5
dicembre
2024

commenti

Gianni Cerasuolo
Piedi per aria

Dal calcio a Tortu

Lo sport è fatto di sangue (non quello dell’Epo), sudore e lacrime. Quante volte abbiamo sentito in questi giorni la parola sacrificio? Evidentemente, lo sport italiano sta meglio dell’Italia, dove si muore sul lavoro e dove la saggezza conta così poco...

Ora che all’improvviso siamo i più veloci al mondo, pare che Draghi abbia corretto il suo appello del 6 agosto agli italiani: vaccinatevi, seguite le regole e fate sport. Almeno lì si vince e chissà che una corsetta o una marcetta non servano come una sorta di green pass per abbattere questo tempo di allarmi […]

continua »
Arturo Belluardo
L'estate del nostro scontento?/3

Odio l’estate

«Ne usciremo, se ne usciremo, tutti minchioni. Devastati da mesi di serie televisive, di dibattiti su vaccini e varianti, incapaci di articolare un ragionamento compiuto, se esula da carica virale e o da declinazioni di quarantena»

Odio l’estate. Proprio come nella canzone di Bruno Martino, diventata uno degli standard jazz più eseguiti. Odio l’estate, perché la mia famiglia viene dalla Sicilia, dove l’estate non finisce mai, e si sta chiusi al buio fino a sera ad aspettare che svampi, e si cerca refrigerio con i ventagli intercalando Maria, Maria, Maria, matri […]

continua »
Paolo Vanacore
In margine agli ori di Tokyo

I campioni soli

L'Italia che vince alle Olimpiadi è decisamente migliore di quella raccontata da certa politica razzista e dalle serie tv. Atleti che sanno soffrire e sanno parlare dei propri problemi e della propria identità con naturalezza. Anche quando è scomoda. Forse, dovremmo imparare da loro...

Non è un caso che in queste olimpiadi i risultati migliori stiano arrivando da discipline individuali, quelle in cui l’atleta è perennemente solo. Che la solitudine sia determinante per il benessere mentale, che le persone abituate a trascorrere del tempo da sole siano risultate essere in media più soddisfatte di sé e della propria vita […]

continua »
Valentina Fortichiari
L'estate del nostro scontento?/2

Il mare e gli altri

«Io sono viva, viva ancora e vigile, attenta più che mai alla realtà che mi circonda. Pronta ad ascoltare voci. Non voglio perdermi una virgola di questo mondo che non deve più andare alla deriva...»

Presto, la mattina, quando il mare è calmo e trasparente, visto che ormai dopo settimane il fiato sembra essere tornato, decido di spingermi in acque aperte, non oltre le boe. Regolare il ritmo delle bracciate, bussola e timone, buono il sostegno delle gambe, motore posteriore propulsivo. Respiro ogni tre a stile libero, sento che scivolo […]

continua »
Nicola Fano
L'estate del nostro scontento?/1

L’estate che sarà

Da domani, parte una serie di reportage, riflessioni, commenti nei quali i collaboratori di Succedeoggi - con le immagini inedite di Roberto Cavallini - cercheranno di interpretare i segni del tempo: siamo dentro o fuori l'inferno del covid e dell'ignoranza?

«Ora, l’inverno del nostro scontento si è tramutato in estate radiosa grazie questo sole di York». L’incipit del Riccardo III di Shakespeare è paradigmatico. Terminata una sanguinosa guerra civile, il Duca di Gloucester finge di festeggiare: «La guerra dal volto feroce ha spianato le rughe della fronte e adesso, invece di montare cavalli corazzati per […]

continua »
Gianni Cerasuolo
Piedi per aria

L’Italia in 10 minuti

Elogio di Jacobs e Tamberi e dei ragazzi semplici e anonimi degli sport meno in vetrina. Gente comune, della porta accanto: uomini e donne che faticano, 6 o 7 ore al giorno di allenamento, spesso in orari che non intralcino il lavoro o lo studio. Laureati, impiegati, studenti, disoccupati: gente che incontri per strada

Jacobs e Tamberi che si avvinghiano sotto il tricolore come fosse una capannella ricordano Mancini e Vialli che si abbracciavano e piangevano dopo la vittoria di Wembley. Non sono Fiona May, ma anche io mi sono messo ad urlare ad ogni salto di Gimbo, quel «seeee…» gridato che fa sobbalzare il mio carissimo cane ogni […]

continua »
Paolo Vanacore
Avventure di una medaglia d'oro

Vola, Marcell, vola!

Marcell Jacobs, con una finale perfetta alle Olimpiadi di Tokyo, è entrato nella leggenda. Italiano ma con una storia per metà texana: nella meraviglia del suo corpo c'è il segreto del suo destino di campione. Gli sono bastati cento metri per dimostrarlo

Dietro quell’aria da furbastro ribelle, dietro quel sorriso malizioso e lo sguardo ammaliante si nasconde un atleta preciso e rigoroso dotato di un corpo capace di anticipare per istinto quello che nessuno gli aveva mai insegnato. Marcell è sempre stato innamorato della velocità, prima i pattini, poi la bicicletta, infine la moto fino a quando […]

continua »
Lidia Lombardi
Addio all’intellettuale editore

L’assoluto Calasso

La Mitteleuropa, l’Oriente, l’esoterismo e la fisica, Simenon e Richler, Nietzsche e Kundera… Anelava a un catalogo che fosse un unico infinito libro, una biblioteca esaustiva e assoluta. Da lettore, da scrittore e da editore ha percorso liberamente i sentieri della riflessione sull’essere

Quel libriccino – la copertina senza fronzoli color acquamarina, al centro solo titolo e autore – ha illuminato la mia giovinezza. E quella di tanti ragazzi, da quarantacinque anni a questa parte. Si intitola Siddharta, l’ha scritto Hermann Hesse. La sua pubblicazione – e con essa il rilancio e per molti giovani la scoperta in Italia […]

continua »
Paolo Vanacore
Elogio di una campionessa

Lettera a Federica

Dopo cinque Olimpiadi, Federica Pellegrini ha vinto la medaglia del tempo, la più importante e prestigiosa. Perché quando sali sul podio da ragazzina, è difficile diventare grandi senza perdere la misura di sé. E invece, lei...

Quando a 16 anni ti ritrovi sul podio dei giochi olimpici il cuore batte all’impazzata dentro e fuori la vasca, e continua a battere ancora più forte nei giorni, nelle settimane, nei mesi e anche negli anni successivi e a restare perennemente accelerato e sempre, sempre, sempre infuocato come nella migliore ricetta gastronomica della tua […]

continua »
Gianni Cerasuolo
Fa male lo sport

Olimpiadi fantasma

Si aprono a Tokyo i Giochi che i giapponesi non volevano. Villaggio olimpico blindato, atleti controllatissimi, nessuno spettatore: solo il Cio difende a spada tratta gli affari delle Olimpiadi fantasma. L'unica speranza è che gli atleti, almeno loro, riescano a misurarsi con se stessi

Chissà se questi Giochi olimpici arriveranno alla fine. I padroni dello sport, cioè il Comitato olimpico internazionale (Cio), hanno detto che niente potrà fermare il programma, nonostante il Covid stia investendo massicciamente il Giappone e già ha assalito molti atleti. Le autorità giapponesi temono invece che lo stop possa arrivare se la situazione diverrà insostenibile: […]

continua »