Finestra sul mondo
Ritorno all’Oulipo
Hervé Le Tellier, il presidente di ciò che resta della prestigiosa Oulipo (la "società letteraria" cui aderirono anche Queneau e Calvino) ha vinto il premio Goncourt. Con un romanzo sperimentale, ovviamente. Che sembra una fiction tv...
Il favorito fra i quattro finalisti, Hervé Le Tellier (nella foto accanto), ha vinto il Premio Goncourt 2020 con L’Anomalie, edito da Gallimard. Autore di romanzi, racconti, poesie, teatro, Le Tellier, 63 anni, ha una formazione da matematico e giornalista. È, inoltre, presidente di OuLiPo (acronimo di Ouvroir de Littérature Potentielle, ovvero “officina di letteratura potenziale”), il gruppo di scrittori e matematici che mira a creare opere usando le tecniche della scrittura vincolata cui hanno aderito, nel tempo, anche Raymond Queneau, Georges Perec ed Italo Calvino.
Ecco come la casa editrice presenta il romanzo uscito lo scorso 20 agosto. «Siamo nel giugno 2021 e un avvenimento inspiegabile sconvolge la vita di centinaia di uomini e di donne, tutti passeggeri di un volo Parigi-New York. Fra di loro ci sono: Blake, rispettabile padre di famiglia ma al tempo stesso killer di professione; Slimboy, pop star nigeriano, stanco di vivere nella menzogna; Joanna, avvocatessa temibile ma inseguita dalle proprie debolezze; Victor Miesel, scrittore confidenziale, improvvisamente diventato di culto. Tutti pensano di avere una vita segreta, nessuno immagina quanto questo possa essere vero. Romanzo virtuoso dove la logica incontra il magico, L’Anomalie esplora quella parte di noi stessi che ci sfugge».
Già designato da un sondaggio fra i giornalisti che si occupano di critica letteraria condotto dal mensile specializzato Livres Hebdo, questo romanzo pieno di suspense, strutturato come un sapiente gioco di costruzioni, oltre alla giuria, ha conquistato anche il pubblico dei lettori. Romanzo sperimentale, esercizio di stile, romanzo popolare che ricalca i ritmi delle serie tv americane, romanzo di fantascienza, addirittura esoterico, L’Anomalie sfugge ad un’unica definizione. «L’autore ci conduce da uno stile poliziesco ad uno più intimista, passando dalla politica, al sociale, al futuribile, e, come se non bastasse, attraverso la scienza e la filosofia, per farci un’unica domanda, sempre la stessa: “E se ci trovassimo ad affrontare un caso che non corrisponde a nessuna situazione già conosciuta?”», come ha scritto Aube LaVilaine per 20 Minutes.
Gli altri finalisti erano Les Impatientes della camerunense Djaili Amadou Amal sulla tragedia dei matrimoni forzati, Thèsée, sa vie nouvelle, di Camille de Toledo, sul peso delle generazioni passate sulla vita di ogni individuo, e L’Historiographe du Royaume, di Mael Renouard, che racconta la vita immaginaria di un consigliere reale nel Marocco del 1600.
La pandemia ha rotto gli schemi. Con il distanziamento, le librerie e i ristoranti chiusi, per la prima volta dalla sua istituzione, il più prestigioso premo letterario francese è stato assegnato su Zoom anziché nei bei saloni del ristorante parigino Drouant e con tre settimane di ritardo rispetto al calendario tradizionale per permettere alle librerie di riaprire in tempo per le vendite.