Dal 21 luglio al Castello di Alvito
Castelli teatrali
Nasce un nuovo festival teatrale dedicato alle giovani compagnie e al loro rapporto con il territorio. Si chiama "Castellinaria”: ne parliamo con gli ideatori, la compagnia Habitas
Dal 21 al 27 luglio, nella splendida cornice del Castello di Alvito, in Valle di Comino, debutta la prima edizione di Castellinaria – Festival di Teatro Pop. L’iniziativa è ideata e promossa dalla Compagnia Habitas in collaborazione con Ivano Capocciama e con il patrocinio di MIBACT, Regione Lazio, la Provincia di Frosinone e il Comune di Alvito. Tra i partner di Castellinaria anche Fieracavalli Valcomino Summer Tour (dal 13 al 22 luglio 2018 – Valle Comino), eccezionale spin off dell’Expo veronese e Interno 36, giovane realtà di artisti e creativi del territorio di Frosinone.
Il Castello di Alvito è una vera e propria rocca che sembra galleggiare sopra la Valle di Comino. Il festival Castellinaria è un’occasione per tracciare un ponte tra le energie teatrali contemporanee e le realtà locali, creare una sinergia e una nuova comunità. L’iniziativa nasce dalla voglia di animare e valorizzare il territorio della Valle di Comino attraverso la nuova drammaturgia e lo spettacolo dal vivo. In costante dialogo con il territorio, Castellinaria mette in comunicazione aziende agricole e vinicole con la musica e il teatro, esaltando un insieme unico di cultura, arte e sapori, tipici del luogo.
L’inaugurazione ufficiale avverrà il giorno 21 luglio con l’iniziativa Peccati di gola con la mostra di Domenico Mastroianni a cura della Fondazione Umberto Mastroianni. In collaborazione con la rete d’imprese VisitAlvito è stato istituito il premio VisitAlvito: quattro compagnie del territorio Compagnia Teatrale del Din Don Dan (Isola Liri), L’allegra brigata (Sora), Commedianti del cilindro (Broccostella), Laboratorio teatralmente (Sora), parteciperanno come giuria agli spettacoli under 35 in programma dal 24 al 27 luglio. Nella serata finale del 27 luglio verrà annunciata e premiata la compagnia vincente.
Abbiamo parlato di questa iniziativa con Livia Antonelli, fondatrice della Compagnia teatrale Habitas insieme a Chiara Aquaro e Niccolò Matcovich, gli ideatori del festival.
Da quanto e in quanti siete a organizzare questo festival? Visto il programma, sembra davvero coinvolgere molte realtà del territorio.
Lavoriamo al Festival da settembre, siamo quindi entrati nel decimo mese operativo. Per fortuna ci siamo mossi con i tempi giusti perché, essendo la prima esperienza di organizzazione di un simile evento, i meccanismi e la mole impressionante di lavoro alla base dell’architettura sono stati compresi e messi in atto lungo tutto l’arco dei mesi. Il nucleo stretto è rappresentato dai tre ragazzi di Habitas, in collaborazione con Ivano Capocciama, e da Anna Ida Cortese, che invece è direttrice organizzativa. Nei mesi abbiamo cercato il più possibile di infittire la rete di conoscenze e collaborazioni, soprattutto nella Valle ma non solo. Abbiamo mosso i primi passi in dialogo costante con le istituzioni, a partire dal Comune e la Pro loco di Alvito, per poi espandere il dialogo all’Unione dei Comuni della Valle di Comino, la Provincia di Frosinone, la Regione e il MiBACT, rapporti tutti confluiti in patrocini di cui l’iniziativa gode. Dalle istituzioni, siamo poi passati alle reti di imprese, le associazioni, le aziende agricole del territorio, le Compagnie teatrali locali ecc… fino a mettere su un bellissimo e folto gruppo di lavoro.
Da quanti anni vi occupate di teatro?
Abbiamo formazioni ed esperienze molto diverse, a partire da noi tre di Habitas. Livia ha seguito un percorso di studi che l’ha portata a girare l’Europa, partendo dalla Svizzera per poi approdare in Germania, ad Essen. È infine tornata a Roma e sta frequentando, come attrice, la Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté. Chiara si è invece formata a Roma attraverso un lungo percorso di laboratori, seminari e workshop, per poi confluire con grande entusiasmo all’interno della Compagnia. Niccolò ha studiato drammaturgia prima con Rodolfo Di Giammarco e Laura Novelli a Roma e poi alla Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, dove si è diplomato nel 2014. Al percorso di scrittura, ha sempre affiancato la regia teatrale.
Che cosa amate di questo festival?
Difficile dire cosa non amiamo, vista la quantità di tempo, energie, sudore e soprattutto amore che vi abbiamo riversato! A pochi giorni dal lancio, siamo adrenalinici ed entusiasti, curiosi di vedere a cosa porteranno nove lunghi mesi di instancabile lavoro. Sperando, chiaramente, che tutto vada per il meglio e magari superi le aspettative!
E quali difficoltà avete incontrato?
La preoccupazione maggiore, oltre alla grande scommessa sulla risposta delle persone, è come al solito quella economica. Il Festival, per essere alla prima edizione, ha un budget di spesa piuttosto alto, perché uno degli obiettivi guida, da subito, è stato quello di favorire le migliori condizioni possibili agli artisti ospiti (cachet, ospitalità, pasti, rimborsi viaggio ecc…). Abbiamo però fatto una scommessa: individuato il budget, cercare di coprirlo il più possibile attraverso una lunga e attenta ricerca di fondi, sponsor, contributi… Ad oggi un ammortizzatore c’è, non sufficiente a coprire tutte le spese da sostenere (ma in parte sopperiranno, si spera, le donazioni libere durante le serate di spettacolo), ma è già un ottimo risultato. E’ chiaro che, se l’intento è quello di renderlo un appuntamento annuale, per far sì che questo accada c’è bisogno di uno sforzo ulteriore soprattutto da parte delle istituzioni, nell’augurio che colgano a fondo l’importanza dell’iniziativa e negli anni a venire la sostengano anche dal punto di vista economico.