Visto alla Sala Uno di Roma
Lavorare uccide?
Luca Mazzone porta in scena “Contrazioni" del britannico Mike Bartlett: quasi una tragedia moderna sul lavoro senza umanità. Un gioco doloroso e perfetto per le due brave attrici: Viviana Lombardo e Silvia Scuderi
Fra le trasformazioni più profonde e odiose del dopo-2009 c’è il fatto che il lavoro è diventato un privilegio, non più un diritto. Ragione per la quale chi dà occupazione (e reddito) si sente in diritto di tenere in pugno il destino dei propri dipendenti; i quali sono disposti a fare di tutto, ma proprio di tutto pur di mantenere il proprio impiego. Che significa reddito, certamente, ma in ultima analisi vera e propria sopravvivenza. Questo è il tema di una dura commedia a due, Contrazioni, dell’inglese Mike Bartlett che Luca Mazzone (con la sigla della storica, prestigiosa compagnia Teatro Libero di Palermo) ha portato in scena a Roma alla Sala Uno.
Poco più di una decina di quadri veloci si susseguono a punteggiare il rapporto “professionale” fra una donna, capo delle risorse umane, e un’altra donna sua sottoposta, Emma. La ragazza, in privato, ha una relazione (felice, si direbbe) e un figlio con un collega di lavoro, circostanza negata dal regolamento interno dell’azienda. I due, per non soccombere alle leggi dell’azienda, si lasciano, e l’uomo viene trasferito in un’altra sede, ma questo non basta alla ditta: il legame affettivo causato dal figlio in comune potrebbe creare problemi alla loro produttività. Il bambino, forse per il senso di abbandono patito, forse per altre ragioni, muore: l’azienda, temendo un imbroglio, ne vuole prove concrete e sottopone Emma a ulteriori umiliazioni, ulteriori vessazioni. E neanche quando, sconvolta, cercherà di licenziarsi, Emma rientrerà in possesso di se stessa. Anzi, si consegnerà definitivamente all’azienda.
Non c’è traccia di possibile umanità nel lavoro inteso in questa maniera – ci dice l’autore – e anzi la stessa soglia minima della solidarietà è bandita: in questa società non siamo più esseri umani ma macchine che devono produrre reddito.
La denuncia è netta, senza sfumature (avete presente Io, Daniel Blake di Ken Loach?), al punto da perdere la forza di una invettiva politica e trasformarsi lentamente in una tragedia assoluta, senza catarsi. È così, almeno, che ce la mostra la bella regìa – secca, essenziale, capace di imprimere il ritmo giusto a un testo un forse po’ troppo monocorde – di Luca Mazzone. Ma il merito va anche alla maiuscola prova delle due attrici, Viviana Lombardo e Silvia Scuderi, perfettamente calate nel clima di questo terribile spaccato di un’umanità negata: una gelidamente, la dirigente; l’altra dolentemente, fin quasi a trasformare il proprio corpo in una carta straccia, Emma. Così è il mondo: inutile chiudere gli occhi.