Voci dalla Siria senza pace
Nel deserto di Aleppo
Aleppo, seconda città della Siria, è nelle mani dei ribelli islamisti. Abbiamo raccolto le testimonianze di una popolazione stanca e impaurita. L'occupazione può diventare violenta, ma anche la reazione del regime può esserlo
La situazione ad Aleppo e in Siria rimane sospesa in una strana calma, dopo che i ribelli di Idlib, hanno conquistato del tutto inaspettatamente, probabilmente con l’aiuto turco, Aleppo e molti territori tra la provincia di Idlib e di Hama. Hanno approfittato della debolezza delle milizie di Hezbollah che, visto il conflitto con Israele, sono dovute ritornare in Libano, e del fatto che i russi hanno inviato sul fronte ucraino molti dei soldati prima dispiegati in Siria.
L’esercito siriano si è ritirato senza combattere e sembra aspettare, in attesa di un aiuto da parte dei russi e degli iraniani. Per ora, a parte i bombardamenti dall’alto sulla provincia di Idlib e su Aleppo, sul terreno non vi è stato alcun tentativo di riconquistare la seconda città siriana.
Per comprendere cosa stia accadendo in città ho sentito un po’ di persone che conosco.
Ieri e oggi, mi dicono non vi è stato alcun combattimento per le strade di Aleppo, ci sono stati alcuni bombardamenti, anche se la gente in città non sa dire se dipendano dalle forze governative o dai russi.
I ribelli non sono raggruppati in luoghi, ma sono sparpagliati un po’ dappertutto in città. Non vi sono state violenze da parte loro sulla popolazione, tutte le testimonianze locali dicono che stanno facendo molta attenzione a rassicurare tutti che nulla accadrà loro. Ciò nonostante la popolazione non sa bene cosa pensare, in quanto si tratta di milizie armate non omogenee, ma di cui il gruppo più importante rimane pur sempre una milizia islamista. Per ora si può dire che hanno rassicurato i cristiani e le altre minoranze, sul fatto che proteggeranno tutti. Ma nessuno sa bene cosa fare e la città è piuttosto deserta.
La popolazione non comprende nemmeno perché l’esercito ufficiale si sia ritirato senza combattere. Inoltre, visto che ormai gli islamisti e gli altri gruppi di opposizione sono dovunque, temono che per riprendere il controllo della città, il governo ufficiale e i suoi alleati possano aumentare i bombardamenti, causando molti morti tra i civili.
Le strade della città sono vuote e la gente esce solo per comprare il necessario nei pochi negozi, anche se le merci cominciano a scarseggiare. Molte persone sono scappate nelle prime ore della conquista di Aleppo da parte dei ribelli di Idlib. Hanno utilizzato strade secondarie, visto che i jihadisti controllavano orami l’autostrada tra Aleppo e Homs.
Finora i bombardamenti hanno fatto danni al monastero della Terra Santa, per fortuna senza fare vittime, all’Università, dove invece sono purtroppo morte una decina di persone. Oggi c’è stato un altro raid nel centro della città, ma non si hanno ancora notizie precise. La sera, fino alle sette di mattina, vige un coprifuoco. Di giorno molti negozi sono generalmente chiusi e gli ospedali non funzionano bene in quanto molti medici e infermieri sono scappati o chiusi in casa.
L’atmosfera in città è cupa, in quanto la gente non comprende cosa stia accadendo e in generale ha paura sia che in futuro il volto gentile dell’opposizione possa mutare sia che il governo ufficiale, possa scegliere la strada della riconquista armata della città.
Secondo le fonti in città, molti dei jihadisti sono sauditi, pakistani e musulmani russi. I tanti cristiani di Aleppo, nonostante le rassicurazioni dei combattenti sul fatto che nulla accadrà loro, sono comunque spaventati dal ricordo di quello che è accaduto ai cristiani di Idlib. Infatti, gli stessi gruppi che ora sono in città, raccontano i cristiani locali, chiesero ai cristiani di lasciare la provincia di Idlib in 24 ore.
La gente è stanca e vorrebbe una risoluzione pacifica del conflitto.