Catalogo del Novecento
La noia di Gatsby
«Il grande Gatsby» di Francia Scott Fitzgerald è un capolavoro dedicato al fascino perverso del lusso: un tema che ha accompagnato tutto il secolo, trasformando un'illusione in una dannazione
Francis Scott Fitzgerald rispetto a Jack London (clicca qui per leggere l’articolo su Martin Eden) è esattamente agli antipodi: se quest’ultimo ha ritratto spesso nei suoi romanzi la miseria, la povertà, l’incredibile sforzo e fatica di superare una condizione di disagio e inferiorità sociale, Fitzgerald invece ritrae la decadenza dei ricchi, l’ebrezza maudit della società benestante degli anni Venti. Ma in entrambi questi romanzi, Martin Eden e Il grande Gatsby, c’è un tratto comune: un personaggio misterioso e affascinante che intraprende un metaforico viaggio di iniziazione, in entrambi i casi, dentro un mondo diverso dal proprio. Per Martin sarà l’incontro con Ruth, come abbiamo detto, l’incidente scatenante, mentre per Nick sarà l’incontro con Gatsby a insinuare in lui la curiosità per un certo mondo borghese e dissoluto, dunque movente indispensabile per iniziare questo viaggio nella conoscenza umana.
Il Grande Gatsby è il capolavoro di Francis Scott Fitzgerald, ritrae una società, quella dei ruggenti anni Venti in America, che l’autore ha effettivamente vissuto, assieme alla moglie Zelda, difatti, ha preso parte a quella mondanità alto borghese dell’epoca del proibizionismo, in cui le regole iniziavano a essere infrante ma l’ascesa sociale dell’individuo dipendeva in primo luogo dal lustro, dallo sfarzo e dalla cura delle apparenze. Il Grande Gatsby inizialmente fu un flop ma venne in seguito ripreso in considerazione, da Fernanda Pivano in Italia, fino a diventare un grande classico del Novecento.
La voce narrante, che qui non coincide con il protagonista della storia, è di Nick Carraway, il quale si è appena trasferito a Long Island, e fa visita alla cugina Daisy e a suo marito, l’odioso aristocratico Tom Buchanan. Nella sfarzosa villa di Tom e Daisy, Nick conosce l’affascinante giocatrice di tennis Jordan Baker, la desidererà ma sempre con la consapevolezza che, data la differenza di classe, non potrà mai avere una storia con lei. Ma questa è la trama secondaria, quella principale parte quando Nick si accorge della villa accanto alla sua. Una villa che s’illumina la notte di una misteriosa luce verde e si accende di suoni jazz e corpi danzanti e fiumi d’alcol e di gente fuori dal comune, ricca e folle, ricca e piena di desiderio di vivere ogni cosa, bruciare la notte insieme all’alcol, al jazz in ogni genere di trasgressione. Presto si domanda chi sia il proprietario di quella meravigliosa villa, quindi l’organizzatore dei party mozzafiato che inondano di gioia Long Island fino all’alba. Di tanto in tanto lo vede, il suo vicino di casa, e lo descrive.
Nelle notti d’estate in casa del mio vicino c’era musica. Nei suoi giardini azzurri, uomini e donne andavano e venivano come falene tra i bisbigli e lo champagne e le stelle. Di pomeriggio, con l’alta marea, guardavo gli ospiti tuffarsi dalla torretta della sua zattera o prendere il sole sulla sabbia rovente della sua spiaggia, mentre i suoi motoscafi a due motori solcavano le acque dello Stretto trascinando acquaplani su cascate di schiuma. Nei fine settimana la sua Rolls Royce diventava un torpedone che faceva la spola con la città trasportando combriccole dalle nove di mattina fino a ben oltre mezzanotte, mentre la sua giardinetta aperta scorrazzava vivace come un insetto giallo incontro a tutti i treni in arrivo. E il lunedì otto domestici, tra cui un giardiniere supplementare, sfacchinavano tutto il giorno con strofinacci e spazzole e martelli e cesoie per riparare i danni della nottata.
