Roberto Mussapi
Every beat of my heart

La grande sete

Il poeta è il “trovatore”. Ma come spiega il grande Rabindranath Tagore, sono i canti non ancora cantati il grande interrogativo. L’arte non risiede nel “trovare”, ma nel cercare, continuamente. È quello che ancora non è stato concepito a rendere ansiosi: «Potrò portare quello che ancora non ho avuto… sull’altra sponda dell’Oceano?»

L’avventura del poeta, come qui narrata da un grande poeta, l’indiano Tagore, premio Nobel, è un continuo cercare. Noi sappiamo che poesia è definita in Occidente come troubar, trovare, l’arte dei Trovatori, coloro che scoprono, rinvengono, quindi sanno trovare ciò che diversamente non appare. Certo, questo vale per ogni poeta. Ma Tagore sottolinea come l’ansia principale di quest’arte non è tanto il trovare quanto l’incessante cercare. Non importanti i versi che hai scritto, ma quelli che devi ancora concepire. Non quanto hai lasciato alla memoria, ma ciò che non sai se potrà attraversare l’Oceano. La vita e il mestiere del poeta sono metafora dell’esperienza dell’uomo.

 

Ho vagato con grande sete:

la vita è solo cercare.

Ho composto innumerevoli versi

ho accumulato innumerevoli pesi.

Potrò portare quello che ancora non ho avuto

fino alla meta, sull’altra sponda dell’Oceano?

Si spezzerà la corda dell’arpa

quando vibrerà per i canti

che non ho ancora cantato?

Rabindranath Tagore

(Da Scintille, 5, traduzione di Marino Rigon)

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