A Verbania
Raccontare la storia
Blogger indipendenti e gruppi di lettori "anonimi" candidano i romanzi storici che partecipano al Premio Amalago. La vincitrice, quest'anno, è stata Carla Maria Russo
C’è un premio letterario nazionale che, dal 2021, viene assegnato al miglior romanzo storico di autore italiano, unico nel suo genere per le modalità di selezione delle opere in lizza e per il sistema di valutazione che porta al vincitore. Si chiama Premio Amalago, dal nome dell’associazione culturale no profit che lo ha promosso, fondata nel 2020 a Verbania da Massimo Ciaccio, broker assicurativo nel campo dell’arte, con la finalità di promuovere e diffondere iniziative culturali e artistiche nel comprensorio del Lago Maggiore. Insieme ai consiglieri dell’associazione Elena Croci, esperta di marketing, e Giancarlo Lacchin docente universitario di Estetica, hanno sostenuto l’idea di Sibyl von der Schulenburg, imprenditrice e scrittrice, di dare vita a un premio letterario dedicato al romanzo storico, un genere letterario che ha attraversato i secoli e favorisce la conoscenza della storia. È nato così il premio letterario Amalago, giunto quest’anno alla terza edizione.
Fin dall’inizio, i promotori si sono posti un preciso obiettivo, basato sulla considerazione che nei premi letterari, raramente il libro vincitore risulta poi tra quelli più graditi al pubblico. «Il panorama italiano è ricco di premi letterari di vari livelli che hanno obiettivi diversi», spiegano gli organizzatori. «Tuttavia, documentandosi tra lettori, frequentatori di librerie e gruppi letterari, emerge una generale disapprovazione in relazione ai titoli premiati nei grandi concorsi letterari e l’auspicio che si inizi invece a premiare libri che incontrino davvero i gusti dei lettori».
Candidature “dal basso” e le scuole tra i valutatori dei romanzi. Da qui la decisione di rompere lo schema “tradizionale” della maggior parte dei premi letterari, rovesciando il criterio di selezione: non più pubblicazioni proposte da editori e autori, ma titoli che effettivamente godono del gradimento del pubblico, segnalati alla commissione tecnica da un “gruppo candidatura” composto da blogger indipendenti, gruppi di lettori e book influencer, i cui nomi rimangono segreti fino alla conclusione del premio.
Questo è il primo step del lungo percorso fino alla cerimonia di premiazione.
Il secondo passaggio è affidato alla commissione tecnica, presieduta da quest’anno da Giovanni Grasso, scrittore e saggista, portavoce del presidente Mattarella, vincitore dell’edizione 2022-23 con il romanzo Il volo di Icaro. Insieme a Grasso, ne fanno parte Giuseppe Polimeni, docente di storia e linguistica italiana e membro dell’Accademia della Crusca, Flavio Santi, docente di materie umanistiche, scrittore, poeta e traduttore, Marco Fornasir, giornalista, e Sibyl von der Schulenburg, fondatrice del premio. Alla commissione l’arduo compito di selezionare i tre romanzi finalisti.
Nel terzo step, le opere selezionate vengono sottoposte a un gruppo di circa 50 valutatori, tutti recensori letterari, critici e giornalisti. Ciascuno di loro compila una scheda con la valutazione di ogni libro e la propria personale classifica.
È in questa fase che entrano in campo anche le scuole superiori dei comuni del Lago Maggiore, che affiancano la giuria dei valutatori leggendo i libri e inviando le proprie schede per ciascuno, con pari valore rispetto alle schede dei valutatori.
«Questo meccanismo permette la candidatura di romanzi già graditi al grande pubblico di lettori, pubblicati da case editrici non a pagamento e la scelta dei vincitori coinvolgendo da una parte esperti e giornalisti, dall’altra gli studenti. È, inoltre, un modo per coinvolgere i più giovani, appassionarli alla lettura, gratificandoli per il ruolo che ricoprono nella giuria e allo stesso tempo responsabilizzarli nei giudizi che dovranno dare. Questo premio è pensato anche e soprattutto per promuovere la lettura tra i ragazzi, partendo da titoli già conosciuti al pubblico», aggiungono gli organizzatori.
I vincitori della terza edizione, 2023-24. La cerimonia di chiusura del premio Amalago 2023-24 si è svolta il 12 maggio al Grand Hotel Bristol di Stresa. Ad aggiudicarsi il premio è stata Carla Maria Russo con I Venturieri (2021, Piemme), il racconto della saga familiare degli Sforza, partendo dal capostipite Muzio Attendolo e dal suo percorso che lo porta da misero contadino a capo di una delle più temute compagnie di mercenari. Una ricostruzione rigorosa della vita al tempo dei capitani di ventura e dei rapporti di forza fra gli stati dell’Italia tra il XV e il XVI secolo. All’autrice, oltre a una somma in denaro, è andata anche un’opera d’arte del maestro, Marco Nereo Rotelli.
Il premio speciale delle scuole (istituito per la prima volta in questa edizione) è stato assegnato ad Andrea Frediani per Il nazista che visse due volte (2022, Newton Compton Editori), la storia di Otto Skorzeny, l’uomo che individuò il luogo in cui era detenuto Mussolini sul Gran Sasso, raccontata nello stile della spy story che la porta fino alla metà degli anni Settanta. Il premio speciale Agar Sorbatti è andato a Luigi Barnaba Frigoli per il suo Guerriera (2022, Rizzoli), la storia pressoché sconosciuta di Bona Lombardi, soldatessa di ventura al soldo di Francesco Sforza. Questo riconoscimento, intitolato a una delle prime donne a laurearsi in ingegneria in Italia, viene, infatti, assegnato all’autore che ha narrato la storia di un personaggio femminile di particolare rilievo.
I semifinalisti. In gara per la terza edizione, nove romanzi. Oltre alle tre opere finaliste, sono entrati in semifinale Daniele Cellamare con Il drago di sua maestà, Federica Introna con La regina guerriera, Daniela Piazza con Il bastardo, Manuela Piemonte con Le Amazzoni, Antonella Prenner con Il canto di Messalina, Mariangela Galatea Vaglio, con Teodora – i demoni del potere.
La fotografia accanto al titolo è di Roberto Cavallini. La fotografia dei libri premiati è di Manfredo Pinzauti.