(Francis Scott Fitzgerald, Il grande Gatsby, Bur, 2011, pp. 61)
Sente parlare di lui, Tom lo disprezza, Daisy per qualche motivo s’immalinconisce ogni qual volta viene nominato il suo nome: Jay Gatsby. Intorno a lui circolano misteriose leggende, c’è chi dice si sia arricchito grazie a traffici illegali, chi pensa abbia commesso crimini ben più gravi come l’omicidio, chi invece sostiene sia di origini aristocratiche e abbia studiato a Oxford. Nel frattempo Nick si fa spettatore della relazione in frantumi tra Daisy e Tom, il quale tradisce la consorte con la moglie del benzinaio, innamorata follemente, per altro, ma che lui tratta non meglio che un oggetto.
A poco a poco Gatsby si palesa dinanzi a Nick. Lo invita per un aperitivo, poi per una festa. Nick ne è entusiasta, non vede l’ora di entrare nel giro di Gatsby e di scoprire qualcosa in più sul suo conto. Ma non immaginava certo di scoprire che proprio Jay Gatsby fosse il più onesto tra tutti gli aristocratici e alto borghesi di Long Island. Scopre dunque che tutto lo sfarzo, tutta la ricchezza, tutta la pomposità edonista di cui si circonda non sia altro che il modo per farsi notare dalla donna che ama, ovvero Dasy. Con lei difatti ebbe un’avventura dieci anni orsono e da allora non c’è nient’altro in lui se non il desiderio fortissimo di riconquistarla. Organizza dunque un incontro tramite Nick. E durante l’incontro Daisy sembra davvero commossa e innamorata. C’è il memorabile momento delle camicie, ripreso anche nel film del 1974 di Jack Clayton, in cui Gatsby comincia a lanciare per aria tutte queste camicie colorate e Daisy comincia a piangere perché non aveva mai visto camicie così belle.
Che cosa si nasconde in quelle camicie? Forse le infinite sfaccettature della personalità di Gatsby. Il suo segreto. Il suo mistero. I suoi mille volti. I suoi mille segreti e mille misteri.
Ci sarà un viaggio. Un viaggio che Jordan, Nick, Tom, Daisy e Jay Gatsby faranno insieme. Un viaggio in cui tutto esploderà. Tom si renderà conto dell’attrazione tra Daisy e Gatsby e cercherà di distruggere psicologicamente, ma soprattutto classisticamente, Gatsby. Daisy vacillerà. Jay le chiede di fuggire con lui e lei tentenna. Per umiliarlo ancora più profondamente Tom lascia che sia lui ad accompagnarla a casa. Ad aggravare in modo tremendo la situazione ci sarà un incidente. Un tragico incidente in cui viene coinvolta e perde la vita l’amante di Tom, dopo un furioso litigio con il marito. Il proprietario della macchina è Tom ma a guidarla pare fosse Gatsby (in realtà poi si scoprirà che vi fosse Daisy alla guida). Il marito benzinaio avendo dunque perso l’amata e convinto, per altro, che il suo amante sia Gatsby, si reca da questi e gli spara.
Nick si rende conto per primo dell’accaduto. La sua più grande delusione si paleserà nel momento del funerale del grande Jay Gatsby, momento in cui né Daisy, né Jordan, né nessuno degli invitati alle sfarzose feste sarà presente. Nick incontra solo il padre del povero Jay, e così scopre la verità sulle sue umili origini e sulla fatica con cui aveva costruito le sue ricchezze, se pur con mezzi non del tutto legali. Ed ecco il finale del libro, in cui Nick, ormai deluso dalla borghesia e dalla sua menzognera apparenza, va via da Long Island, e per l’ultima volta incontra Daisy e Tom, che stanno ancora insieme, nonostante tutto. E nel cuore del povero Nick non c’è che vuoto e nostalgia per il grande Gatsby.