22
dicembre
2024

arti

Danilo Maestosi
Al Museo di Sant'Egidio di Roma

Sessantotto in salotto

Dreamers, la mostra dedicata al Sessantotto cinquant'anni dopo, è un catalogo (senza personalità) di tutto e il contrario di tutto. Come se quel fulmine non avesse bruciato la storia

L’idea attorno alla quale è stata costruita la mostra in scena fino a settembre al Museo di Trastevere in piazza Sant’Egidio, a Roma, non sembrava sbagliata. Almeno sulla carta. Provare a raccontare il Sessantotto a una generazione di mezzo secolo dopo vaccinata dal virus dei miti altrui, scegliendo a unità di misura il collante del […]

continua »
Raffaella Resch
Futurismo (e altro) alla Fondazione Prada

Il “grado zero” di Germano Celant

Con la scelta di presentare le opere calate nell’atmosfera dell’epoca della loro creazione, il critico curatore ha orchestrato un imponente affresco con l’intento di “ripulire” la nostra memoria storica da successive stratificazioni. In “Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943”

Se i titoli hanno un senso compendiario e sinottico, quello utilizzato per la mostra della Fondazione Prada, mutuato dalla celeberrima parolibera di Marinetti – Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943 (fino al 25 giugno) – ci suggerisce un’interpretazione preferenziale dell’imponente affresco orchestrato da Germano Celant sull’Italia della prima metà del ‘900. Definita […]

continua »
Danilo Maestosi
Vista al Museo di Roma

Una Babele fantasma

Gloria Argelés intreccia i segni di una società che ha perso senso. Fil di ferro, tele e colori come in una scultura che confluisce in pittura: non il marchio d’infamia del caos ma solo l’eco di una sconfitta da cui risollevarsi per ripartire

Babele. Inflazionata dall’uso comune, credo che la citazione si sia ormai appiattita in negativo ad indicare in modo indifferenziato il caos, la difficoltà di convivere con la differenza e trarne buon frutto, lo spaesamento, la paura che ne deriva. Del racconto biblico sopravvive nell’era dei grattacieli soprattutto l’immagine della fine, immortalata in un perpetuarsi di […]

continua »
Raffaella Resch
In mostra al Museo MAN di Nuoro

Il Futurismo delle donne

L’esposizione fa luce su un fenomeno dibattuto, a partire dal “Manifesto” di Marinetti che teorizzava «il disprezzo della donna». Così si scoprono personalità spiccate e indipendenti che rappresentano figure poliedriche di intellettuali di primo piano dell’arte del ‘900

La presenza e l’attività delle donne nell’arte del ‘900 è stata messa in luce da diversi studi a partire dalla fine degli anni 70 (Simona Weller, Il complesso di Michelangelo. Ricerca sul contributo dato dalle donne all’arte italiana del Novecento, La Nuova Foglio Editrice, 1976; Lea Vergine, L’altra metà dell’avanguardia. 1910 – 1940. Pittrici e […]

continua »
Alessandra Pratesi
Al Museo del Vittoriano di Roma

La luce di Monet

Con le opere del Marmottan si completa l'omaggio romano a Monet, uno dei padri dell'impressionismo. Dalle cromie acquatiche delle ninfee alle prime prove di astrattismo cromatico all'alba del Novecento

Il 15 aprile 1874 segna un grande passo per l’umanità: nello studio parigino del fotografo Nadar, in Boulevard des Capucines, si inaugurava la prima esposizione degli impressionisti. Da quel momento in poi la pittura non sarebbe più stata la stessa. Tra i pittori che hanno scritto questa pagina di storia dell’arte: Cézanne, Degas, Pissarro, Renoir, […]

continua »
Raoul Precht
Periscopio (globale)

Il bello di Winckelmann

I Musei Capitolini di Roma rendono omaggio a Winckelmann, il genio irrequieto che rilanciò l'estetica classica nel Settecento ponendola al centro del dibattito artistico e filosofico

Restano pochi giorni – per l’esattezza fino al 22 aprile – ai romani che vogliano visitare ai Musei Capitolini la stimolante mostra «Il Tesoro di Antichità. Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento». Inaugurata nel dicembre scorso, la mostra occupa poche sale con una selezione di 124 opere, ma si snoda poi anche, […]

continua »
Danilo Maestosi
Alla galleria Arti e Pensieri di Roma

Pittura a fior di pelle

Le opere di Bruno Marcucci, settant'anni, allievo di Emilio Vedova, sono segni puri come versi poetici sussurrati a bassa voce, tracce di una sorta di emozione fossile che inchiodano lo sguardo

A fior di pelle. Sì, anche nella pittura la cura della pelle è valore primario di seduzione. Uno spazio, da abitare ed attraversare, strategico per chi realizza un quadro e chi lo osserva. E mai, almeno nella buona pittura, pura cosmesi, perché quel fuori su cui ci si concentra e si richiama l’attenzione diviene via […]

continua »
Chiara D'Andrea
Al Chiostro del Bramante di Roma

La luce di Turner

La mostra di schizzi, dipinti e acquerelli di William Turner provenienti dalla Tate permette al visitatore di cogliere il senso del percorso di ricerca del grande artista intorno alla sua idea di luce in arte

William Turner è il paesaggista inglese più apprezzato di tutti i tempi. Conosciuto come il “pittore della luce”, l’artista, nato a Londra nel 1775, guadagnò questo epiteto per la sua incessante ricerca sulle potenzialità espressive della luce e del colore. Il carattere sperimentale della sua pittura è ben evidente nella mostra in scena al Chiostro […]

continua »
Velia Majo
Al Vitra Design Museum di Weil am Rhein

Torna la dance-art

Il design e la musica, il travestimento e la trasgressione: una mostra celebra l'arte delle discoteche dagli anni Sessanta in poi. Quando le mode partivano da Tony Manero per arrivare allo Studio 54 di New York

Con i suoi stivaletti tacco cinque, la camicia nera con i pizzi e i pantaloni a palazzo bianchi l’italoamericano Tony Manero (John Travolta) calca il pavimento in plexiglass avvolto da luci multicolori a ritmo del brano dei Bee Gees Stayin’ Alive. La location è la discoteca “Odissey 2001” nel quartiere di Bay Ridge al numero […]

continua »
Chiara D'Andrea
Al Maxxi di Roma

Il suono libero

Dal 16 marzo al 28 ottobre, “When sound becomes form” racconta la storia della sperimentazione sonora e musicale in Italia dal 1950 al 2000. Da Berio a Demetrio Stratos

«Non credo nell’esaurimento definitivo dei mezzi tradizionali, penso però che la ricerca di approcci diversi sia utile per liberare la musica strumentale e innescare nuovi processi strutturali». Con queste parole Luciano Berio definì il senso della sua ricerca musicale. A lui e ad altri protagonisti della rivoluzione sonora che, dagli anni Cinquanta in poi, portò […]

continua »