Sergio Buttiglieri
Visto a Firenze

Ismene punk

Flavio Cauteruccio e Flavia Pezzo hanno aggiornato la storia di Ismene, sorella (quasi) invisibile di Antigone. Uno spettacolo punk che mescola musica, rabbia e parole per raccontare il punto di vista di un essere dimenticato

L’altra sera alle Murate Art District, in centro a Firenze, è andato in scena Family Affairs, l’ultimo riuscito lavoro di Fulvio Cauteruccio. Una coinvolgente riflessione su Antigone di Sofocle, che debuttò 2465 anni fa, nel 442 a.C. nel Teatro di Dioniso ad Atene, e che ha avuto importanti riduzioni cinematografiche, come quella memorabile de I Cannibali del 1970 di Liliana Cavani. Questa volta però è stata attuata con le inconsuete riflessioni recitate con grande forza comunicativa dalla attrice Flavia Pezzo, che è anche la moglie di Fulvio, accompagnata da una strepitosa colonna sonora suonata con tanto di chitarra ai margini della scena dal regista stesso. Modulano a sorpresa la recitazione, con grande sintonia, i Depeche Mode, Johnny Cash, i Cccp e i Csi.

Lei metteva in atto un monologo incentrato sulla figura di Ismene, sorella di Antigone.

Nel testo di Sofocle Ismene ha una flebile voce, specie nella prima scena, qui invece, in questa affascinante rilettura di Cauteruccio, travolge il pubblico con una serie di riflessioni sulla sua mitica famiglia e riprende caparbiamente la parola che originariamente non gli avevano dato.

Una sorta di manifesto femminista dai tratti squisitamente punk. Non a caso inizia con un provocatorio “vaffa” urlato ripetutamente, con assonanze a Nina Hagen, a Siouxie che ha incantato il folto pubblico fiorentino accorso a queste tre preziose serate estive.

L’attrice agisce efficacemente oltre che con la voce, anche con il corpo, reinterpretando i brani del Novecento nella memoria di tutti noi, che man mano il regista mette in moto. Loro due cantano e danzano vorticosamente assieme, abbattendo “le ipocrisie familiari legate alle convenzioni buone solo a farci del male. Prima che essere fratelli, padri, madri, cugini, si è persone, e come tali dobbiamo rapportarci”. Ismene, di mano in mano interpreta con ironia, scarabocchiando Merda sopra i loro volti, unica scenografia dello spettacolo, i vari personaggi del testo: dal cieco padre, alla protagonista Antigone che aveva deciso di seppellire il fratello Polinice, dall’indovino Tiresia, al re di Tebe Creonte a sua moglie Euridice, e al figlio Emone. 

Il bisogno di ridare voce a chi in passato non ha avuto modo di raccontarsi, come spesso è successo per tanti secoli all’universo femminile, è uno dei pregevoli obiettivi di questo travolgente dissacrante duetto, che ripete ossessivamente: “Solo tu, Solo Tu”. Che tinge di effetti psichedelici la scena e ci ricorda come “il silenzio cresce come un cancro” come ci urla ripetutamente nello spettacolo Ismene,

Fulvio Cauteruccio ha spesso recitato con il fratello Giancarlo fondatore dei Krypton e in tutti questi anni entrambi hanno saputo rinnovare con successo il nostro teatro di prosa. Scandicci era stato il loro palcoscenico che aveva attratto il numeroso pubblico che amava il loro teatro di ricerca sempre ricco di performance di grande livello. Peccato che ora Scandicci non sia più la sede di questa preziosa Compagnia.

Intanto Fulvio e Flavia hanno meritevolmente donato questo notevole lavoro di rilettura del testo sofocleo a Firenze, lasciando l’ingresso libero e sostenendo alla fine dell’applauditissimo spettacolo, l’associazione Tennis in Rosa che offre alle ex pazienti oncologiche o alle donne in cura di continuare a praticare lo sport contribuendo alla lotta al cancro.


La fotografia accanto al titolo è di Stefano Ridolfi.

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