Anna Camaiti Hostert
Cartolina dall'America

È lui l’anti-Trump?

Chi è Mike Bloomberg e perché ha deciso di tentare la (difficile) scalata alla Casa Bianca? Ritratto del miliardario, ex repubblicano, ex sindaco di New York, che è appena sceso in campo contro Trump (e contro una buona parte degli stessi democratici...)

Il re è nudo. Un velo di tragica chiarezza si è squarciato su una situazione difficilmente recuperabile: Il paese ha perso il senso delle basi e delle regole che hanno sagomato la leadership della sua democrazia e dell’istituto presidenziale. Il processo di impeachment nei confronti di un presidente Trump che si è preso gioco del suo ruolo – violando chiaramente le regole basilari della democrazia americana, chiedendo a potenze straniere di interferire nelle elezioni nazionali – non sta approdando da nessuna parte. Solo perché il partito repubblicano è divenuto cosi partigiano da non ammettere l’evidenza della colpevolezza del suo presidente. Il partito democratico d’altra parte arranca, per riuscire a trovare il suo candidato, al momento ce ne sono 18, alle prossime politiche del 2020. In questo caos generale, Michael Bloomberg miliardario settantasettenne, ex sindaco di New York dal 2002 al 2013 dichiara di volersi candidare alle prossime elezioni. «Corro per la presidenza solo per sconfiggere Donald Trump e ricostruire l’America. Non ci possiamo permettere altri quattro anni di azioni avventate e immorali sotto la presidenza Trump» ha affermato il magnate newyorkese.

La sua visione moderata rispetto a candidati come Bernie Sanders ed Elizabeth Warren, va soprattutto ad intaccare la base di Joe Biden, anche se l’ex vicepresidente sembra coagulare al momento i voti degli afroamericani più di altri candidati neri come Corey Booker e Kamala Harris. Neanche Patrick Deval, ex governatore del Massachusetts, anch’egli nero, che insieme a Bloomberg è entrato in gara solo adesso, sembra avere le stesse chance di Biden. A dimostrazione di ciò nel programma della domenica pomeriggio di MSNBC del reverendo Al Sharpton, famoso attivista per i diritti civili, un consigliere comunale della città di Southbend in Indiana dove è sindaco quel Pete Buttigieg, uno dei più popolari candidati democratici, ha dichiarato di dare il suo sostengo a Joe Biden invece che al suo sindaco, perché conosce il suo impegno da decenni e si fida di lui. Bloomberg non potrà mai conquistare il voto dei neri. Quando è stato sindaco di New York ha fatto implementare dalla polizia della grande mela la politica di “stop and frisk” (ferma e perquisisci) diretta soprattutto alle minoranze nera e ispanica che lo hanno accusato di discriminazione razziale. Bloomberg si è scusato di recente, ma questo non è sufficiente a garantirgli il voto dei neri.

Bloomberg si descrive come «uno che risolve i problemi e non come uno che parla». La sua discesa in campo insieme ad una disponibilità enorme di fondi che gareggia solo con quella di Trump (ha già investito 37 milioni di dollari in pubblicità televisiva nelle prossime due settimane), inietta nella lotta per la nomination un grande livello di incertezza a meno di tre mesi dalla prima votazione delle primarie. Nella pubblicità che si vedrà sugli schermi a partire da questa settimana, si parla della biografia del magnate e si dice che «avrebbe potuto rimanere un ragazzo della classe media… ma invece Mike Bloomberg è diventato un tipo che ha fatto grandi cose e il suo lavoro, dopo essere stato sindaco, si è concentrato sulla lotta ai cambiamenti climatici». Poi lo spot si sposta su Trump dicendo che l’ex sindaco è l’unico capace di affrontarlo, mentre l’immagine di Trump si blocca sullo schermo. Poi il narratore conclude con lo slogan “Bloomberg for President”. Va da sé che Bloomberg ha già affermato che, se eletto alla Casa Bianca, non percepirà alcun salario.

Fino a pochi giorni fa c’era stata una grande incertezza sulla sua partecipazione. All’inizio dell’anno, infatti, Bloomberg aveva detto che non sarebbe sceso in campo, ma, come poi ha ribadito alla CNN, ha cambiato idea solo perché non ha visto, tra i 18 partecipanti, un candidato che fosse capace di battere Trump il prossimo novembre, incluso il vicepresidente Joe Biden che di recente ha perso consensi negli exit poll in Iowa.

Bloomberg ha fatto la sua fortuna creando tecnologia che le banche e le imprese hanno usato per accedere ai dati del mercato. Dopo avere costruito un impero finanziario è entrato in politica quando nel 2001 si è presentato ed è stato eletto con il partito repubblicano sindaco di New York. È stato rieletto due volte e durante il secondo mandato è divenuto un indipendente per approdare nel 2018 al partito democratico.

Vista la sua tarda partecipazione alla corsa presidenziale non competerà nei primi quattro turni elettorali in Iowa, New Hampshire, Nevada e South Carolina, cercando di costruire una base negli stati in cui si svolgeranno le primarie il 3 marzo, cioè nel famoso Super Tuesday. Tuttavia i rappresentanti del partito in Iowa e New Hampshire hanno già espresso il loro disappunto, oltre al fatto che il 43% dei democratici è sfavorevole alla sua candidatura. Senza parlare di Bernie Sanders o Elizabeth Warren che non solo non vogliono soldi dal Pac o da grandi donatori, ma non vogliono neanche milionari che possono compare le elezioni. Le critiche a Bloomberg sono aumentate in questo fine settimana quando è apparso chiaro che l’ex sindaco di New York è disposto a spendere milioni di dollari per la sua campagna elettorale. Cosi Amy Klobuchar e Kamala Harris, altre due candidate democratiche, hanno parlato rispettivamente del fatto che non c’è bisogno di un altro multimilionario che sieda alla Casa Bianca e di come il troppo denaro sia un veleno per la politica. La prima occasione di dibattito per Bloomberg, se ce la farà a superare gli ostacoli che gli si parano di fronte e ad apparire nella competizione generale, sarà a dicembre.

Tra il 2018 e il 2019 l’ex sindaco di New York ha girato per il paese partecipando ad eventi di natura diversa che includono visite tra gli operai del New Hampshire e la prima del suo documentario sui cambiamenti climatici in Iowa.

Chuck Todd nel suo programma mattutino della domenica su NBC, uno dei più seguiti a livello nazionale, Meet the Press,  ha adombrato la possibilità che per Bloomberg ci sia solo una possibile candidatura per la vicepresidenza: Stacey Abrams, l’avvocatessa nera che è stata sconfitta l’anno scorso in Georgia nella corsa governatoriale e che reclamò per il risultato elettorale, accusando il suo avversario repubblicano, Brian Kemp,  di avere gestito in maniera disonesta i risultati elettorali scoraggiando e rendendo difficile e complicato il voto dei neri. In effetti Todd ha consigliato chiunque voglia entrare nella competizione presidenziale di scegliere Stacey Abrams come vicepresidente.

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