Ritratto d'artista
Recitare per comunicare
Carmine Borrino: «Costruisco un mio personaggio guardandomi intorno per trovarlo tra la gente, poi dal corpo, dalle movenze. E infine cerco di capire cosa dice, mischiando il tutto alla mia personalità»
Nome e cognome: Carmine Borrino.
Professione: Attore, drammaturgo, regista.
Età: Più di 35 meno di 40.
Da bambino sognavi di fare l’attore? No, perché già lo facevo: debutto settembre 1989; sognavo di fare il cantautore.
Cosa significa per te recitare? Comunicare.
Il tuo film preferito? Nuovo cinema paradiso.
Il tuo spettacolo teatrale preferito? (Fatto da te o da altri) Le sorelle Macaluso di Emma Dante.
Qual è l’attore da cui hai imparato di più? Tonino Taiuti.
Qual è il regista da cui hai imparato di più? Emuntias Nekrosius.
Il libro sul comodino: Cambia sempre, adesso, Il Processo di Franz Kafka.
La canzone che ti rappresenta: Yes I know my way di Pino Daniele.
Descrivi il tuo giorno perfetto. Sveglia alle 8.00, colazione, un’ora di lettura, palestra, caffè al bar con gli amici di sempre, lettura notizie, un giro in vespa, un buon pranzo da mia madre, studiare teatro e/o musica, pomeriggio al centro, una buona pizza, andare al cinema o a teatro e vedere un lavoro emozionante o divertente, tornare a casa e fare l’amore.
Il primo bacio: rivelazione o delusione? Rivelazione.
Strategia di conquista: qual è la tua? Essere me stesso sempre e comunque.
Categorie umane che non ti piacciono? Gli ipocriti.
Classifica per sedurre: bellezza, ricchezza, cervello, humour. Humour, cervello, bellezza, ricchezza.
Il sesso nobilita l’amore o viceversa? Viceversa.
Meglio le affinità elettive o l’elogio degli opposti? Affinità elettive!
Costretto a scegliere: cinema o teatro? Teatro.
C‘è qualcosa che rimpiangi di non avere detto a qualcuno? No, purtroppo o per fortuna trovo sempre il tempo e il modo per farlo.
Shakespeare, Eduardo o Beckett? Shakespeare, Eduardo, Beckett.
Qual è il tuo ricordo più caro? Ne ho tanti: gli studi al conservatorio, i miei professori di liceo, io a 10 anni Peppeniello in Miseria e nobiltà con Carlo Giuffrè e Angela Pagano, gli anni passati all’Accademia delle belle Arti, il mio primo campeggio, il mio primo viaggio all’estero, insomma tanta roba…
E il ricordo più terribile? Non ne ho.
L’ultima volta che sei andato a teatro cos’hai visto? Il sindaco del rione sanità con Francesco Di Leva per la regia di Mario Martone. Un lavoro importante.
Racconta il tuo ultimo spettacolo: una riscrittura dell’Orestea in forma di sceneggiata.
Perché il pubblico dovrebbe venire a vederlo? Perché la sceneggiata è un genere vivo, divertente e commovente; perché è un lavoro ricco di significati e il percorso creativo svolto molto particolare. E poi ci sono due attrici bravissime!
Il mondo del teatro è veramente corrotto come si dice? Sì.
La cosa a cui nella vita non vorresti mai rinunciare. Alla mia libertà.
Quella cosa di te che nessuno ha mai saputo (fino ad ora). Ho ripetuto un anno alle scuole medie.
Piatto preferito. Pizza!
C’è parità di trattamento nel teatro tra uomini e donne? No!
Mai capitato di dover rifiutare un contratto? Se sì, perché. Sì, perché non m’interessava il progetto e la paga troppo bassa.
Di lasciarti sfuggire un’occasione di lavoro e di pentirtene subito dopo? No, perché sono dell’idea che accade quel che deve accadere.
Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare nel cinema? Giancarlo Siani (Fortapache), Rocco (e i suoi fratelli), Michele (Ciociara), Michael Corleone Padrino 1, uno dei ragazzi di C’era una volta in America.
Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare in teatro? Mackie Messer (Opera da tre soldi) ‘o figlio d’a Madonna (Zingari), Ariel (Tempesta), Edmund (Re Lear), De Pretore Vincenzo.
Da chi vorresti essere diretto? Paolo Sorrentino, Matteo Garrone, Toni Servillo, Valerio Binasco, Filippo Dini.
Tre doti e tre difetti che bisogna avere e non avere per poter fare questo mestiere. Doti: tenacia, devozione, intelligenza (scenica); difetti: invidia (ti si ritorce contro), pigrizia, superficialità.
Cosa accadrebbe all’umanità se il teatro scomparisse? Niente. Si auto riproporrebbe in altre forme.
