Ritratto d’artista
Dominare la parola
Pino Strabioli: “Se c’è talento e disciplina si può arrivare da ovunque, dalla strada, dai talent, dalle accademie. L'importante per chi vuole recitare è iniziare andando a vedere tanto teatro. Perché il nostro lavoro è il rapporto con la parola»
Nome e cognome: Pino Strabioli.
Professione: Attore – conduttore televisivo – autore – regista – (esagerato!).
Età: 53.
Da bambino sognavi di fare l’attore? Sì!
Cosa significa per te recitare? Conoscere il destino del personaggio e non avere paura.
Il tuo film preferito? Novecento di Bertolucci e 8½ di Fellini.
Il tuo spettacolo teatrale preferito? (Fatto da te o da altri) Il prossimo. Sempre il prossimo!
Qual è l’attore da cui hai imparato di più? Paolo Poli.
Qual è il regista da cui hai imparato di più? Patrick Rossi Castaldi.
Il libro sul comodino: Più di uno. Da Madame Bovary a Stoner di John Edward Williams.
La canzone che ti rappresenta: Sai che non c’è?!
Descrivi il tuo giorno perfetto: Domani.
Il primo bacio: rivelazione o delusione? Conferma.
Strategia di conquista: qual è la tua? Essere come sono.
Categorie umane che non ti piacciono? Egoisti, supponenti e razzisti.
Classifica per sedurre: Cervello, humor, bellezza e poi ricchezza.
Il sesso nobilita l’amore o viceversa? Le due cose.
Meglio le affinità elettive o l’elogio degli opposti? Le affinità elettive.
Costretto a scegliere: cinema o teatro? Teatro.
C’è qualcosa che rimpiangi di non avere detto a qualcuno? A mio padre ti voglio bene…
Shakespeare, Eduardo o Beckett? Impossibile scegliere…
Qual è il tuo ricordo più caro? Mia madre…
E il ricordo più terribile? La morte di mia madre…
L’ultima volta che sei andato a teatro cos’hai visto? Al Sistina, Febbre da cavallo.
Racconta il tuo ultimo spettacolo: Wikipiera – intervista spettacolo con Piera Degli Esposti.
Perché il pubblico dovrebbe venire a vederlo? Perché è l’emozione e il racconto di un’esistenza fuori dall’ordinario, quella di un’attrice come Piera Degli Esposti.
Il mondo del teatro è veramente corrotto come si dice? Assolutamente no, a volte è distratto ma non corrotto.
La cosa a cui nella vita non vorresti mai rinunciare. La coerenza, la dignità.
Quella cosa di te che nessuno ha mai saputo (fino a ora). Non so rispondere…
Piatto preferito. Pasta al pomodoro.
C’è parità di trattamento nel teatro tra uomini e donne? Direi di sì.
Mai capitato di dover rifiutare un contratto? Se sì, perché. Sì, non mi interessava il progetto, il copione o il programma.
Di lasciarti sfuggire un’occasione di lavoro e di pentirtene subito dopo? No, mai.
Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare nel cinema? Spero di avere ancora tempo per interpretarlo un bel ruolo.
Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare in teatro? Spero sempre di avere ancora tempo per interpretarlo un bel ruolo.
Da chi vorresti essere diretto? Virzì al cinema, Gabriele Lavia in teatro.
Tre doti e tre difetti che bisogna e non avere per poter fare questo mestiere. Doti: talento, saper aspettare, costanza. Difetti: supponenza, non saper aspettare, incostanza.
Cosa accadrebbe all’umanità se il teatro scomparisse? Sarebbe più povera, più sola, meno emozionata.
Gli alieni ti rapiscono e tu puoi esprimere un solo ultimo desiderio. Quale? Fumare una sigaretta. (Ho smesso sei anni fa!)!
La frase più romantica che ti sia capitato di dire in scena. Non penso di farcela senza di te.
La frase più triste che ti sia toccato di dire in scena. Non me la ricordo…
Cosa vorresti che il pubblico ricordasse di te? La coerenza nelle scelte e quindi nelle proposte.
Hai mai litigato con un regista per una questione di interpretazione del personaggio? Mai.
Se potessi svegliarti domani con una nuova dote quale sceglieresti? Un po’ di incoscienza, ammesso che si possa considerare una dote.
Che cosa è troppo serio per scherzarci su? Il disagio, i disagi.
Se potessi conoscere il tuo futuro cosa vorresti sapere? Preferisco non sapere.
Come costruisci i personaggi che interpreti? Disciplina, istinto, tecnica.
Parallelamente al tuo percorso artistico, trovi che in questi anni ci sia stata un’evoluzione o un deterioramento del teatro? Se ne stanno andando i giganti del teatro e con loro certo si sente un impoverimento ma nuove generazioni si stanno formando e ottimi attori calcano le scena.
Il rapporto con la parola. La interroghi, la ricerchi, la domini o ti fai dominare? Il mio lavoro è la parola. Cerco di fare tutto ciò che hai elencato.
Cosa pensi delle nuove generazioni di attori che, a volte, passano direttamente dai talent al palcoscenico? Se c’è talento e disciplina si può arrivare da ovunque, dalla strada, dai talent, dalle accademie.
La morte: paura o liberazione? Paura.
Ti viene data la possibilità di presentare tre proposte di legge in materia spettacolo. Cosa proponi? Complicatissima domanda, serietà e soprattutto competenza da parte di chi deve decidere sulle sorti di un settore fondamentale come la cultura.
Cosa è necessario per un attore: memoria storica o physique du rôle? Aiutano tutte e due le cose, ma non sono indispensabili.
Hai un sogno nel cassetto che oggi può aprire. Cosa viene fuori? I sogni appartengono al sonno, nei cassetti tengo oggetti e biancheria!
I soldi fanno la felicità? Come dice qualcuno, non la felicità ma certo aiutano a vivere meglio.
Qual è il tuo rapporto con i social network? Sano, sono incuriosito ma non ne sono succube.
Il tuo rapporto con la critica. Quale quella che più ti ha ferito in questi anni. Non sopporto la critica a priori, non sopporto chi è prevenuto. Vere ferite non ne ho avute.
Poco prima dell’inizio e poi della fine di un tuo spettacolo, a cosa, o a chi, pensi? Mi concentro.
Il teatro riesce ancora a catalizzare la passione civile del pubblico in modo attivo? È una delle missioni del teatro.
Nella tua valigia dell’attore cosa non manca mai (metaforicamente o materialmente)? La disciplina, una foto, il profumo.
Con i tagli economici alla cultura, il teatro diventerà un’arte di nicchia oppure ci sarà una prevalenza di teatro di medio-basso livello o amatoriale? Mi auguro che non accada, la gente per fortuna continua ad andare a teatro, deve esserci una vasta offerta, anche il teatro amatoriale ha una sua dignità che va difesa.
C’è un autore teatrale che credi sia poco considerato e che andrebbe rivalutato e rappresentato? Ce ne sono moltissimi.
Meglio essere sereni, contenti o felici? Sicuramente sereni con dei momenti di contentezza e l’illusione di picchi di felicità.
Progetti futuri? Sto leggendo commedie, testi, pensando a un nuovo programma, ma soprattutto riprenderò in estate Concerto per Sandro Penna.
Consiglio da dare a un giovane che voglia diventare attore: Comincia andando a vedere tanto teatro!