Asia Vitullo
Cinema dal divano

Felicità è dimenticare?

“Se mi lasci ti cancello” di Michel Gondry sembra un film scritto per il dopo-Covid: qual è il rapporto giusto con la memoria del dolore? Basta un tasto di reset per annullare un'esperienza dolorosa?

Dopo un forte e incessante senso di smarrimento, la realtà ci accompagna nel lungo tragitto della nostra risalita. Una strana marea ci ha travolti e, quasi, spinti nella profondità di un nulla, ma, tassello dopo tassello, la quotidianità riacquista la tenacia di ordinare di nuovo il grande puzzle della vita. Adesso cosa e soprattutto quanto ci rimane di tutto questo?

Sarebbe tutto molto più semplice se un giorno ci sottoponessimo a uno strano marchingegno capace di cancellare completamente i ricordi sofferti, facendoci risvegliare non più contaminati da pensieri che ci lacerano in profondità. Charlie Kaufman, con la sua sceneggiatura da Oscar, ci propone questa bizzarra possibilità, dando vita ad uno dei film più amati degli ultimi vent’anni. Eternal Sunshine of the Spotless Mind (Se mi lasci ti cancello, nella trasposizione italiana), diretto nel 2004 da Michel Gondry, costruisce una dimensione onirica che scava con voracità nella mente umana. «Com’è felice il destino dell’incolpevole vestale!/ Dimentica del mondo, dal mondo dimenticata./ Infinita letizia della mente candida!/ Accettata ogni preghiera e rinunciato a ogni desiderio», per citare i versi dell’opera di Alexander Pope Eloisa to Abelard da cui è tratto il titolo della pellicola. Quindi, se fossimo in grado di dimenticare saremmo eternamente felici?

Joel (Jim Carrey) e Clementine (Kate Winslet) hanno trascorso insieme gli anni più belli della loro giovinezza. Lui introverso e razionale, lei eccentrica e sognatrice: i due si incastrano perfettamente in un turbinio d’amore, fino a quando la loro voglia di completarsi comincia a sgretolarsi. Impulsivamente Clementine decide di recarsi presso una clinica, la Lacuna, e di cancellare tutti i ricordi del fidanzato, così da poter essere di nuovo la ragazza spensierata e sorridente di un tempo. Joel, mosso dal desiderio di volere una riconciliazione con la sua amata, si reca da lei che, ovviamente, non lo riconosce. Il povero innamorato, investito da una sofferenza lancinante, decide di sottoporsi allo stesso trattamento. Ma, nel bel mezzo della cancellazione, Joel capisce di non voler più dimenticare il dolore e comincia così a combattere contro la sua psiche nella speranza di riconoscere ancora gli occhi della donna che ama.

Eternal Sunshine of the Spotless Mind chiede allo spettatore di dimenticare, appunto, cosa della sofferenza ci immobilizza, e di accettare che l’affanno e la tribolazione ci fortificano e ci innalzano verso una verità più alta. La critica a una società edificata su relazioni superficiali e finte è evidente: non siamo più abituati al buio e all’infelicità, ma ricerchiamo costantemente una forma di puro edonismo ed egoistico amore. Il tanto discusso titolo italiano Se mi lasci ti cancello sintetizza in realtà come nel nostro presente viviamo le relazioni o qualsivoglia tipo di afflizione: semplicemente, non le affrontiamo. Le crepature ci spaventano, ma è solo grazie ad esse che saremmo in grado di ricostituirci migliori di prima. E quindi, insieme, dopo tanta oscurità «uscimmo a riveder le stelle».

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