Gli alieni ti rapiscono e tu puoi esprimere un solo ultimo desiderio. Quale? Rassicurare mia madre che anche lì da loro starò bene.
La frase più romantica che ti sia capitato di dire in scena. “Dubita che le stelle siano fuoco, che la verità sia bugiarda, ma non dubitare mai del mio amore, lo sai mi manca l’arte di scandire i miei sospiri, ma che ti amo credilo.”
La frase più triste che ti sia toccato di dire in scena. “Papà perché mi hai abbandonato”…
Cosa vorresti che il pubblico ricordasse di te? La mia sincerità e la mia onestà intellettuale.
Hai mai litigato con un regista per una questione di interpretazione del personaggio? Litigato mai! Discusso sì, certo!
Se potessi svegliarti domani con una nuova dote quale sceglieresti? Parlare e capire benissimo la lingua inglese!
Che cosa è troppo serio per scherzarci su? La malattia degli altri.
Se potessi conoscere il tuo futuro cosa vorresti sapere? Fino a quanto campo, cosi mi organizzo!
Come costruisci i personaggi che interpreti? Di solito guardandomi intorno per trovarlo tra la gente, poi dal corpo, movenze, e infine capire cosa dice, mischiando il tutto alla mia personalità.
Parallelamente al tuo percorso artistico, trovi che in questi anni ci sia stata un’evoluzione o un deterioramento del teatro? Un deterioramento, palese!
Il rapporto con la parola. La interroghi, la ricerchi, la domini o ti fai dominare? Dipende, di solito la domino.
Cosa pensi delle nuove generazioni di attori che, a volte, passano direttamente dai talent al palcoscenico? Si troveranno male se incappano in attori e registi con un percorso più tradizionale e classico. Credo che facciano poca strada.
La morte: paura o liberazione? Curiosità.
Ti viene data la possibilità di presentare tre proposte di legge in materia spettacolo. Cosa proponi? 1) Una legge che governi e tuteli giuridicamente il lavoro dell’attore. 2) L’insegnamento tra le materie principali delle arti sceniche e audiovisive nelle scuole. 3) la politica (quella dei partiti) fuori dal teatro.
Cosa è necessario per un attore: memoria storica o physique du rôle? Entrambi.
Hai un sogno nel cassetto che oggi può aprire. Cosa viene fuori? Dirigere un teatro importante.
I soldi fanno la felicità? No, ma meglio averceli.
Qual è il tuo rapporto con i social network? Mi criticano perché non ho WhatsApp, mi invitano continuamente a iscrivermi a Instagram ma utilizzo solo Facebook e Twitter con parsimonia.
Il tuo rapporto con la critica. Quale quella che più ti ha ferito in questi anni. Il mio rapporto con la critica è molto buono, credo sia molto importante per un percorso di un artista, purché, il critico, sia onesto e preparato. La critica che più mi ha ferito è quella di un giovanissimo critico (credo nemmeno lo faccia più) non molto preparato di un blog molto scadente.
Poco prima dell’inizio e poi della fine di un tuo spettacolo, a cosa, o a chi, pensi? Penso sempre da dove vengo e quanto ho lavorato e ancora lavoro per stare lì. Dopo lo spettacolo penso a i miei genitori e alle persone che amo.
Il teatro riesce ancora a catalizzare la passione civile del pubblico in modo attivo? Sì certo, per questo lo vogliono controllare i poteri forti.
Nella tua valigia dell’attore cosa non manca mai (metaforicamente o materialmente)? Un buon libro, tanta concentrazione e tantissima ironia.
Con i tagli economici alla cultura, il teatro diventerà un’arte di nicchia oppure ci sarà una prevalenza di teatro di medio-basso livello o amatoriale? Il teatro d’Arte un fenomeno di nicchia, il resto sarà, ma già ci siamo, un teatro di medio – basso livello col solo scopo di divertire nella migliore delle ipotesi.
C’è un autore teatrale che credi sia poco considerato e che andrebbe rivalutato e rappresentato? Dino Buzzati.
Meglio essere sereni, contenti o felici? Sereni.
Progetti futuri? La mia nuova sceneggiata Cantami, o Diva, la pubblicazione di una trilogia della sceneggiata, in autunno la messa in onda di una serie TV Rai Sirene di Ivan Cotroneo per la regia di Davide Marengo, e forse mettiamo in scena un mio nuovo testo, testo bocciato da tutti quelli a cui l’ho proposto; vedremo se hanno ragione loro o io. Sarà prodotto dall’associazione Fratelli Di Versi in collaborazione col teatro Italia di Acerra. Sarà una scommessa.
Un consiglio a un giovane che voglia fare l’attore. Studia tanto e non prenderti sempre troppo sul serio.
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Foto di Tommaso Le Pera, Gianni Fiorito, Marcello Merenda, Carmen Carpentieri, Salvatore Pastore, Massimo Palloncino.