22
novembre
2024

racconti

Leopoldo Carlesimo
Una storia d'acqua e lavoro

L’ultimo ballo di Furio

«Subito dopo pranzo il Cinghiale lo convocò di nuovo. Un colloquio a quattr’occhi, stavolta, in quella stanza piccola e surriscaldata che era il suo ufficio da campo, tra pile d’incartamenti polverosi, tute da cantiere, stivali infangati...»

Non ne intuì subito la gravità. Quando Linaldo interruppe la riunione, Furio pensò solo a una seccatura tra le tante, una delle venti o trenta che gli piovevano sulla scrivania tutti i giorni. Non ascoltò neanche fino in fondo quel che aveva da dire. Dopo le prime parole credette d’aver capito, lo liquidò brusco con […]

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Andrea Carraro
Una storia di disagio e violenze

Mentre tornava

«Mentre tornava a casa dopo il lavoro, camminando lentamente sul marciapiede affollato, Lory pensava e ripensava a quel gesto villano del capodivisione»... Pubblichiamo il racconto inedito di Andrea Carraro che ha vinto il concorso letterario "È sempre il 25 novembre; tutti insieme contro violenze e discriminazioni" a Pineto

“Era partita come una giornata di lavoro qualunque, dottoressa, beh, non proprio qualunque… ma non so se conta questo per la nostra terapia…” “Tutto conta nella nostra terapia…” Mentre tornava a casa dopo il lavoro, camminando lentamente sul marciapiede affollato, Lory pensava e ripensava a quel gesto villano del capodivisione, il dottor Ludovico Grugni, che […]

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Arturo Belluardo
Piccole memorie pubbliche

Ci vuole Pazienza

«Quando comprai “Perché Pippo sembra uno sballato”, la raccolta di tavole di Andrea Pazienza, le occhiate di blazer dei miei compagni di facoltà me lo facevano nascondere dietro la giacca doppiopetto, l’unica che avevo per fare gli esami, estate e inverno...»

In principio fu un gavettone. Un palloncino giallo, vescica di maiale, che mi prese al centro delle scapole, T2-T3, davanti all’edicola verde piombo con la copia de Il Male ancora in mano. Un palloncino giallo lanciato in parabola perfetta da Cesare Quercioli Dessena dalla cima di uno sgarrupo lastricato di Gradara, gita scolastica 1978 del […]

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Giuliana Vitali
La storia di un'ossessione

La lettera

«Lo dico soprattutto al Prof. Giulio Arrigoni. Lui mi odia. Parla sempre male di me anche con gli altri professori. Dice che i miei occhi sembrano quelli di Satana, troppo neri e spiritati e che gli fa impressione guardarmi...»

Ho deciso di morire. C’ho pensato tante volte prima di farlo veramente. Avevo preparato una lista di come farlo succedere e poi ho pensato che buttarmi giù da qualche parte tipo da un balcone, una finestra era la cosa più facile. Poi mi sono detto di farlo proprio a scuola così tutti lo vedono. E […]

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Michela Di Renzo
Una storia di dissimulazioni

Tordelli’s

«"Venite a New York, nel mio locale si mangia bene, facciamo la cucina tipica italiana, anzi toscana; lo sapete come si chiama?”. E con accento americano disse: “Tordelli’s”. “Ma te non ti chiamavi Mari?”»

Nel bar delle Terme c’era un tepore piacevole e rilassante. Anna si aprì la giacca azzurra della tuta di pile chiedendosi se fosse il caso di levarsela e restare in maglietta a mezze maniche. “Meglio non rischiare, in fondo siamo sempre a marzo” concluse dopo aver dato un’occhiata alle finestre enormi. Mentre si accertava che […]

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Attilio Del Giudice
Una storia inedita

Mammine

«Tuo padre ha saputo che la figlia della signora Corsicato del terzo piano la dà per quaranta euro, per cui se ne hai bisogno, lui può combinare l’incontro»

Senti, nella fotografia che mi hai mandato, quella bella donna che si vede alle tue spalle, chi è? La conosci? – No mammina, è una pubblicità. Ah, non la conosci? Quella sì che ci vorrebbe per te, altro che questa sciacquetta  che ti porti appresso. – Mammina dice che è contenta che sto con te […]

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Leopoldo Carlesimo
Passeggiata in montagna/3

L’ultima lite

«Attorno ai masi vecchi contadini falciavano prati in forte pendenza bordeggiati di boschi. Aria gelida, finissima, scendeva dalle vette del versante nord. Non fosse stata in pena per quel brutto avvio di week-end, avrebbe riso dell’ingenuità di lui...»

Non era mai stata una donna gelosa. E allora cos’era accaduto la sera prima, perché quella scena? E gelosa di chi? Erano in macchina, quasi alla svolta. Lui guidava taciturno. L’ampia Valle Aurina si distendeva dinanzi a loro, i fianchi ancora innevati in altura, ma già verde, lussureggiante e ricca d’acqua sul fondovalle. Tarda primavera, […]

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Leopoldo Carlesimo
Passeggiata in montagna/2

Marco e Giuliana

«Giuliana, sotto, conversava con Hilde. L’italiano stentato di quella donna, congiunto alla sua bella faccia montanara, dura e priva di trucco, intarsiata di rughe, le avevano sempre ispirato un’istintiva simpatia»

Dopo cena, Hilde e Rudi si fermarono a chiacchierare. La malga era semideserta. In bassa stagione, quando non erano troppo occupati con la folla dei clienti ordinari, usavano intrattenersi con gli habitués prima di sparecchiare. E loro due – Marco e Giuliana – habitués lo erano eccome, frequentavano da anni quella vecchia baita appena a […]

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Leopoldo Carlesimo
Una storia in tre parti

Passeggiata in montagna

«Sulla superficie del lago galleggiavano lastre ghiacciate. Era forse un po’ presto per tentare un’ascensione, la stagione non era ancora matura. L’orlo della vallata era incrostato di neve gelata e il piazzale era deserto...»

“No, mio dio, no! Non avresti dovuto farlo, cazzo!” Nel dirlo, Giuliana non sapeva se stesse parlando a se stessa oppure a lui. Sentì le lacrime rigarle il viso. Tirò su col naso, cercando di fermarle. Poi cedette e le lasciò colare, la bocca aperta, le labbra tremanti. Mescolandosi al terriccio che dopo la caduta […]

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Andrea Carraro
Una storia di padri e figli

Solo una chiacchierata

«“Lei per quella rissa in mensa, oltre ai giorni d’isolamento e a tutto il resto, ha perduto anche lo sconto di pena…” “Starei già fori da 67 giorni”. L’operatore lo guarda, lui schiaccia la sigaretta con la scarpa di gomma...»

“Faccia entrare, agente… ” “Coletti dai sta a te!… ” “Tommaso Coletti…  –  dice lo psicologo penitenziario, congedando un vecchio ergastolano di Reggio Calabria con la faccia da ratto che tutti a Rebibbia chiamano Nonno. Poi comincia ad analizzare la cartella personale del nuovo detenuto, che si siede di fronte a lui nell’unica sedia disponibile […]

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