Marco Fiorletta
Il libro “Support your local nickname”

Calci all’inglese

Valerio Marsocci ha scritto quasi un dizionario del perfetto tifoso di calcio inglese: storie, segreti, aneddoti. In modo da non farsi sorprendere dal prossimo caso-Leicester

Il primo incontro con il calcio inglese avvenne tanti anni fa con gli album delle figurine Panini: immagino che non sia accaduto solo per me. Alla fine del calcio italiano, c’erano delle pagine dedicate alle coppe internazionali o alle maggiori squadre del calcio estero, di conseguenza anche quello comunemente ed erroneamente chiamato inglese. Poi abbiamo […]

continua »
Laura Novelli
Al Kilowatt Festival di Sansepolcro

Teatro in cammino

“The Stranger” di Daniele Bartolini è una sorta di percorso urbano che si trasforma in un viaggio dentro di sé grazie ai consigli e alle provocazioni di attori e musicisti

Bisogna essere sufficientemente disposti all’idea dello spaesamento, del disorientamento spaziale ed emotivo, per affrontare l’esperienza della performance The Stranger che Daniele Bartolini – origini fiorentine ma residenza a Toronto – presenta in questi giorni al Kilowatt Festival di Sansepolcro in prima nazionale italiana. Si tratta di un urban-immersive format già ben collaudato all’estero (e sarà […]

continua »
Gianni Cerasuolo
Fa male lo sport

I Giochi sporchi

Dopo gli Europei più modesti della storia, arrivano le olimpiadi più “dopate“ dell'era moderna. Lo sport è questo: contraffazione continua. Sopraffazione del più forte e del più ricco con ogni mezzo. L’innocenza è perduta

Che cosa manca ancora allo sport moderno per essere considerato una sorta di Impero del Male? E perché mai questa branca della vita, dovrebbe essere differente da un mondo che ha perso ogni regola e ogni morale? La Russia manipola i suoi atleti, li rimpinza di medicine senza dargli nemmeno un bugiardino di spiegazioni. I […]

continua »
Laura Novelli
Intervista all'attore/drammaturgo

Scimone & Amore

«La nostra società ci rende tutti connessi, tutti globalizzati, tutti in comunicazione con tutti, ma in realtà manca un contatto vero tra le persone; siamo semmai tutti più soli, più distanti, divisi, chiusi, isolati. Credo che, parlando in termini generali, non ci sia più amore per l’altro»: parla Spiro Scimone

Qualche anno fa incontrai per caso Spiro Scimone a Roma, in uno slargo del quartiere Flaminio. Ritrovarmi inaspettatamente faccia a faccia con un drammaturgo e un artista che ha fortemente influenzato la mia formazione teatrale, la mia idea di teatro, fu una bella sorpresa della vita. Naturalmente gli chiesi a cosa stesse lavorando e lui […]

continua »
Jolanda Bufalini
Fino al 27 novembre, 100 opere in mostra

Macro Memorie

Il Macro di Roma rende omaggio all'avanguardia artistica anni Sessanta: la pop art di Tano Festa, Franco Angeli e Mario Schifano. Una stagione feconda di relazioni tra nuovo e antico nel segno di una città da recuperare

Gran godimento al Macro di via Nizza dove sono esposte fino al 27 novembre 100 opere 1960-1967 (ma si potrebbe dire 1958-1968) degli artisti romani detti, con invenzione critico-giornalistica dell’epoca, “la scuola di piazza del popolo”, approssimazione ironica per quello che era piuttosto un gruppo di amici allora intorno ai 30 anni. Si incontravano da […]

continua »
Paolo Bonari
A proposito di “Per le strade della Vergine”

Ceronetti in fuga

Guido Ceronetti continua la sua invettiva isolata contro l'Italia, la sua inumanità, la sua inanità, la sua volgarità. Un rosario dolente e ripetitivo, che alle volte sfiora la banalità (e non quella del male)

Intanto, sembra difficile che Guido Ceronetti abbia dedicato “trenta e più anni di saltuaria stesura” a Per le strade della Vergine (Adelphi, 278 pagine, 20 Euro), perché questo diario comincia nel gennaio del 1988 e siamo al 2016, no? Poi, da Ceronetti ci si può aspettare di tutto, anche che lui, le sue giornate, sappia […]

continua »
Vincenzo Nuzzo
Cartolina da Lisbona

Dom Sebastião, l’eretico

Illazioni a proposito di Dom Sebastião, nipote di Carlo V, ultimo monarca degli splendori del Portogallo, propugnatore di un'utopia mai pienamente tramontata: quella della felicità

Chi era l’Infante Dom Sebastião, asburgo di sangue e nipote di Carlos V, regnante sul Portogallo negli ultimi anni del suo splendore? Le risposte (di gente comune e storici) sono così tante e così diverse che con questa figura doveva proprio nascere un mito [deduciamo tutto ciò da tre opere ‒ M.A. Lima Cruz, Dom […]

continua »
Alberto Fraccacreta
L'elzeviro secco

Il sangue e gli ulivi

La tragedia ferroviaria pugliese, al di là dello sconcerto per un Sud abbandonato alla propria arretratezza, impone di soffermarsi sul senso profondo di una natura ferita

La tragedia confluita tra Corato e Andria, due treni che si scontrano a cento chilometri orari e si accartocciano lungo un unico binario, reca in sé un simbolo che è la vera narrazione di quanto accaduto: gli ulivi. La poesia – anche quella che appartiene al tempo e ai fatti, non solo quella legata alle […]

continua »
Pierre Chiartano
Cartolina da Ankara

Il piccolo golpe

Il giorno dopo, il mancato colpo di stato in Turchia appare come una pura follia, un calcolo sbagliato fatto da quel pezzo di esercito in rotta con Erdogan. Contando sul silenzio/assenso occidentale

Del golpe di Luglio in Turchia si parlerà a lungo. E sarà difficile darne una versione imparziale. Già si leggono fesserie su “moschee”,  “caserme” e “golpe anti-islamico”. È dunque evidente l’intenzione da parte di alcuni media sia europei che americani di collocarlo come “risposta” disperata a una deriva islamista. Alcuni giornali parlano già in termini […]

continua »
Manuela de Luca
Raccontare il corpo/1

Senza scarpette

«La domanda assordante aleggiava in quella baracca. Rimbalzava nel loro cervello ogni volta che un paio di scarpe appena catalogato, finiva nei cesti posizionati al fianco dei tavolacci, dove i prigionieri procedevano con il lavoro di smistamento»

Il soldato tedesco urlò il solito ordine mattutino. Guido e tutti gli altri si alzarono velocemente. Non c’era altro da fare  se non correre fuori  e mettersi in fila per l’appello. Neppure vestirsi. La logora divisa dell’esercito italiano era pigiama e abito da lavoro. Guido pensava a casa sua, al caffellatte caldo sul tavolo in […]

continua »