Ilaria Palomba
Nella chiesa della Vallisa a Bari Vecchia

L’arpa vivente

Rope art e body painting in una chiesa. È successo a Bari per una performance di Miguel Gomez, artista, Isabella Corda, performer e Damiana Ardito, danzatrice

Un evento straordinario per Bari. Per la prima volta rope art e body painting in una Chiesa. È accaduto alle 19 dell’8 gennaio 2017 nella chiesa della Vallisa a Bari Vecchia, all’interno della prima Biennale d’arte contemporanea, BibArt, ospitata dal capoluogo pugliese. Titolo della performance: Ropes and Colors. In scena Miguel Gomez, artista, performer e organizzatore di BibArt, Isabella Corda, performer di rope art, Damiana Ardito, performer e danzatrice.

Una musica emotivamente potente a fare da sfondo nella suggestiva location della Vallisa, Chiesa di origine romanica, Damiana, con indosso un lungo vestito nero che le lascia scoperte le braccia, viene legata con della stoffa rossa, a creare una nuova veste sul nero. Poi, Isabella stringe intorno al corpo della performer corde nere, a formare quasi un cappio. Le corde racchiudono il corpo di Damiana, lo scolpiscono e forgiano, dal petto alle caviglie. Dopo questa prima parte, Miguel Gomez dà il cambio a Isabella Corda e dipinge il volto di entrambe. Isabella di viola. Damiana di rosso e viola. Il collo di Damiana infiammato dal rosso dei colori, degli stessi colori del panneggio, è come un segno di trasformazione. E così avviene, come una bambola che inizi ad animarsi, da immobile comincia a muovere sinuose le braccia, il capo. La musica incalza e le due performer sono come trasfigurate in una sorta di trance. Entrambe si muovono sul palco, Isabella da seduta, alza le braccia, il capo, fissando lo sguardo all’immenso, Damiana stende le braccia, con movimenti di danza, e lo sguardo si ravviva. La bellezza di un corpo che diviene opera, legato e dipinto ma colmo di una gioia vorticosa, percorso dalla musica e divenuto tutt’uno con le corde e il colore.

ropesandcolors1Adesso Miguel, dopo averle dipinto collo, sterno e braccia, torna a dare il cambio a Isabella. Quest’ultima costruisce un’installazione di corde che partono dal corpo di Damiana e raggiungono gli estremi del palco. Alle loro spalle l’ombra gigantesca sullo schermo proietta una sagoma irretita in un’arpa di corde.

Sul finale, Isabella slega la performer che si libra in una danza come una meravigliosa falena, con la musica che incalza fino al climax. Il gioco e l’incontro di tre arti, nell’improvvisazione scenica, genera un flusso di energia percepita dal pubblico con la delicatezza delle apparizioni. Sospendere il tempo ed entrare nel tempo dell’arte, un altro livello di coscienza, dove le cose avvengono trascendendo i corpi, in un gioco di creazione universale.

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