Sabino Caronia
A trent’anni da “Anche Dio è infelice”

Turoldo e gli ultimi

Da rileggere il libro sul tema della misericordia del profetico teologo. «Che infinito ci salva?», si chiedeva. Il volto di Cristo, è la «sola risposta all’infinito silenzio di Dio» scriverà in uno dei suoi ultimi fogli. L’infinito e Leopardi, poeta che sentiva vicino

Scritto da padre Turoldo due anni prima della sua morte, nel 1990, Anche Dio è infelice (Edizioni Piemme, Casale Monferrato, 1991) risulta ancora oggi di straordinaria attualità. A un certo punto l’autore osserva: «Sono tempi, i nostri, che sembrano più leopardiani che francescani. E per assurdo ciò è tanto più vero quanto più ci confrontiamo con il senso del termine stesso di cristiano: fino a sentire l’ipocrisia di dirci tali. Tempi più di noia che di altro!» (p. 51).

Turoldo e Leopardi. A un anno dal centenario de L’infinitocome non richiamare i noti versi leopardiani: «io quello infinito silenzio..» e «naufragar m’è dolce in questo mare»?Turoldo scriveva: «Di Te si affanna questo cuore, / conchiglia ripiena della tua eco, / e infinito silenzio», «Mi conforta solo / questo cantare senza amore / e il naufragare nell’immenso / tempo / vuoto». La poesia di Turoldo non può prescindere dall’attraversamento del leopardiano deserto del negativo. La sua essenza interrogativa assomiglia a quella dei grandi canti leopardiani. Non a caso l’ultima sezione de Il sesto angeloè intitolata “A Leopardi, anima mia”. Turoldo dichiara; «Perché a Leopardi queste confidenze? Oltre agli accenni interni al discorso, come il suo idillio sul colle da dove sentiva la contemplazione quale dolce naufragare (e quindi poesia come salvezza), io mi chiedevo: per noi che resta? e che infinito ci salva? […] Strano questo discorso di fede proprio riferito, o, almeno, occasionato da Leopardi […] Il poeta che più sento oggi (ma forse sempre) è proprio Leopardi: lui come voce umana, lui come condanna assoluta, voce senza scampo, così disperata e lucida». E conclude: «Ecco, per questo Leopardi; e, se volete, i salmi ora dolci ora violenti del mio omonimo David…» (  nel commento a I salmisi legge che «Oltre i “sovrumani silenzi” è l’infinito silenzio di Dio»). Dio è per Turoldo “infinito silenzio”. Il volto di Cristo, scriverà in uno dei suoi ultimi fogli, è la «sola risposta all’infinito silenzio di Dio». 

Dicevamo della straordinaria attualità di Anche Dio è infelice. Il libro prende spunto dalle parabole sulla misericordia di Luca che, come ha osservato papa Francesco, è «l’evangelista che rivela meglio il cuore di Gesù e la sua misericordia». Non a caso nella recente enciclica di papa Francesco Fratelli tutti è richiamata al secondo capitolo la parabola del Buon samaritano. Del resto poi l’unico film di padre Turoldo si intitolava Gli ultimi (ispirato al racconto autobiografico di Turoldo Io non ero un fanciullo, racconta la vita dei contadini friulani negli anni Trenta, ndr) e appunto papa Francesco si rivolge come interlocutore privilegiato proprio agli ultimi, al povero, allo scarto.È un invito ulteriore a rileggere il libro a quasi trent’anni dalla sua pubblicazione. 

Ricordando il suo incontro con il Papa (Giovanni Paolo II, ndr), Turoldo scrive: «Ed ecco il Papa mi vede, solo, in un angolo, e subito ha un moto di meraviglia e dice con voce udibile, da tutti i vicini: “Padre David, anche lei qui, che gioia!”. Io subito lo ossequio e gli stringo la mano e gli dico: “È mia la gioia, Santo padre: grazie per tutto quello che fa e dice”. E il Papa, con un volto davvero illuminato, si rivolge ai presenti e dice: “Un momento”. Poi, verso di me continua: “Voglio dirle una cosa, padre David: che la sua ‘facoltà’ è la migliore fra tutte, quella di parlare di Cristo ai lontani”. Io gli dico subito: “E chi è lontano e chi vicino, Santo padre? Siamo tutti lontani”. E lui a me, prendendomi tutte e due le mani e stringendomele forte: “È vero, siamo tutti lontani”» (p.142). E, appunto, siamo tutti lontani. 

Facebooktwitterlinkedin