Gianni Cerasuolo
Piedi per aria

Gol al telefono

Inizia il campionato di calcio: siamo qui ancora una volta pronti a guardare, esultare, azzuffarci. Sapendo di assistere ad uno spettacolo che potrebbe essere una farsa, un qualcosa che galleggia tra le peggiori pratiche della politica e della finanza. Sappiamo tutto, ma non stacchiamo la spina

Adesso bisognerà vedere se questo benedetto streaming funzionerà davvero. L’ansia e i dubbi aumentano con il passare delle giornate e l’avvicinarsi dell’ora X, sabato 21 agosto: l’inizio del campionato di calcio, della serie A. Già l’idea di vedere una partita online, al computer o, peggio, sullo smartphone, proprio non mi va a genio. Temo l’imboscata […]

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Roberto Cavallini
L'estate del nostro scontento?/11

Come leggere Roma

«Roma mi pare proiettata verso il passato. Quando qualcosa accade, il presente non lo nota, ma quel che è accaduto sarà ricordato. Roma è un unico grande monumento ai ricordi. I ricordi non sono la memoria, quest’ultima necessita di sistematicità, il ricordo affiora perché c’è un segno»

Roma è grande. Roma è un universo, l’universo è in espansione, anche Roma è in espansione, ha già travalicato, da qualche anno, i confini del Grande Raccordo Anulare. Roma è la città eterna. Io abito a Roma. E non ne posso fare a meno. Roma è mutante ed io sono un testimone che gira per […]

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Nicola Fano
Capre e cavoli

Qualcosa di sinistra

La "sinistra” italiana (virgolette obbligatorie) sempre più spesso si trova a sostenere cose e politiche di destra. Come nel caso delle proteste contro la decisione Usa di non combattere la guerra civile afghana o nel caso dei sindacati che vogliono scioperare contro il green pass. Anche questa è una malattia senza cura?

Mischiamo capre e cavoli: l’Afghanistan e l’obbligo di esibire il green pass nelle aziende italiane. No, non per parlare dei due temi specifici (non ho titoli né competenze sufficienti), ma per riflettere sui commenti (e i comportamenti) correnti in margine a questi due fatti. Vedrete che, forse, alla fine sarà più semplice capire che cos’è […]

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Alberto Fraccacreta
L'estate del nostro scontento?/10

Salto nell’apocalisse

«Se nell’esistenza di tutti i giorni riuscissimo a "diminuire” noi stessi in favore dell'altro, daremmo sempre la vita per i nostri amici. In senso lato e in senso letterale. Dando forse sollievo all’umanità post-apocalittica, gettando acqua sulla piromania ontologica e concreta»

Un’estate con molto vento, un phon continuo e pericoloso, i cui congegni elettrici possono saltare da un momento all’altro. La gloriosa Riserva Dannunziana, la pineta di Pescara, alcuni lidi e parecchie case — tra cui un piccolo monastero — sono stati danneggiati da un incendio, da cupe e alte fiamme: lapilli e fumo ovunque. È […]

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Lidia Lombardi
A Palazzo Ricci di Macerata

Le città di Ferretti

Da Fellini a Scorsese, da Pasolini a Terry Gilliam: una bellissima mostra ripropone le invenzioni scenografiche di Dante Ferretti, tre premi Oscar. Un. mondo dove realtà e illusione si mescolano continuamente per dare corpo ai sogni del cinema

Dal suo studio a Cinecittà al Palazzo Ricci di Macerata, la città dov’è nato settantotto anni fa. Dante Ferretti, lo scenografo tre volte Premio Oscar, si fa immaginifico protagonista di una mostra che squarcia un fondamentale aspetto del cinema. E già, perché la scenografia è la pietra angolare sulla quale si costruiscono le immagini, le […]

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Giuliano Compagno
L'estate del nostro scontento?/9

Leopoli, solo andata

«Atterro a Lviv che nel frattempo è già risorta ed è primo pomeriggio. Ero in cerca di quell’Altrove che Bernhard avvertiva nel suo muoversi verso un luogo prescelto...»

Ci sono versi a chiudere che aprono le porte dell’esperienza. Come questi di Vittorio Sereni:Tendo una mano. Mi ritorna vuota. Allungo un braccio. Stringo una spalla d’aria. All’uscita dall’ultima galleria il sole non ferisce più. Quando ciò accade, l’inciso di un altro rigo annuncia che un uscio “si è aperto altrove”. Per mio errore avevo […]

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Luca Fortis
Una rassegna che partirà a ottobre

La scena del G8

Il Teatro di Genova ha commissionato nove testi ad altrettanti autori della scena internazionale per raccontare il dramma del G8 a vent'anni di distanza. Ne parliamo con Kiara Pipino, studiosa e regista italo-americana che ha seguito il progetto

Nell’anno in cui ricorre il ventennio dai tragici e violenti fatti del G8 di Genova, in cui molti manifestanti subirono l’ingiustificata violenza da parte delle forze dell’ordine italiane e per cui il nostro paese è stato anche condannato dalla Corte Europea per i diritti umani, il Teatro Nazionale di Genova ha deciso di dedicare, a […]

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Anna Camaiti Hostert
L'estate del nostro scontento?/8

Il vaccino comunista

«Oggi più che mai ciò che è logico in vista del bene comune diviene il male assoluto, ciò che aiuta a frenare il contagio, le vaccinazioni e le mascherine, divengono un impedimento “comunista” alla libertà individuale»

Passeggio nel centro della città devastata dal virus: i negozi e i ristoranti chiusi si contano a bizzeffe e pullulano i cartelli di spazi per attività commerciali in affitto.  Chicago, cuore pulsante del Midwest e metropoli sempre affollata, vitale e colorata è vuota. Provo un’enorme tristezza: appare come un gigante stanco e privo di vita. […]

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Raoul Precht
Periscopio (globale)

Keats e il dolore

Duecento anni dopo, John Keats è ancora lì: un monumento alla morte che si sostituisce alla vita. Perché nei suoi versi si riversa la sua smania di passioni, luoghi e sentimenti. Quasi una fiammata di desiderio destinata, per umana natura, a soccombere

Il lettore mi perdonerà se stavolta comincio con una lunga citazione, tratta da Fuga da Bisanzio di Josif Brodskij. Nell’introdurre un capitolo dedicato a Mandel’stam e alla sua opera poetica, Brodskij annota quanto segue: “Per qualche strano motivo l’espressione ‘morte di un poeta’ suona sempre un po’ più concreta che non ‘vita di un poeta’. […]

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Flavio Fusi
L'estate del nostro scontento?/7

Parlare coi fantasmi

«In questa estate “del nostro scontento” mi accorgo sempre più spesso di parlare con i fantasmi della vita che ho vissuto in altri luoghi e in compagnia di altre persone. È questa la differenza rispetto al primo impatto del meteorite pandemico. Non certo “ne usciremo migliori” o altre sconce banalità televisive»

Quando i ragazzi di Cuba sono scesi per strada gridando “patria e vita”, che vuol dire semplicemente pane e libertà, avrei voluto telefonare a Enrique, là nella sua villetta diroccata del quartiere Coly dell’Avana, tra cataste di libri e vecchie riviste e l’antro fumoso di una cucina spenta da anni. Ma – lo sapevo – […]

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