Parole e ombre/14
«Quando il mio papà si mette le dita nel naso la mamma gli fa gli occhi da pazza, ma lui c’è abituato. Di solito, nel naso ci mette il mignolo, ma se serve va su pure col pollice, tanto lui c’ha il naso bello largo e se lo può permettere»
Fotografia di Zhanna Stankovych —– Il mio papà fa tante puzzette perché c’ha i diverticoli, che è lì che l’aria si gonfia e poi certe volte diventa puzzolente, che è per quello che si chiamano “le puzzette”. Lui le fa fredde o calde, quelle calde puzzano, quelle fredde no, e lui ce lo dice prima: […]
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Parole e ombre/13
«Mi manca. Tuo padre mi manca. La notte la mia mano lo cerca e lui è lì che russa. Apro gli occhi e non lo trovo. Chiudo gli occhi e ride. Come quando beveva tre Peroni. Si asciuga la bocca con il dorso della mano e ride»
Fotografia di Roberto Cavallini —– Questo è il primo Natale che passiamo senza mio padre. Ci siamo radunati tutti attorno a mia madre, a questo mucchietto d’ossa superstiti. Strano che tra lui, torreggiante ed egoista, e lei, sassolino implume e fumante di acido borico, sia morto prima lui. Una botta secca e malignazza, da far […]
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Parole e ombre/12
“Poi venne la pioggia dei viaggi, pochi all'inizio ma belli da far tremare, e di quel bacio alla fermata del 671, quello che t'avrebbe saldato alla memoria i caduti della Montagnola»
Fotografia di Marco Marassi —– E non ricordavi nulla, la pioggia era soltanto scroscio di tamerici salmastre e rigagnolo su volti silvani, memoria o coincidenza di pose decadenti, con qualche goccia petrarchesca, innocui temporali marinisti, e una pozza di storie tremende, anche tremendissime, sulle insidie dei rovesci, del fortunale infausto, che adesso cominciavano con un […]
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Parole e ombre/11
«Potrei aggravarmi, potrei ritornare in quell’inferno impossibile da dimenticare, prima delle moderne terapie che mi hanno promossa al purgatorio della sopportabilità»
Fotografia di Valeria Gradizzi —– Il giorno che mi hanno diagnosticato un carcinoma alla mammella, si disputavano gli europei di calcio. Udivo gli italiani esultare, nelle case e nei bar, per i goal degli azzurri. Due a zero per noi: la vittoria. Io invece ero stata sconfitta. Bastonata per bene dalle cellule del mio corpo, ancora […]
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Parole e ombre/10
Fotografia di Alessandro Arrigo —– Ventilate stanze all’istante dell’incontro infante io tu infante nastro infinito del gioco eterna rotta verso il polo anche l’oceano è placato a volte e un pesce piccolo salta, d’oro. Mariagiorgia Ulbar è nata in Abruzzo. Ha pubblicato la raccolta poetica I fiori dolci e le foglie velenose (Maremmi 2012), la silloge […]
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Parole e ombre/9
«Così Nico metteva il telo sul tavolino della sua cameretta, si infilava sotto con la torcia che gli aveva regalato il nonno e cominciava a raccontare. Il suo pubblico era composto da due pupazzi di Stanlio e Ollio, un orsetto e un dinosauro Rex»
Fotografia di Vera Castellucci —– “E poi che è successo?”. “Eh, quante cose vuoi sapere…” sospirò la nonna. “Allora prendi il telo.” Sotto al telo si poteva dire tutto. “Ora no.” “Ma perché?” La nonna non rispose. Nico andò a fare pipì. Aveva otto anni e gli sembrava già molto tempo che la faceva in […]
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Parole e ombre/8
«Aveva imparato a barare con se stesso, a dilatare la conta in mille maniere, a considerare non solo la strada dietro l’angolo, ma le perpendicolari e parallele dove, magari sul manifesto di una pubblicità, trovava il cane»
Non voglio morire. Si avvicinò di più allo schermo e lesse le parole una seconda volta. Non voglio morire. Luccicavano come gocce di sangue sul resto della pagina. E parlavano chiaro. Ma non ricordava di averle scritte. Ripensò a quel che aveva fatto dopo aver acceso il computer. Aveva fatto qualche giro di Mahjong Titans, […]
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Storie di ordinario dolore
«Aspetta lo stesso morso tagliente. Si aspettava che tutto si risolvesse in una sensazione felpata, tattile, e invece l’ingresso dell’ago tra L4 e L5 risulta fin dall’appoggio vivo da impazzire»
Nello studio la musica non rimbalza, solo perché è intrappolata nelle cuffie. Anche ora che se le è tolte e gli stanno in grembo mollate dalle mani tremanti fuoriesce un suono flebile, niente a che vedere col picco di volume in cui si avvolge ogni giorno, di sera e all’alba. In cui era avvolto fino […]
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Parole e ombre/7
«Io attraversavo frettolosamente le giornate per arrivare al traguardo. Aspettavo solo che mamma andasse a dormire, allora mi mettevo distesa al buio, Maddi arrivava e finalmente appoggiava la testolina sulla mia coperta»
Fotografia di Alessandro Bortolozzo —– Da giorni facevo le prove: mi mettevo distesa sul letto, a mani giunte. Una volta rubai addirittura un ciclamino dalla pianta di mamma sul terrazzo e lo tenni fra le mani tutta la notte. Quella sera mia sorella entrò a piedi scalzi, si accostò al letto e se ne andò com’era […]
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Parole e ombre/6
«L’amore che mi è stato dato alla nascita perché lo distribuissi è finito, non ne ho più e però oggi c’è di nuovo che mi sento bene e non so se ci sarà un altro giorno come questo»
Fotografia di Carmine Frigioni —– Ho sempre amato il silenzio perché racconta storie belle, storie di territori molto più grandi del quadratino a mia disposizione. Un quadratino che diventa ogni giorno più piccolo perché sempre più spesso loro occupano quello accanto al mio ed allora io mi stringo, cerco di stare ferma, cerco di dare il […]
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