Al museo dell'Ara Pacis di Roma
Mastroianni d’Italia
Ritratti, cimeli, scritti, testimonianze, recensioni, locandine dei film e degli spettacoli: una bella mostra insegue il mito di Marcello Mastroianni, icona di un'Italia che non è più stata il nostro futuro
Con un nome così non poteva che essere bello e famoso: Marcello Mastroianni ha incarnato a lungo il fascino italiano con il suo carisma, lo sguardo profondo, la sua semplicità e la sua ironia sottile. Una voce indimenticabile che ha accompagnato la maturità del cinema italiano, dal neorealismo all’esistenzialismo, dalla commedia all’italiana al fenomeno felliniano. Una faccia limpida e antica che segnava la complessità della società, dal dopoguerra alla crescita industriale, dalla allegria che segue i disastri all’alienazione del capitalismo avanzato.
Marcello Mastroianni è scomparso 22 anni fa ma il suo volto è ancora attuale, presente in tanto cinema televisivo e tante immagine che scorrono nella mente di chi ha visto cambiare il paese. A lui è dedicata la mostra Una vita tra parentesi, prendendo a prestito parole da lui dette, aperta al Museo dell’Ara Pacis di Roma dove resterà visibile sino al 17 febbraio. L’esposizione, curata da Gian Luca Farinelli e promossa da Roma Capitale, è un viaggio lungo la sua carriera, fatto da un’infinità di film, spettacoli, personaggi indimenticabili come il Marcello della Dolce Vita, quel giornalista mondano che sogna di fare lo scrittore e una notte finirà a fare il bagno tra le acque di Fontana di Trevi insieme ad Anita Ekberg.
Il bel Marcello Mastroianni (Fontana Liri, 1924 – Parigi, 1996) è stato interprete delle migliori pellicole italiane tra gli anni Quaranta e la fine dei Novanta ottenendo tre candidature all’Oscar come Miglior Attore, due Golden Globe, otto David di Donatello, due premi per la migliore interpretazione maschile al Festival di Cannes e due Coppa Volpi al Festival di Venezia. Il suo debutto sul grande schermo avviene nel 1947 ne I Miserabili di Riccardo Freda e da allora inizia la sua carriera cinematografica che, attraverso interpretazioni di vario genere, ora drammatiche, ora sentimentali, ora storiche, lo porta a girare oltre 140 film.
Ma leggendario divenne il suo legame con Federico Fellini che vedeva in lui il suo “alter ego” attraverso cui riversare le proprie passioni, sentimenti ed idee incisivamente espresse nei film La dolce vita e Otto e mezzo che lo resero celebre in tutto il mondo tanto da far collocare quest’ultimo film tra i primi dieci migliori di tutto il mondo, nella speciale classifica redatta dal “British Film Institute”, il più autorevole organo cinematografico inglese. Di certo non si possono scordare altre pellicole da lui interpretate come Il bell’Antonio di Bolognini, Matrimonio all’italiana di Vittorio de Sica, Una giornata particolare di Ettore Scola e Ieri, oggi, domani girato con Sofia Loren.
In mostra a Roma si trovano ritratti, cimeli, scritti, testimonianze, recensioni, locandine dei film e degli spettacoli in un omaggio voluto dalla Festa del Cinema, dall’Istituto Luce e dalla Cineteca di Bologna. In un’ora di visita si potrà conoscere il Marcello attore, il Marcello uomo e il Marcello latin lover. Un insieme di fotografie ce lo fa rivedere sul palco, nei set , dietro le quinte, nella vita accanto agli altri grandi nomi che hanno fatto la storia del cinema italiano. Si comincia proprio dall’inizio: con la pagella del piccolo Marcello. Per poi passare ai lavori di bottega di suo padre falegname. Di estrazione popolare, un’infanzia in Ciociaria, l’attore entrerà negli Studios di Cinecittà grazie all’aiuto di alcuni parenti che nel quartiere avevano una trattoria. Da lì il lavoro di comparsa, il primo vero ruolo nel film Domenica d’agosto di Luciano Emmer, doppiato da Alberto Sordi, e poi il volo verso il successo. Con Mastroianni ritorniamo nella Roma della Dolce Vita, dei paparazzi di Via Veneto, delle serate al Piper con Patty Pravo. Ritorniamo alla televisione che ha fatto l’Italia: ecco l’attore in una esibizione canora con il Quartetto Cetra nella trasmissione tv Il Musichiere e nei suoi duetti con Mina a Studio Uno. Un periodo in cui Cinecittà era la Mecca delle produzioni mondiali ma soprattutto il sogno di tanti italiani e italiane che volevano stare accanto a Fellini, Antonioni, De Sica, Gassman, Tognazzi, Sordi. Ma soprattutto lui, il Marcello nazionale, l’icona migliore del cinema italiano.