Chiara D’Andrea
Alla Bibliothèque Nationale de France

Maggio o miraggio?

Una grande mostra a Parigi ripercorre il Sessantotto visto come spazio sociale nel quale, per la prima volta, l'immagine divenne messaggio. Dalle foto agli slogan, le icone di un'utopia

Il preludio fu l’occupazione della facoltà di Lettere all’Università di Nanterre nel marzo 1968, poi, nel maggio di quello stesso anno, la rivolta studentesca arrivò a Parigi e nel resto della Francia. Cinquant’anni fa per le strade della Ville Lumière imperversavano le manifestazioni studentesche a cui presero parte anche gli operai e i movimenti femministi. A documentare gli eventi di un mese emblematico non solo per la storia francese, furono i media tradizionali ma anche coloro che parteciparono attivamente alle manifestazioni e i testimoni dei fatti. Come si è costruita la memoria collettiva del Sessantotto francese? Perché alcuni eventi hanno acquisito maggiore rilevanza di altri? A queste domande cerca di rispondere la mostra Icônes de mai ‘68 in scena alla BNF (Bibliothèque Nationale de France) di Parigi.

Attraverso fotografie, video, riviste, l’esposizione ricostruisce la storia delle immagini più rappresentative di un periodo storico senza precedenti. Tra queste la celebre fotografia della “Marianne du mai ‘68” scattata da Jean-Pierre Rey durante una manifestazione di piazza. Diventata l’icona di un’epoca, l’immagine raffigura una giovane donna seduta sulle spalle di un suo amico, con una bandiera del Vietnam. Si tratta di Caroline de Bendern, una ricca modella di origine inglese che si trovava a Parigi per lavoro e che il 13 maggio ‘68 partecipò al corteo spinta dalla curiosità. Lo scatto di Jean-Pierre Rey, fece il giro del mondo e la posa della modella fu paragonata a quella della protagonista del quadro simbolo del Romaticismo francese, La libertà che guida il popolo di Eugène Delacroix. Se Caroline de Bendern era estranea alle lotte studentesche, non lo era di certo il giovane Daniel Cohn-Bendit – celebre leader del Movimento, poi politico di primo piano della scena europea nonché scrittore franco-tedesco – immortalato da Gilles Caron (foto sotto) mentre guarda con aria di sfida e rivolge un sorriso beffardo ad un membro delle forze dell’ordine.

Soprannominato “Dany il Rosso”, non solo per il colore dei suoi capelli, fu uno dei principali leader del movimento studentesco. La fotografia non fu presa subito in considerazione dalla stampa dell’epoca ma acquisì la sua fama diversi anni dopo. Lo scatto di Caron fu scelto per raccontare il sentimento di una generazione antiautoritaria, profondamente avversa al governo gaullista.

Altre immagini della mostra della BNF documentano invece i violenti scontri tra i manifestanti e la polizia. La selezione dei curatori rivela una particolarità delle immagini mediatiche del Maggio francese: nonostante esistano molte fotografie a colori, quelle diventate celebri sono tutte in bianco e nero. Icônes de mai ‘68 analizza inoltre la differenza tra le fotografie pubblicate dai giornali per testimoniare le rivolte e quelle realizzate dai manifestanti. Se le prime privilegiano lo sconto tra giovinezza e potere, le seconde mostrano invece le diverse realtà presenti all’interno del movimento del Sessantotto.

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Accanto al titolo, la celebre “Marianna” di Jean-Pierre Rey

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