico su una bicicletta presa in prestito. Gli apparve come una valchiria, i lunghi capelli chiari arruffati dal vento, il seno generoso, i polpacci turgidi per lo sforzo di pedalare in salita. Guglielmo stava al riparo dal sole sotto la tettoia del […]

continua »
Michela Leonardi
Intervista impossibile su Jane Austen

Jane e Elizabeth

«Lei, cara Elizabeth Bennet, sembra però avere una certa conoscenza del mondo, del nostro tempo, che Jane Austen non aveva. Come lo spiega?». "Parla” la protagonista di "Orgoglio e pregiudizio”

È un vero onore incontrarvi di persona… Siete proprio voi, Elizabeth Bennet? Certo che sono io, non mi riconoscete? Gote rosate, occhi brillanti, espressione intelligente, incedere elegante, sono evidentemente io, la nota protagonista del libro più amato dalle donne di tutto il mondo, Orgoglio e Pregiudizio, di Jane Austen. A questo proposito, qual è il […]

continua »
Leo Carlesimo
Una storia del Sahel

Perimetro Kuhn

Come altri milioni di sbandati dell’immediato dopoguerra, anche Kuhn avrà fatto parte di quella caotica transumanza umana che rimescolò intere popolazioni nell’Europa devastata dalla guerra

Pochi chilometri a nord di Goronyo, Nigeria settentrionale, c’è quel che resta del suo lavoro. Dieter Kuhn era un agronomo tedesco di origini ebraiche, sopravvissuto ai campi, che nel secondo dopoguerra venne a stabilirsi qui, nei pressi del confine tra la Nigeria e il Niger, e vi fondò un’azienda agricola. Da quando la Compagnia ha […]

continua »
Tina Pane
Una storia italiana

Persone semplici

«Titti scende giù in sala e comincia a darsi da fare attorno ai tavoli, saluta i primi clienti che arrivano, indossa il grembiule e si chiude con Angelo in cucina. Tra pentole e padelle riprendono a parlare, a dirsi, a raccontare»

(1992) Titti ha 35 anni. E trentacinque chili di troppo. Ha un viso campagnolo, che muta velocemente d’espressione, passando dal sorriso largo e infantile di quando ti saluta chiamandoti amica mia alla fronte corrucciata che oppone a chi non le garba. Insieme ad Angelo gestisce un ristorante che è aperto da qualche mese ma non […]

continua »
Domenico Calcaterra
Un racconto "intimo"

Morte, passione, resurrezione

«La notte, pretendeva sempre di tenere a portata di mano, sul comodino o sul letto stesso, una piccola torcia: per controllare, al buio, l’ora; ché il tempo – diceva –, per lui, non s’inceppasse»

«E per quanto amare, dolorose, angoscianti siano le cose di cui si scrive, lo scrivere è sempre gioia, sempre “stato di grazia”. O si è cattivi scrittori» (Leonardo Sciascia) “Non conosciamo veramente nulla, di questo mondo; non siamo al mondo” – per tutto il tempo (compresso) della malattia di mio padre fino al giorno in […]

continua »
Giuliana Vitali
Un racconto inedito

La collina di Ismet

«Appena oltrepassarono il cancello del campo, una folla di persone circondava la roulotte bianca dove lui e il padre vivevano e subito fecero largo al bambino, spalancando la porticina verde»

Si asciugò con la mano le goccioline di sudore che gli scendevano sul collo mentre, masticando un rametto raccolto per strada, camminava sul terriccio polveroso di Cupa dei Cani. Si fermò d’improvviso e una volta buttati giù i piccoli sandali che teneva sotto braccio, accovacciandosi, li legò ben stretti ai piedi rossastri per il gran […]

continua »