Every beat of my heart
Memoria d’amore
Erinna, IV secolo avanti Cristo. Morta giovanissima, di lei restano poche tracce ma vertiginose. Ce la fa incontrare Roberto Mussapi, traduttore di questa lirica, dove Poesia resiste alla morte
Straziante, la voce vocante che sentiamo in Dylan Thomas, il senso della memoria che salva per amore, per affinità elettive in Foscolo, la disperazione di un nome che vuole sopravvivere, forse vivere, in una Pietra scritta, secondo il libro svelante di Yves Bonnefoy.
C’è tutto il mondo greco con il suo Ade cupo e l’oltretomba disperato di ombre vacue e languenti, c’è la tristezza del mondo classico e la sua fede unica nella memoria come salvezza.
C’è la giovane sposa morta appena dopo le nozze, e la poesia della giovanissima amica, che incide il suo nome sulla pietra.
C’è il fondamento della poesia come memoria e amore, che conosce i viaggi agli inferi di Ulisse e Enea, e trova il suo culmine e il suo riscatto nei Sepolcri di Foscolo.
Il senso della poesia che tenta di resistere alla morte, il contrario del diseducativo e tossico modello di Spoon River, l’elenco telefonico dei morti vissuti, secondo l’autore, inutilmente, la liquidazione impiegatizia del dramma.
Qui invece la genesi e la voce della poesia: se non fossi morta giovanissima, Erinna, e se di te non avessimo solo tre liriche, tre pietre di poesia assoluta, Saffo nel suo respirante e pulsante Olimpo non sarebbe sola…
Per te, Erinna, io sogno Bauci, io sono stato il giovane sposo della incantevole Bauci.
Tu pietra scritta e voi Sirene, mia urna funebre,
e tu buio Ade, unica sede alle mie ceneri,
fermate per un istante chi passa qui accanto,
che sia del luogo o straniero vi prego ditegli
che appena sposa passai alla tomba,
e che il mio nome era Bauci,
chiunque sia ditegli che sono nata a Telos,
e nella stessa isola nacque la mia amica Erinna,
il poeta che scrive queste parole a chiunque passi
per me, sulla pietra, il mio nome per sempre.
Erinna
Traduzione di Roberto Mussapi
(Nell’immagine: “Erinna” di Henry Stormonth Leifchild (1823–1884) © Royal Holloway, University of London)