Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Melville incantato

Marinaio e baleniere, il grande autore americano conobbe isole meravigliose. Che non descrive stordito da esotismi, ma stupito dagli stessi incantesimi immaginati da Shakespeare nella “Tempesta”. Stupori dell’animo che il canto poetico svela…

Avevo anticipato l’imminente uscita del mio volume dello Specchio Mondadori, Melville. Poesie di guerra e di mare. Ora è in libreria, e reading da quei versi stanno profilandosi.
Lirica, la poesia di Melville, ma anche epica, e nello stesso tempo teatrale, così come il capolavoro Moby-Dick è insieme romanzo, poema e tragedia di monologhi shakespeariani. E in queste isole meravigliose, che il giovane Herman conobbe come marinaio e baleniere, nessun esotismo, ma incanto e mistero shakespeariani. Non appaiono come Paradiso, ma come luoghi dell’incantesimo: subito è nominata la Tempesta, sul modello dell’isola più famosa e magica di ogni tempo, quella che Shakespeare popolò con il mago Prospero, la dolce figlia Miranda, il demone dei venti Ariel. Nessun esotismo, ma lo stupore di un incanto che solo la poesia può svelare: il canto che placa ogni affanno e ogni gioia è la voce magica di Ariel: conduce a un sonno subito sogno.

 

 

Le isole meravigliose

Nella tempesta le raggiungi, libere da tempeste,

un colore cupo da lontano…

ma verdi, se ti avvicini: e sulla riva, il mare

tuoneggia sordo e spande gocce arcobaleno.

 

Ma a terra, dove il sonno che avvolge le colline,

instilla un sonno più sognante, un’estasi divina

sugli altopiani le nebbie aleggiano in deliquio,

le palme ondeggianti salutano il cipresso dell’amore,

giù nella valle dove ruscelli ghiaiosi soffiano

un canto che placa ogni affanno e ogni gioia.

 

Felci e muschio appaiono in molte radure,

dove sparse giacciono miriadi guance arrossate

sorridono inconsapevoli ingenui dormienti,

mentre onde infinite intorno alle rive muoiono.

Herman Melville

(Traduzione di Roberto Mussapi)

 

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