15
novembre
2024

letture

Pasquale Di Palmo
La voce del poeta: Luigi Bressan

Alfabeto dell’esistere

L’osservazione di un mondo in rapida e ingannevole trasformazione. I dubbi, il senso di smarrimento, la confusione che ne derivano approdano a una ricerca su parola e silenzio e a un successivo lirismo più meditato. Questo e altro nella più recente raccolta (in dialetto) dell’autore veneto

Autore che si esprime sia in lingua sia in dialetto, Luigi Bressan, operante a Codroipo, in provincia di Udine, ha pubblicato varie raccolte, tra cui Quando sarà stato l’addio e El paradiso brusà, edite dal Ponte del Sale rispettivamente nel 2007 e nel 2014. Apprezzata da critici d’eccezione come Loi e Brevini, la poesia di […]

continua »
Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Gioia d’un fil di canto

Una bambina sotto un albero, ha una treccia bionda e intona con la sua piccola voce un canto… Con «versi fermi e scalpellati», Camillo Sbarbaro proferisce la sua preghiera: che la visione di quella felicità primigenia non ci sia mai negata

Camillo Sbarbaro è uno dei tanti poeti molto importanti del Novecento italiano, secolo di splendore poetico che pare rispondere e opporsi alla cruda realtà del fascismo che quel secolo nel nostro paese inquina. Ligure, ammirato da Montale, a cui lo accumuna l’asciuttezza linguistica della sua terra fatta verso, similmente a quella del livornese semigenovese Giorgio […]

continua »
Pier Mario Fasanotti
Consigli per gli acquisti

Vecchi & Romanzi

L'amore dei vecchi secondo Kent Aruf (da cui il film con Robert Redford e Jane Fonda), la malattia dei vecchi secondo maria Rosaria Valentini e la Tokio senza più identità di Furukawa Hideo

In due. Emotivamente toccante, stilisticamente affascinante: ecco quel che si può dire dell’americano Kent Aruf, poco noto al pubblico italiano. Tra i lettori cosiddetti forti dovrebbe aumentare il passaparola. Il suo ultimo, e breve, romanzo, s’intitola Le nostre anime di notte (NN editore, 162 pag., 17 euro). Testo che ha ispirato l’omonimo film con Robert […]

continua »
Pier Mario Fasanotti
A proposito de "La corsara"

Modello Ginzburg

Una vita che sconfina nel mito, dalla rigida famiglia Levi alla più eclettica famiglia di Casa Einaudi: Sandra Petrignani, attraverso Natalia Ginzburg, costruisce il ritratto di un mondo e una generazione

Una giusta domanda, quando si vuole riassumere e, soprattutto, capire una grande scrittrice come Natalia Ginzburg, ce la propone Sandra Petrignani, narratrice, saggista e giornalista, tra le più raffinate di questi ultimi anni. Questa la domanda: «Da dove comincia una vita?». La risposta – non solo a questo pur essenziale quesito – ce la fornisce […]

continua »
Marco Fiorletta
A proposito di “La Repubblica Romana”

Quell’utopia romana

Roberto Carocci ripercorre le ragioni e la storia della rivolta contro la Chiesa del 1849. Un esperimento vitale e attualissimo, fallito sotto il peso della restaurazione e di un attendismo tutto italiano

L’elezione di Pio IX al soglio papale fu accolta da tutti con favore e alimentò speranze per un mondo migliore, d’altronde è cosa che capita sovente con i papi. La leggenda narra che nel suo viaggio di avvicinamento a Roma per il Conclave una colomba bianca si poggiò più volte sulla sua carrozza come ad […]

continua »
Delia Morea
A proposito de “La cura dell’acqua salata”

L’oro e la marusia

Antonella Ossorio racconta di oro, orafi, gioielli, sogni, maledizioni e soprattutto marusia, la maledizione del mare. Insomma, una sorta di commedia umana di Napoli

Un sapo gallego, prezioso gioiello cesellato con perizia dall’orafo Brais Barreiro, una maledizione che coinvolgerà Brais e i discendenti della sua famiglia nei secoli a venire, e la marusia (non marea o mareggiata ma inquietudine del mare, come spiega l’autrice), questi gli elementi fondamentali del coinvolgente romanzo della scrittrice napoletana Antonella Ossorio La cura dell’acqua […]

continua »
Roberto Verrastro
A Bonn e a Berna

Arte & Furti: l’inventario Gurlitt

Due mostre e un libro ricostruiscono l'avventura di Hildebrand Gurlitt, l'uomo che si arricchì comprando (o rubando, per conto del regime) opere agli ebrei che scappavano dal nazismo

«Inventario Gurlitt» è il titolo di due mostre parallele inaugurate a novembre e in corso in Germania fino all’11 marzo presso la Bundeskunsthalle (Galleria d’arte federale) di Bonn, e in Svizzera presso il Kunstmuseum di Berna fino al 4 marzo. Tra il 1933 e il 1945 ebbe luogo il più grande furto di opere d’arte […]

continua »
Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Incipit al terzo millennio

I poeti sentono il tempo: lo sentono con dolore ma ne percepiscono anche il senso di speranza. Come Tomaso Kemeny in questo "Incipit" dedicato al futuro, come una nuova nascita

Il primo giorno del terzo millennio. Il poeta lo sente, poiché i poeti sentono il tempo anche epocalmente: nello scorrere, nel divenire, certo, ma anche nei suoi eventi fatali. E il passaggio da un millennio a quello successivo è tale. La nostra storia ha milioni di anni, ma da poche migliaia la raccontiamo. La poesia […]

continua »
Giuliana Vitali
Su “L’inconveniente di essere nati”

Accademia Ionesco

Il francesista Giuseppe Grasso pubblica una vecchia intervista a Eugène Ionesco sul teatro, il realismo e il senso delle avanguardie degli anni Cinquanta. Una riflessione importante sul secolo delle illusioni

Con il libro Intervista con Ionesco. L’inconveniente di essere nati (Solfanelli ed., 88 pag., € 9,00), Giuseppe Grasso – francesista, filologo, giornalista, traduttore – punta alla divulgazione senza rinunciare all’approfondimento, rivalutando il ruolo del giornalista che mettendosi da parte – ma senza scomparire – restituisce voce al personaggio intervistato e alle sue opere. Lo scritto […]

continua »
Pasquale Di Palmo
La voce del poeta: Loredana Bogliun

La poesia a Dignano

«La nascita di un poeta dialettale è sinonimo di vitalità linguistica e di pregnanza culturale». Lo afferma a buon diritto la poetessa istriana che affida i suoi silenzi interiori alle parole dell’antico idioma istroromanzo in via d'estinzione

«Tra queste due pareti del crepaccio spalancatosi in Istria verso la metà del Novecento si insinua il vomere della poesia di Bogliun, che nella sua essenzialità di pietra scheggiata e d’acqua sorgiva, con la sua estrema economia di mezzi risolta in solennità lieve, di profonda consapevolezza culturale e di sapienza antica delle cose umane assorbita […]

continua »