Cartolina dall'America
Schwarzenegger contro Trump
Arnold Schwarzenegger in campo per rifondare il partito repubblicano: via da Trump per ridare fiducia ai cittadini su temi come la sanità e l'ambiente. I conservatori americani vanno alla conta?
Di fronte a un’America che sobbalza e per un attimo si ferma, riempiendo le piazze delle grandi metropoli di giovani che sfilano contro la lobby delle armi e contro una violenza che ormai ha raggiunto livelli inaccettabili, si finisce per rimanere sorpresi per come questo paese sia sempre capace di rispondere alle sfide che gli si presentano. Come una sorta di araba fenice riesce a risollevarsi e a rinascere dalle proprie ceneri. Anche quando l’apparenza sembra andare in direzione opposta, quando sembra che si sia creata una sorta di rassegnazione di fronte a certe prese di posizione di un presidente che snatura i principi e le fondamenta di un paese che molti americani stentano a riconoscere come proprio. Così, a dispetto di una Casa Bianca sulla quale i problemi della società sembrano rimbalzare senza minimamente aver soluzione come se fosse fatta di PVC – intendendo non il materiale indistruttibile di cui sono fatte le finestre, ma invece un acronimo composto dalle inziali delle parole Plastica, nel senso di materiale su cui scivolano tutte le richieste del paese e anche di chirurgia plastica (non c’è infatti nessuno uomo o donna del presidente che non si sia fatto ritoccare i lineamenti), Veleni per il clima di complotti e di scandali alla House of Cards che la scuotono quotidianamente e la rivoltano come un calzino alternando sempre nuovi collaboratori nello staff presidenziale e Canaglie per la natura dei personaggi che la abitano – c’è una popolazione che, dimostrando una capacità indomita di resistere a scelte compiute sopra le loro teste, trova il coraggio di manifestare la propria contrarietà all’impronta politica del primo cittadino degli Stati Uniti. E sono i giovanissimi, proprio quelli che rappresentano il futuro del paese, che gettano il guanto di sfida. E non sembrano intenzionati a mollare. Questo movimento nato in reazione all’ultima recente sparatoria in una scuola della Florida sembra infatti marcare un nuovo inizio che ha raggiunto proporzioni nazionali e che sembra destinato a durare.
Ebbene, accanto a questo che testimonia un malessere diffuso, ma anche una forte capacità di reagire da parte della società at large, c’è anche un altro dato politico importante di carattere più istituzionale. Il partito repubblicano che, sotto la guida di Trump sembra spostarsi su obiettivi molto conservatori, a tratti definibili come “codini”, si sta smembrando, proprio perché le sue due anime attuali sembrano allontanarsi ogni giorno di più l’una dall’altra. Una va nella direzione che Trump sotto la guida di Steve Bannon ha impresso al partito facendo emergere quell’anima reazionaria dei Tea Party e che in questi ultimi anni hanno tenuto in ostaggio il partito, l’altra invece in una direzione più liberal. Quest’ultima era quella che ha tentato di concludere accordi con i democratici e con Obama su obiettivi ben precisi riguardanti l’ambiente, l’istruzione e il regime di tassazione, ma non è riuscita nei suoi intenti. Ambedue tuttavia non riescono e riconciliarsi tra di loro e soprattutto non sembrano capaci di recuperare quella che una volta era l’anima del partito di Lincoln e anche di Reagan.
Alcuni giorni fa Arnold Schwarzenegger, ex governatore della California, in una rara pubblica apparizione ad un centro giovanile a Los Angeles ha parlato di un a flessione del partito repubblicano, paragonandolo al Titanic che affonda. La notizia riportata dal New York Times è stata confermata un paio di giorni fa In un’intervista rilasciata a Michael Smerconish della CNN. In essa l’ex Terminator conferma quella definizione che aveva dato del partito repubblicano dicendo che il GOP, con una metafora cinematografica che appartiene al suo DNA, “is dying at the box office”. Ma questa volta ha aggiunto che forse uno come John Kasich, governatore dell’Ohio, e uno dei contendenti di Trump durante la scorsa campagna elettorale, potrebbe rappresentare una seria alternativa all’attuale presidente nel 2020. Soprattutto perché i democratici non hanno nessun candidato con un forte carisma al momento. Inoltre Schwarzenegger ha enfatizzato che il partito repubblicano è carente in diversi settori come quello scolastico e quello ambientale: «bisogna che il partito trovi accordi con quello democratico su questi temi e discuta inoltre dell’emigrazione e della sanità. Non si può fare muro contro muro, perché questo non è responsabile nei confronti degli elettori e in generale dei cittadini», ha spiegato l’ex governatore. E riferendosi al fatto che Trump è andato una sola volta in California, ha ringraziato Dio, affermando che il suo Stato non ha bisogno di lui e può farne tranquillamente a meno. L’ex Terminator insieme a John Kasich e Chad Mayes, senatore repubblicano al Parlamento dello stato della California, stanno discutendo della possibilità in California di rifondare il partito repubblicano. Ancora non è chiaro come, ma si parla di un think thank che riporti il partito entro un alveo moderato con particolare attenzione ai temi dell’istruzione, della sanità e dell’ambiente.
Alla riunione che si è tenuta mercoledì scorso i tre non hanno menzionato direttamente Trump, ma hanno attaccato il suo modo insolente e divisivo che è divenuto il marchio distintivo della sua presidenza, chiamandolo “vecchio”. «Il vecchio modo anela ad una falsa nostalgia del passato; il nuovo modo è foriero di speranza e abbraccia il futuro – ha detto Mayes –. Il vecchio modo brucia ponti e alza muri; il nuovo modo costruisce ponti e apre porte. Il vecchio modo governa attraverso la paura; il nuovo modo guida con coraggio e amore». E Kasich ha denunciato che «quello che sta avvenendo nel paese è che le persone non provano nessuna simpateticità le une con le altre e non sanno che li aiuterà. La gente deve potere sentire che ci fidiamo gli uni degli altri e che ci importa degli altri». Kasich, che ha girato il paese per presentare il suo libro Two Paths: America Divided or United, ha affermato inoltre: «Il partito repubblicano è il mio veicolo. Ed è mio compito guidare il partito. Ed è ancora mio compito, in questo braccio di ferro, convincerci … a fidarsi della gente». Non si registrano ancora prese di posizione ufficiali da parte del partito repubblicano, ma certo queste dichiarazioni fanno pensare a grandi divisioni difficilmente ricomponibili o comunque di difficile soluzione.