Every beat of my heart, la poesia
Il tè di Yang Lian
La poetica del più grande tra i cinesi viventi, esule in Occidente dopo Tienanmen, è cosmologica e insieme razionale. Per lui, che ha scritto il primo poema epico dell’età moderna nella sua lingua, punto di riferimento è Ezra Pound con i suoi “Cantos”
La tomba dei saggi, immagini del passato da una pietra incisa: l’età della pastorizia, immaginiamo, il tè, la quiete del pino e l’ombra del monte, la panca di pietra che accoglie il viaggiatore: la terra che nella pietra si fa sua culla, giaciglio. In una lingua franta, tagliente, fibrillante.
Yang Lian, nato in Svizzera nel 1955, infanzia e gioventù trascorse in Cina, è un poeta in esilio (vive a Londra dal 1997). Otto anni dopo il massacro di piazza Tienanmen ha lasciato il suo Paese d’origine. Ha pubblicato molte raccolte di poesie, libri di prosa e saggi.
Yang Lian è considerato il più grande poeta cinese vivente. Quello che subito affiora è la natura cosmologica e insieme razionale di questa poesia, che affronta i temi centrali delle opere antiche e fondatrici, tanto in Oriente quanto e ancor più in Occidente (penso ai poemi epici del mondo greco e latino), secondo lo spirito che noi conosciamo, in Occidente, di alcuni poeti dell’anima, a tutto tondo, penso in particolare a Walt Whitman.
Ma l’autore che più può guidarci a comprenderlo è lo stesso che nell’Occidente Yang Lian considera ponte non solo tra due mondi, ma tra due età, passaggio alla poesia moderna: Ezra Pound. I Cantos di Pound sono un punto di riferimento per il poeta cinese, che scrive il primo poema epico dell’età moderna nella sua lingua.
Un poema continuo, caleidoscopico, quello di Lian, vertiginoso e sempre lucidissimo. Meraviglia e rigore, di quella strana scientificità che la poesia sa attingere ai livelli alti e profondi. Ha idea precisa sulla nostra origine: «La poesia è la nostra unica madrelingua». E sulla nostra identità: «La mia patria è la poesia».
La tomba dei saggi
Non possono far altro che discutere di capre
lentamente sorseggiano un the il crepuscolo si addensa
persino su uno strato di aghi di pino la luna oscilla
l’albero che profuma di pino si sostiene solido
l’ombra dei monti circostanti diffonde il cinguettio del giorno
una panca di pietra verde rinchiude il viaggiatore
nell’ascolto attento viene tolto loro l’accento
una tazza di porcellana raddensa la lontananza come giada
quando leggera si appoggia è ancora tiepida e trasparente
Yang Lian
(Traduzione di Claudia Pozzana)